Beatrice Tomasini per https://www.ilmessaggero.it - Estratti
In Arabia Saudita soffia un vento di grandi cambiamenti, tanto repentini e potenti che si farebbe meglio a parlare di uragano.
bin salman
Basti pensare che il Regno in capo alla famiglia Al Saud fino al 2019 era chiuso al turismo internazionale – al momento sono 63 i paesi a cui è stato concesso il visto (per turismo, eventi, visita ai parenti o pellegrinaggio Umrah), tra cui la maggior parte dei Paesi dell'Area Schengen e gli Stati Uniti – e fino a due anni prima vietava qualsiasi tipo di spettacolo in pubblico, come i concerti.
Oggi invece è proprio l’Arabia Saudita a ospitare Azimuth: un festival di musica elettronica nel deserto con spettacoli, performance di acrobati e food truck, tra le imponenti gole e formazioni rocciose di AlUla – antichissima città a nord est della penisola arabica, dove un tempo correva la Via dell’incenso – con migliaia di partecipanti e star internazionali in consolle.
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Sì perché non è trascorso molto tempo da quando in Arabia Saudita erano vietati i concerti e gli eventi live (così come gli spettacoli cinematografici, le sale sono state riaperte 5 anni fa dopo tre decenni di messa al bando) – a sorvegliare c’era la severissima Moutawa, la polizia religiosa incaricata di garantire il rispetto della morale nel segno del wahhabismo (ramo ortodosso e ultraconservatore dell’islam) a cui il principe ereditario ha tagliato i poteri nell’ambito del suo audace progetto di modernizzazione del Paese – e la conseguenza è stata che fino al 2017 i giovani potevano solo organizzare feste clandestine in casa.
ARABIA SAUDITA MUSICA ELETTRONICA
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Tutto ha avuto inizio nel 2019 con la prima edizione di Soundstorm – tre giorni di kermesse, centinaia di artisti e 400 mila spettatori (che sono diventati 600 mila lo scorso anno) – a Riyadh: la capitale, a detta dei suoi stessi cittadini, dall’anima più reazionaria rispetto a Jeddah, città portuale abituata da secoli agli scambi commerciali e, di conseguenza, più incline alla commistione di culture e alle novità.
(…) Sull’onda di un successo dirompente MDLBEAST che, oltre ad organizzare festival, è anche etichetta discografica e piattaforma di lancio per artisti locali – come nel caso di Cosmicat, la prima dj donna del Paese e oggi affiancata da tante altre colleghe come Biirdperson, Dorar, Kayan e Solskin – ha ideato altri eventi, come Azimuth.
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L’edizione 2023 si è conclusa di recente e sono stati due giorni di musica non stop (senza alcol, ancora vietato nel Regno) dal tramonto all’alba – lo slogan proiettato sulle rocce di arenaria della Wadi Al Fann era appunto “Until the sun comes up” – anche in questo terzo anno a ridosso del Saudi National Day, il 23 settembre, in ricordo dell’unificazione del Regno nel 1932.
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