1 - IL COSTO IGNOTO DEL PATTO SUI MIGRANTI IN ALBANIA “UNO SPOT A CARO PREZZO”
Estratto dell’articolo di A.Z. per “la Repubblica”
edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 3
Quanto costerà veramente il protocollo Albania, nessuno lo sa. Perché agli oltre 60 milioni di euro già messi nero su bianco nel disegno di legge di ratifica, approvato martedì in Consiglio dei ministri, si aggiunge un misterioso «fondo da ripartire, con dotazione iniziale di euro XXXX per il 2024 e di euro XXXX per ciascuno degli anni dal 2025 al 2028» che promette di far lievitare i costi.
Un giallo, quello della copertura finanziaria, che dovrà essere risolto al momento della “bollinatura” al ministero dell’Economia. Neanche i ministri che hanno lavorato alla messa a terra del protocollo hanno idea di quanto costerà alle casse dello Stato mandare a zonzo tra acque internazionali, Albania e Italia qualche migliaio di migranti e mettere in piedi la macchina necessaria per far funzionare l’hotspot e il centro rimpatri.
[…] il titolare degli Esteri Antonio Tajani dice: «Provo a fare chiarezza: siamo sotto i 200 milioni, molto meno di quanto è costata la truffa del superbonus».
ALBANO E ROMANA - MEME BY EMILIANO CARLI
Tutto questo mentre in Albania le forze di opposizione al governo di Edi Rama, prima della ratifica in Parlamento prevista per il 21 dicembre, chiedono alla Corte costituzionale di annullare l’accordo, ritenendolo incostituzionale e contrario alle convenzioni internazionali cui l’Albania aderisce.
Sessanta milioni, cento, duecento, o chissà quanti: cifre comunque stratosferiche rispetto al numero di migranti che realisticamente potranno finire nei centri albanesi, non più di 7-800 all’anno (assai meno dei 36.000 annunciati da Giorgia Meloni). E quintuplicate rispetto alle somme che basterebbero per realizzare gli orami celebri dieci nuovi Cpr, di cui si è persa ogni traccia. […]
2 - E I PARTNER EUROPEI AMMONISCONO ROMA “CON QUELL’ACCORDO DIRITTI A RISCHIO”
Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
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Non è ancora un altolà formale. Ma ci si avvicina. Il giudizio dell’Ue sull’accordo siglato da Roma con Tirana per trasferire in Albania una quota dei migranti è che si tratti di un passo giuridicamente molto a rischio. E il ministro dell’Interno italiano ha avuto un segnale preciso in questa direzione proprio lunedì scorso.
Quel giorno, infatti, il capo del Viminale è volato a Bruxelles per prendere parte alla riunione del cosiddetto “Gruppo di Berlino” di cui fanno parte Italia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Svezia, Spagna e Belgio. Un summit ristretto soprattutto per discutere l’approvazione finale del Patto su asilo e migranti, e anche per fare il punto sull’allerta terrorismo. All’incontro dei sette ministri ha partecipato anche la Commissaria Ue Ylva Johansson.
L ACCORDO ITALIA - ALBANIA VISTO DA ELLEKAPPA
[…] sia gli uffici di Palazzo Berlaymont sia alcuni dei partner presenti all’incontro hanno richiamato l’attenzione di Piantedosi su alcuni rischi. Di natura politica e di natura legale. Il nodo “politico” si concentra sul numero di migranti e richiedenti asilo che approdano ogni anno in Italia. Nonostante il record assoluto di arrivi previsto per quest’anno, la valutazione generale è stata che la situazione nel nostro Paese non giustifica una misura di questo genere.
Germania e Francia, ad esempio, affrontano flussi molti più intensi. E anche i Paesi dell’est, in seguito alla guerra in Ucraina, hanno dovuto fare i conti con un esodo non paragonabile agli sbarchi registrati in Italia.
VACANZE RAMANE - MEME BY EMILIANO CARLI
Il secondo aspetto si concentra sulla “tenuta” del sistema albanese. Tirana ha chiesto l’adesione all’Ue. L’ultimo report presentato a novembre scorso, pur riconoscendo gli sforzi compiuti, mette in evidenza alcun deficit strutturali consistenti.
A cominciare dal tasso di corruzione. «Nonostante alcuni progressi e i continui sforzi nella lotta alla corruzione — si legge — , questo rimane un settore che desta serie preoccupazioni. Nel complesso, la corruzione è prevalente in molti settori della vita pubblica e imprenditoriale e le misure preventive continuano ad avere un impatto limitato, in particolare nei settori vulnerabili».
Nello stesso Report della Commissione si evidenziano alcune lacune proprio nella gestione dei migranti: «Non sono stati compiuti progressi per quanto riguarda i rinvii e l’accesso alle procedure di asilo e permangono carenze nelle procedure di rimpatrio. L’Albania dovrebbe adottare misure concrete per rispondere alle esigenze dei minori non accompagnati e allineare la sua politica in materia di visti a quella dell’Ue. Sebbene il numero di domande di asilo presentate da cittadini albanesi negli Stati membri dell’Ue e nei Paesi associati Schengen rimanga inferiore al livello pre-pandemia, nel 2022 è nuovamente aumentato».
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Sostanzialmente gli alleati stanno facendo notare al governo italiano che queste criticità non consentono un efficiente gestione dell’accordo. «Quali garanzie ci sono — è l’interrogativo — che nei centri costruiti in Albania si rispetti il diritto europeo, se permane un livello di corruzione così alto e se non si riesce a garantire le procedure d’asilo?».
Peraltro, Palazzo Berlaymont ha già fatto notare a Palazzo Chigi che i migranti recuperati in acque internazionali non sono sottoposti alla legge dell’Unione. Ma una volta arrivati in Albania verranno amministrati secondo la normativa italiana e quindi sottoposti al controllo europeo. In sintesi, l’ammonimento è questo: attenzione ai ricorsi alla Corte di Giustizia europea che saranno immediati e numericamente consistenti.
Il rischio è che le garanzie sul diritto d’asilo non verranno rispettate e che il protocollo muoia prima ancora di nascere. E diverse associazioni umanitarie si stanno già muovendo in questa direzione. […]
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