Valeria Di Terlizzi per "it.businessinsider.com"
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Questo articolo era nato originariamente da una mia idea di frequentare una giornata di meditazione, cosa che mi ha sempre affascinato ma che, per una serie di motivi (tra cui la mia pigrizia) non avevo mai realizzato. Ovviamente, visto il tragico momento di emergenza sanitaria che tutta l’Italia sta vivendo, avevo mentalmente accantonato l’idea, salvo ricevere pochi giorni fa un’e-mail dalla Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta, che comunicava l’attivazione di alcune sessioni gratuite di mindfulness. Non ci ho pensato due volte.
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Come funziona la sessione
Uno degli elementi che mi ha fatto optare per questa sessione è stata la durata: meno di dieci minuti. Sì, perché, lo ammetto, in questi giorni strani (non oso scrivere “difficili” perché mi sentirei ridicola rispetto alle situazioni che vive tutto il nostro personale sanitario, schierato in prima linea nell’affrontare questa emergenza) non riesco a frequentare corsi strutturati, benché il web e i social ne siano pieni. Colpa della testa che va altrove, colpa di un “non ho tempo” che a volte confonde le priorità. Ma dieci minuti li ho trovati, perché li volevo trovare.
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Mi sono iscritta per e-mail e, all’orario stabilito, mi sono connessa alla classe on-line dal mio pc: la voce calda della Dottoressa Licia Grazzi – Responsabile del Centro Cefalee dell’Istituto Calo Besta – mi, ci, ha accompagnato in un percorso di respirazione consapevole, isolati dal mondo, ma non da noi stessi. Per la prima volta, da quando è iniziata l’emergenza da Covid-19, ho fermato la mia testa e l’ho dirottata su di me, sui miei movimenti, su quel respiro che do per scontato ma che, se ascoltato, cambia, si espande, riuscendo a guidare il corpo. Solo dieci minuti, vissuti con grande concentrazione, che però sono riusciti a rendere diverso il mio pomeriggio.
Mindfulness for Milano
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“La mindfulness è facile, ma non è semplice” mi racconta la Dottoressa Grazzi dopo la sessione “perché richiede pazienza e una certa costanza. Se praticata regolarmente, può aiutare le persone a convivere in maniera più calma con questa situazione critica”.
Già, perché la Dottoressa Grazzi e il Professor Giuseppe Lauria Pinter – Capo del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche e Primario Divisione di Neuro-algologia al Besta, utilizzano percorsi di mindfulness per i loro pazienti da ormai alcuni anni.
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“Questa pratica di meditazione viene associata regolarmente alle terapie farmacologiche per curare l’emicrania cronica, la cefalea tensiva e altre condizioni di dolore cronico. E’ una sorta di complemento che aiuta a convivere meglio con il dolore; nel mondo anglosassone diversi centri lo hanno attivato da molto tempo, noi abbiamo organizzato queste sessioni per i nostri pazienti in cura”.
La diffusione del Covid-19 e l’esigenza di restare a casa hanno quindi portato il Prof. Lauria e la Dott.ssa Grazzi a creare delle sessioni on-line per i loro pazienti in cura, fino a quando hanno deciso di estenderle a tutti.
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“E’ così che è nata Mindfulness for Milano – MFM” mi racconta Grazzi. “Stiamo vivendo un momento sconcertante ed inatteso, che ha stravolto le nostre abitudini e i ritmi di vita, senza contare le relazioni con gli altri. La gestione della tensione, del senso di pericolo, di un modo di impostare giornate totalmente inedito, è diventata fondamentale in questi giorni. La nostra idea è nata proprio da questa consapevolezza”.
Le sessioni
Le sessioni create non sono dei corsi, ma dei piccoli momenti di meditazione gratuiti per fare pratica insieme, in gruppi di circa 20 persone, sia nei giorni feriali che festivi. E sì, nonostante il nome, vista la situazione di difficoltà nazionale e la partecipazione sempre più numerosa, queste pillole on-line sono aperte a tutta Italia. Basta scrivere un’e-mail a MfM@istituto-besta.it e si riceverà una risposta indicante giorno, fascia oraria e un link al quale ci si potrà connettere per partecipare alla sessione.
Come fare meditazione in casa
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Se una persona volesse approfondire questa pratica?
“Può trovare numerosi video e tutorial on-line” mi racconta Grazzi “il mondo web è ricchissimo di spunti per avvicinarsi. In casa si possono seguire alcuni piccoli consigli pratici, come prendersi una pausa e dedicare anche solo pochi minuti al proprio respiro. E poi, ogni due o tre ore, fare due passi in cucina, sedersi un attimo e tirare almeno cinque respiri tranquilli, con gli occhi chiusi. E’ proprio l’idea di prenderci un momento per noi stessi che dovremmo riuscire a fare nostra”.
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Basta questo per affrontare il senso del pericolo con cui stiamo (forse) imparando a convivere? Probabilmente no. Ma una frase della Dottoressa, in particolare, mi ha colpito:
“La mindfulness è una pratica di meditazione di consapevolezza, dove ognuno di noi impara a stare con quello che c’è, senza giudicare”.
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Difficile, perché il giudizio lo abbiamo dentro tutti, più o meno consapevolmente, e “quello che c’è” è indefinito, non è sempre calcolabile, muta continuamente. Forse, allora, la chiave è proprio questa: imparare a stare con quello che c’è e che può cambiare, in una dicotomia che in realtà è solo apparente. Facile ma non semplice, ed è per questo bisogna imparare: tutti i giorni, ognuno a suo modo. Tutti i giorni, fino alla fine dell’emergenza.
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