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    “NON SONO LA POLIZIA”. IL DIRETTORE USCENTE DEL SALONE DEL LIBRO, NICOLA LAGIOIA PEGGIO DI PONZIO PILATO RISPONDE A CHI LO ACCUSA DI NON AVER IMPEDITO LA CONTESTAZIONE ALLA MINISTRA ROCCELLA: “HO DETTO AI RAGAZZI. ELEGGETE UN VOSTRO DELEGATO E TRASFORMIAMO QUESTA CONTESTAZIONE IN UN DIALOGO. LORO MI HANNO DETTO DI NO. È LEGITTIMO DA PARTE LORO. IL MIO METODO NON È IL MANGANELLO". E PER NON FARSI MANCARE NULLA ATTACCA IL GOVERNO: “PUÒ AVERE UNA VIRATA AUTORITARIA" - VIDEO


     
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    Estratto da open.online

     

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    Il Salone Internazionale del Libro di Torino precisa, in una nota, che «è, è sempre stato, e continuerà a essere tutt’uno con la propria direzione editoriale e con l’intera squadra di lavoro. Chi attacca la direzione e la squadra di lavoro attacca il Salone, attacca l’istituzione. Il Salone è la casa dell’intero mondo editoriale che è di per sé garanzia di pluralismo, libertà, indipendenza». Dopo due giorni di polemiche, arriva la posizione definitiva dell’ente sulla querelle che ha visto protagonisti il suo direttore, Nicola Lagioia, e la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella.

     

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    La ricostruzione di Lagioia, a due giorni dallo scontro

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    Ospite di Agorà su Rai3, Lagioia è tornato a commentare quel che è successo durante la protesta: «I contestatori della ministra Roccella non volevano il dialogo perché per loro la ministra è anti abortista e con una firma può rovinare le nostre vite, può cambiare le loro vite, dovrebbe essere lei, prima di fare delle leggi, a far sì che queste leggi siano il risultato di un dialogo. “Se lei legifera direttamente con delle leggi che incidono in maniera molto violenta sui nostri corpi e sulle nostre vite, noi ci sentiamo violate”. Per loro la ministra ha un potere enorme sui loro corpi e può legiferare. Come si fa a trasformare il conflitto in un dialogo? La politica e le istituzioni diano il buon esempio e cerchino una strada».

     

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    Il direttore del Salone, giunto alla sua ultima edizione, ha anche argomentato il senso del suo intervento durante la contestazione nei confronti della ministra: «Io non sono il servizio d’ordine del Salone e non sono la polizia. Ho detto ai ragazzi: eleggete un vostro delegato e trasformiamo questa contestazione in un dialogo. Loro mi hanno detto di no. Hanno rifiutato questa mediazione. È un peccato, ma è legittimo da parte loro. Il mio metodo è quello del dialogo, non del manganello». Infine, Lagioia ha espresso un giudizio generale sull’operato del governo: «Questo governo può avere una virata autoritaria, che non vuol dire fascismo, ma un’altra cosa. Restrizione della libertà, restrizione dei diritti, nel momento in cui c’è una ministra che è anti abortista io capisco che le donne si sentano minacciate».

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