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    "NON SONO IO L'ASSASSINO DI DIABOLIK" - RAUL ESTEBAN CALDERON (IL CUI VERO NOME È GUSTAVO ALEANDRO MUSUMECI) SOSTIENE LA SUA INNOCENZA IN UN MEMORIALE DI SETTE PAGINE SCRITTO NEL CARCERE DI REBIBBIA, DOVE E' RECLUSO DA 3 ANNI - LA DDA CAPITOLINA LO ACCUSA DELL'OMICIDIO DI FABRIZIO PISCITELLI, AVVENUTO NEL 2019, AGGRAVATO DALLA PREMEDITAZIONE E DEL METODO MAFIOSO - A COMMISSIONARE L'UCCISIONE DELL'ULTRAS LAZIALE SAREBBERO STATI...


     
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    Estratto dell’articolo di Fulvio Fiano per www.corriere.it

     

    Raul Esteban Calderon Raul Esteban Calderon

    «Sono addolorato per la morte del signor Fabrizio Piscitelli, pensando anche al dolore che prova la sua famiglia. Spero che verrà fuori chi ha commesso questo bruttissimo delitto e paghi con la giustizia, liberandomi di questa accusa che pesa su di me come un macigno anche per la mia famiglia che sta vivendo una bruttissima esperienza».

     

    Con la fine del processo per l’omicidio del narcotrafficante e ultrà laziale «Diabolik» ormai vicina, il presunto killer del 7 agosto 2019, Raul Esteban Calderon, sostiene in sette pagine di memoriale scritto in carcere (è detenuto da tre anni) la sua innocenza nell’aula bunker di Rebibbia.

     

    La Dda capitolina lo accusa di omicidio volontario premeditato, aggravato dal metodo mafioso. E lo individua come esecutore di un delitto commissionato da Giuseppe Molisso, Leandro Bennato e la partecipazione di Alessandro Capriotti — che non sono a processo — all’interno di una faida per il controllo dello spaccio nella Capitale. [...]

     

    OMICIDIO FABRIZIO PISCITELLI - DIABOLIK OMICIDIO FABRIZIO PISCITELLI - DIABOLIK

    Si accredita anche come onesto lavoratore (traslocatore, ristrutturatore di mobili antichi, personal trainer) e fa cenno alla burrascosa fine della relazione con Rina Bussone, diventata sua accusatrice con le rivelazioni sulla pistola del delitto e ora sottoposta a un programma di protezione. La donna, nella versione di Calderon, starebbe cercando di rovinarlo.

     

    «Il mio assistito — dice l’avvocato Eleonora Nicla Moiraghi — ha sentito l’esigenza di fornire alla Corte qualche dato sulla sua persona non emerso dall’istruttoria dibattimentale». La stessa legale l’aveva difeso pochi giorni fa nel processo «gemello» che si tiene in corte d’Assise a Frosinone per l’omicidio dell’albanese Selavdi Shehaj “Passerotto” (Torvaianca, settembre 2020). Per questo delitto la Dda ha sollecitato l’ergastolo per Calderon e Molisso e 24 anni per Enrico Bennato, fratello di Leandro, che avrebbe aiutato Calderon nell’esecuzione, anche questa legata alla faida per gli stupefacenti in un giro di vendette incrociate. [...]

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