Francesco Olivo per la Stampa
MATTEO SALVINI MARIO DRAGHI
Anche Matteo Salvini è salito sul colle. Non quello più alto frequentato sempre più spesso da Mario Draghi, ma forse quello più bello e sicuramente il più evocativo: il Campidoglio. Il leader della Lega è nella piazza disegnata da Michelangelo per partecipare a una protesta contro Roberto Gualtieri, il sindaco di Roma che la Lega propone di commissariare per le troppe emergenze non governate, ma i messaggi più duri non sono rivolti al palazzo Senatorio qui di fronte, ma un chilometro più il là, a Palazzo Chigi.
Il volto del segretario non è dei più sereni: «Probabilmente nei mesi passati qualcuno ha contato troppo sulla nostra bonomia e la nostra lealtà». Si riferisce alle proposte di legge sulla cittadinanza ai minori stranieri e alla legalizzazione della cannabis, ma sono giornate di grande tensione e non è un azzardo estrapolare le frasi.
DRAGHI SALVINI
A Montecitorio c'è aria di attesa. Il centrodestra sta alla finestra, gioca di rimessa per non mostrarsi passivo. Tutto ruota intorno a quello che faranno i cinque stelle domani.
Per il momento nessuno più nella Lega pensa di forzare la mano, gli ardori dei giorni scorsi vengono repressi, messi da parte o per lo meno rinviati. Se poi Giuseppe Conte decidesse di uscire dal governo Forza Italia e Lega chiederebbero quella verifica di governo già auspicata lunedì da Silvio Berlusconi. La crisi andrebbe portata in parlamento e a quel punto le opzioni sarebbero due: o proseguire senza M5S, nonostante le posizioni di Draghi, con un governo a quel punto a trazione di centrodestra, oppure andare a votare il prima possibile.
MATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI
Attendismo, certo, non vuol dire obbedienza a Palazzo Chigi, anzi. La linea della prudenza ha vacillato, per esempio, dopo la conferenza stampa di Mario Draghi. Quando il premier ha stigmatizzato «gli ultimatum» ha poi aggiunto «lo dico anche per tanti altri che a settembre minacciano sfracelli e cose terribili». Non ha fatto nomi, il presidente del Consiglio, ma è stato impossibile non pensare che l'allusione fosse riferita a Matteo Salvini, che continua indicare la fine dell'estate, con la manifestazione sul prato di Pontida (il 18 settembre), come data nella quale tirare le somme. Il leader della Lega ha evitato di replicare direttamente, «rispondiamo con un sorriso», ma nel partito le parole del premier hanno destato prima stupore e poi fastidio, visto che Salvini ritiene di avere tenuto un profilo basso negli ultimi giorni. Così, se Draghi ha chiesto di smetterla con gli ultimatum per fare lavorare il governo, il senatore milanese ha risposto con una serie di misure da realizzare: rottamazione delle cartelle di Equitalia, la riforma delle pensioni per scongiurare il ritorno della legge Fornero e a un alleggerimento delle tasse sugli stipendi.
SALVINI DRAGHI
Il capo del Carroccio vuole distinguersi da Conte: «Non mando le letterine di Babbo Natale», ma una lista la presenta anche lui e con toni poco concilianti. Dopo aver rassicurato, «gli strappi li lasciamo ad altri, chiediamo solo interventi concreti», parte all'attacco di Draghi: «Ho letto che il presidente del Consiglio è contrario a uno a scostamento di bilancio. Io la penso all'esatto contrario. O si mettono 50 miliardi veri nelle tasche degli italiani o sarà difficile affrontare l'autunno». E poi ancora «aspetto una risposta sulla pace fiscale dal governo e dal presidente del Consiglio».
Ce n'è anche sulla politica estera: «È l'unico esempio al mondo in cui chi fa una sanzione soffre e chi è sanzionato incassa». Altro capitolo della lista inviata a Palazzo Chigi, riguarda l'immigrazione: «Temo che sarà una estate disastrosa. Io spero che Draghi dia un colpo di telefono al ministro Lamorgese perché, al di là dell'emergenza di Lampedusa, l'Italia è in mano a bande di criminali stranieri organizzati. C'è una situazione di insicurezza generalizzata. Io ho sentito Draghi in Turchia la settimana scorsa ha detto che sull'immigrazione l'Italia è al limite. Lui ha il potere di fare in modo che questo limite venga superato. Se il ministro Lamorgese non è in grado di garantire la sicurezza dei confini italiani si faccia aiutare».
SALVINI MELONI BERLUSCONI
Le uniche aperture arrivano sul salario minimo. In Campidoglio c'è anche l'ex sottosegretario all'Economia Claudio Durigon, che giudica «positiva l'idea di estendere la contrattazione collettiva nazionale a quelle figure professionali che ora non vi rientrano. È quello che chiedeva la Lega». Sul resto, vedremo a settembre. O forse già domani.