Lorenzo De Cicco per “la Repubblica” - Estratti
MATTEO RENZI
«Quante ne ho rifiutate io di consulenze, da ex premier? Tante così!». Giuseppe Conte è in un angolo di Montecitorio. E fa il gesto con la mano, che prima indica la punta delle scarpe lucide che sbucano sotto il completo scuro e poi sale su fin quasi al ciuffo.
Insomma una pila di assegni, è il messaggio, stracciati dal Conte pauperista, che nel 2023 ha presentato la famosa dichiarazione dei redditi da 24mila euro lordi, cioè 2 stipendi e mezzo da deputato, dopo la proclamazione a ottobre 2022. Prima, per 10 mesi, non aveva intascato nemmeno una banconota fuoricorso da mille lire, come quella del vecchio video anti-euro di Paola Taverna.
GIUSEPPE CONTE
Conte gigioneggia sulla questione che intrattiene da 48 ore i seguaci della politica post-cenone. Molto più appassionati a questo, ai conti in tasca ai politici, che ad altre vicende come il caso del fax per avallare il Mes, su cui il capo del Movimento ha appena ottenuto il giurì d’onore alla Camera contro Giorgia Meloni, con tanto di annuncio, ieri, del presidente Lorenzo Fontana.
Sa, Conte, che il tema redditi ha presa sull’elettorato grillino e non solo. Dunque non serve insistere più di tanto per avere altri dettagli. Che offerte erano? «Beh, un ex premier, quando finisce il mandato, viene subito cercato dalle agenzie internazionali che si occupano di conferenze». Però non ha ceduto: «Ho detto di no». Anche se si trattava di ingaggi «ben remunerati».
giuseppe conte alla camera voto sul mes
Però, ecco, «non ho fatto certo voto di povertà », ammette e lo annota anche su Facebook. Per un paio d’anni se l’è cavata con i «risparmi accumulati » nella carriera di prima, da avvocato, che gli ha permesso di continuare a condurre una «vita agiata » che, dice lui, «non mi ha impedito di lottare politicamente per chi invece ha uno stipendio da fame o non ha niente».
(...) Per Conte «è profondamente immorale» ottenere «incarichi al soldo di governi stranieri o di fondi sovrani» mentre si conserva lo scranno in Parlamento. Per una volta, col leader del M5S è d’accordo Carlo Calenda, che sul punto bisticciava con Renzi anche prima di divorziare dal Terzo polo. Ma Renzi non si scompone. Anzi, rilancia: «Facciamo con Conte un duello in tv», dice a Repubblica.
MATTEO RENZI - 1
L’ex Rottamatore giura che dei 3 milioni e 200mila euro messi in cascina nel 2023 ne va «fiero». Perché su quei compensi ci ha pagato un mucchio di tasse. Solo nell’ultimo anno, «un milione di euro per la vita della comunità». Il capo di Iv ha già i calcoli in tasca, meglio di un commercialista: «In un giorno ho pagato il triplo di quello che Conte ha pagato in un anno! Vi pare normale?
Anzi, lui ha usufruito della detrazione per ristrutturare casa, io ho rinunciato a 21mila euro di detrazioni Covid». Quanto ai rapporti con i fondi esteri (e in particolare con Riad di bin Salman), dice Renzi: «Io sono trasparente in tutto, pure troppo. Mentre Conte non ha ancora spiegato perché i militari russi erano in Italia durante la pandemia». Ecco allora la proposta a Conte: «Facciamo su questo un confronto all’americana. Decida lui quando e dove». Come dire: questo è solo il primo round.
giuseppe conte MATTEO RENZI - 2 giuseppe conte 2