Federico Capurso per ''la Stampa''
GIUSEPPE CONTE IN SENATO
Il pallottoliere della maggioranza, in Senato, è fermo a 158 voti. Non un numero confortante. Grattacapo che si fa ancor più serio se per approvare lo scostamento di 25 miliardi previsto nella Nota di aggiornamento al Def, che arriverà in Aula mercoledì, si dovrà ottenere la maggioranza assoluta, a quota 161. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà continua a scorrere la sua lista, ma mancano sempre all'appello 5 senatori di maggioranza (e 2 del Misto che avrebbero votato a favore), tutti costretti a rimanere a casa perché positivi al coronavirus o in quarantena. «E siamo molto preoccupati - ammette una fonte di governo -, perché mancano quattro giorni e non sappiamo se da qui a mercoledì emergeranno nuovi contagi tra i nostri senatori. Sarebbe un bel problema».
Anche perché i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Elisabetta Casellati, non vogliono nemmeno prendere in considerazione l'ipotesi di ricorrere al voto elettronico. Il grido d'aiuto sale così tra i banchi dell'opposizione, tra moderati, liberali, forzisti e membri del gruppo Misto, compresi i tanti ex Cinquestelle. La chiama «collaborazione», il ministro Vincenzo Amendola, riferendosi al lavoro da avviare sul Recovery Fund. Ma è evidente che il recinto da costruire è ben più largo. E in molti, infatti, si preparano già a gonfiare le file dei responsabili.
SILVIO BERLUSCONI E LUIGI CESARO
Da lì, si conta possano arrivare almeno 8 voti in soccorso della maggioranza. Forza Italia fa sapere che non darà una mano: «Non è un problema nostro - dice la capogruppo Anna Maria Bernini -, la Nadef è un atto marcatamente politico». Ma la compattezza azzurra, ormai, è questione su cui nessuno metterebbe più la mano sul fuoco. Le defezioni - sostiene una fonte interna ai forzisti - dovrebbero arrivare soprattutto dai senatori campani. Due nomi, più di altri, rimbalzano nelle chat: quelli di Domenico De Siano e di Luigi Cesaro.
Domenico De Siano
Altri, poi, potrebbero seguirli in nome della «stabilità». Sempre dal gruppo di Forza Italia, ma nella componente dell'Udc, vengono considerati certi i voti a favore di Antonio De Poli e Antonio Saccone. «Votare lo scostamento di bilancio per aiutare il Paese è una questione di serietà - dice Saccone -. Si deve fare un'opposizione responsabile e repubblicana; i cittadini non comprenderebbero un voto contrario». E sembra quasi chiamare a sé i colleghi azzurri: «Ricordo bene quando il presidente Berlusconi, durante la pandemia, disse che siamo in guerra e in guerra ci si stringe intorno a chi deve prendere decisioni difficili».
ANTONIO SACCONE
Al loro fianco potrebbero schierarsi Paola Binetti e l'ex forzista Sandra Lonardo. Anche la componente del Misto "Idea e Cambiamo" (tre senatori) apre più di uno spiraglio. «Questa è una situazione inedita - sottolinea Paolo Romani -. Ci sono senatori che non possono votare perché gli viene impedito da un'autorità che li obbliga alla quarantena. Ci aspettiamo che il governo, con una comunicazione al Parlamento del ministro D'Incà, chieda alle opposizioni un'operazione di responsabilità. In questi termini, si potrà esaminare la possibilità di accettare».
Pensiero ribadito dal collega Gaetano Quaglieriello: «Il governo dovrebbe togliere il carattere politico dal voto, trasformandolo in un voto di respiro costituzionale, che poggia sul fatto che la pandemia ha fatto venir meno numeri che invece ci sarebbero. È una linea, questa, che dovrebbe seguire tutto il centrodestra».
quagliariello romani