Estratto dell'articolo di Marzio Breda per il “Corriere della Sera”
MELONI E MATTARELLA CON FAZZOLARI, TAJANI, GIORGETTI, FITTO E ZAMPETTI
La sua speranza è che tra Roma e Bruxelles si riesca a trovare un buon compromesso sulla nuova governance della Ue. E il punto di caduta va cercato, e trovato, negoziando fino all’ultimo. In modo che nessuno possa sentirsi escluso o decida di autoescludersi, magari con qualche strappo imprevisto o attraverso l’astensione al momento del voto.
È così che va letta la frase di Sergio Mattarella secondo cui «non si può prescindere dall’Italia», filtrata dalla colazione svoltasi ieri al Quirinale, in vista del Consiglio europeo. Sei parole chiare.
MELONI - FAZZOLARI - GIORGETTI - FITTO - MATTARELLA
Che sembrano rivolte alle Cancellerie del continente, certo. Ma anche ai gruppi di maggioranza dell’esecutivo […]. […] appare più logico pensare che dietro quella formula ci sia uno scontato dovere istituzionale, che di sicuro pesa su un uomo come Mattarella. Curare, cioè, l’interesse di nazionale. Facendo in modo che l’Italia […] non sia messa […] ai margini […] Ovvio che il Quirinale abbia sottolineato pure un distinguo, facendo sapere che non è compito di Mattarella entrare nelle dinamiche politiche europee e tantomeno sui nomi oggetto di contesa. Il problema semmai è di chi continua a far confusione tra interesse nazionale e interesse del gruppo parlamentare europeo il cui partito è presieduto da Meloni. Con il risultato di scoprirsi fuori da ogni perimetro.
SERGIO MATTARELLA ALL ACCADEMIA DEI LINCEI SERGIO MATTARELLA - ANTONIO TAJANI - GIANCARLO GIORGETTI