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    “NON SMETTERÒ DI ESSERE UMANO” – L’INCREDIBILE STORIA DELLO SCIENZIATO INGLESE PETER SCOTT-MORGAN CHE, DOPO AVER SCOPERTO DI AVERE LA SLA, HA INIZIATO A RICOSTRUIRE ARTIFICIALMENTE IL SUO CORPO CHE LO STAVA ABBANDONANDO: L'UOMO-ROBOT HA FATTO REALIZZARE UN AVATAR DI SE STESSO, UN VISO DIGITALE CHE PUÒ RIDERE, ESPRIMERE SORPRESA E SOTTOLINEARE OGNI FRASE CON UNA ESPRESSIONE ADEGUATA – PRIMA DELL'INTERVENTO CHE GLI AVREBBE FATTO PERDERE LA VOCE, HA REGISTRATO 20.000 PAROLE E… - VIDEO


     
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    Vittorio Sabadin per "La Stampa"

     

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    Peter Scott-Morgan è stato il primo studente a laurearsi in robotica all'Imperial College di Londra. Ha scritto libri cercando di spiegare come la vita umana può essere allungata e migliorata dalla tecnologia, perché «esseri umani e robot camminano sullo stesso ramo evolutivo».

     

    Ha insegnato a Boston e Rotterdam, senza immaginare che gli studi ai quali dedicava tutto il suo tempo lo stavano preparando all'incontro con il proprio destino. Nel 2017, dopo un controllo di routine, i medici gli dissero che era affetto da Sclerosi Laterale Amorfica, una malattia senza cura, che porta alla paralisi totale. Il corpo ti abbandona un pezzo alla volta, mentre la mente resta vigile e impotente.

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    Gli annunciarono che aveva ancora al massimo due anni di vita, ma oggi, tre anni dopo, Peter Scott-Morgan parla usando la sua voce con chi va a intervistarlo, lavora al computer, si muove, si alza, si siede, si sdraia, conta di migliorare presto la propria capacità motoria. È convinto di poter vivere ancora molto a lungo, sostituendo progressivamente, come fa da tre anni, le parti del suo corpo che non funzionano più con avanzati dispositivi cibernetici che lui stesso contribuisce a sviluppare. Sarà il primo uomo-robot della storia, quello che costringerà i filosofi a domandarsi che cosa rende un uomo un essere umano, e qual è il momento in cui smette di essere tale.

     

    peter scott morgan e il compagno 1 peter scott morgan e il compagno 1

    Mentre i medici gli annunciavano il suo destino, Scott-Morgan già pensava a cosa fare per evitarlo. Vive nel Devon con il marito Francis, un'unione felice che va avanti da molto tempo. «Crescere apertamente gay negli anni 70 mi ha insegnato a pensare da solo», ha detto Peter al Telegraph. «Mi sono abituato a non sentirmi obbligato a adattarmi, anche se il mondo mi diceva che non andavo bene. E anche oggi continuo a dire: non facciamo come si è fatto prima, facciamo qualcosa di diverso».

     

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    Quando la paralisi ha cominciato a progredire verso la gola, Scott-Morgan ha accettato di sottoporsi a una laringectomia per evitare che la saliva lo soffocasse scendendo nei polmoni. Nelle settimane precedenti l'intervento che gli avrebbe fatto perdere la voce, ha registrato 20.000 parole collaborando con Lama Nachman, direttrice dell'Anticipatory Computing di Intel Labs, la donna che ha contribuito a ricostruire il sistema vocale dell'astrofisico Stephen Hawking, affetto dalla stessa malattia. Invece di digitare singole lettere con lo sguardo, come faceva Hawking, il sistema di intelligenza artificiale fornisce risposte complete imparate da Scott-Morgan e diffuse con la sua stessa voce registrata.

     

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    Forse non saranno sempre quelle giuste, ma sarà possibile correggerle anche per insegnare al sistema a ragionare come l'essere umano al quale deve dare voce. Per poter continuare a manifestare emozioni nonostante la paralisi del volto, l'uomo-robot ha fatto anche realizzare un Avatar di sé stesso, un viso digitale che può ridere, esprimere sorpresa e sottolineare ogni frase con una espressione adeguata.

     

    Quello alla trachea non è stato l'unico intervento subito da Scott-Morgan. Il suo stomaco è stato sigillato per poter ricevere il cibo direttamente da un tubo, una pompa lo idrata e gli occhi hanno subito un intervento con il laser per favorire il monitoraggio oculare, la possibilità cioè di rilevare il punto di fissazione dello sguardo, il sistema con il quale lavorava Stephen Hawking.

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    Già dispone di una sedia a rotelle ad alta tecnologia, con la quale può alzarsi, sedersi e sdraiarsi, e sta sperimentando un esoscheletro che lo sostiene in piedi e gli permetterà forse di camminare, restituendogli forza fisica. Intel spera di fare in modo che il sistema vocale possa consentirgli di esprimersi in lingue diverse senza che sia necessario insegnargliele.

     

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    Il punto finale sarà l'uscita di Scott-Morgan dal corpo fisico? La sua personalità, i suoi tratti, le sue conoscenze potranno essere scaricati su una macchina che agirà per suo conto? «Non smetterò di essere un essere umano», ha detto, «ma forse quello che sto facendo aiuterà a cambiare la percezione di che cos' è un essere umano». Forse solo pensiero, coscienza, coraggio e un'immensa voglia di vivere.

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