Fulvio Fiano per corriere.it
WILLY MONTEIRO
«Non provo rabbia, abbiamo avuto giustizia anche così e accettiamo la decisione dei giudici. Ma il perdono è un’altra cosa, prima bisogna chiedere scusa e mostrarsi pentiti, poi si può chiedere perdono. Questo non è mai avvenuto».
Anche nell’assedio di microfoni e telecamere Lucia, la mamma di Willy, non perde la misura e la compostezza che l’hanno sempre caratterizzata. Per questo, forse, le sue parole hanno un peso ancora maggiore, una capacità di affondare davvero nel cuore della vicenda: chi ha ucciso suo figlio si è davvero reso conto di quanto ha fatto?
L ABBRACCIO DEI FRATELLI BIANCHI AL PROCESSO PER L OMICIDIO DI WILLY MONTEIRO DUARTE
Lucia è col marito Armando e la figlia Milena, che indossa una maglietta con la scritta «Restiamo online», il modo con cui il fratello di cinque anni più grande si congedava dagli amici, come a dire: «Teniamoci in contatto». Sotto la scritta la data 06.09.2020, quando quell’espressione ha purtroppo perso significato, se non nel ricordo che lei e chi gli ha voluto bene hanno di lui.
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I FRATELLI BIANCHI
«Willy lavorava da un anno e sette mesi al ristorante di un hotel ad Artena, dove era stato assunto subito dopo l’alberghiero. Mentre ancora andava a scuola, lavorava il fine settimana in un ristorante a Paliano, fin quando non ha chiuso. Da lì è andato a fare un’esperienza di tre mesi in Calabria e poi è tornato — lo ha ricordato Lucia, con orgoglio, nella sua testimonianza — . Contribuiva al bilancio di casa, spesso pagava lui la spesa, mi accompagnava in macchina a fare le commissioni. Era sempre disponibile». E il padre: «Mio figlio era bravissimo a scuola, quando poi ha iniziato a lavorare si era aperto un conto corrente e metteva da parte i soldi. Amava stare con gli amici, appena staccava, e giocava a pallone».
I FRATELLI BIANCHI
Mai da loro è arrivata una parola sopra le righe, come pure sarebbe stato lecito, o di odio: «Vogliamo giustizia, non vendetta», hanno sempre ripetuto. Quando in aula si sono esaminati i risultati dell’autopsia, approfondendo i dettagli più dolorosi, Lucia ha avuto un piccolo cedimento, ha appoggiato la testa tra le mani, poi l’hanno accompagnata fuori. A lei e al marito si è rivolto Gabriele Bianchi con «dichiarazioni spontanee», in una delle ultime udienze: «Sento dentro di me un peso per quello che è successo, ma non sono un assassino. Non sono senz’anima, ho capito il dolore della famiglia». Allora Lucia si disse «delusa». Anche ieri, in corte d’Appello, il suo sguardo non si è mai posato sui fratelli di Artena.
LUCIA MONTEIRO DUARTE - LA MAMMA DI WILLY LUCIA MONTEIRO DUARTE - LA MAMMA DI WILLY