1. GARANTE DETENUTI: MESSINA DENARO VIGILE, È IN INTENSIVA
MATTEO MESSINA DENARO
(ANSA) - "Matteo Messina Denaro si è risvegliato dall'operazione che è andata molto bene, è vigile e attivo. E' in terapia intensiva solo per prassi dopo interventi del genere". Lo dice il garante dei detenuti in Abruzzo, Gianmarco Cifaldi dopo l'intervento a cui è stato sottoposto all'ospedale dell'Aquila il boss mafioso.
"La degenza in ospedale dipende dalla combinazione tra il consulto sanitario e gli approfondimenti del Dap che deve valutare le azioni per garantire la sicurezza interna ed esterna - afferma ancora Cifaldi - Tutte le azioni vanno a garantire i diritti costituzionali sia per il boss sia per tutte le persone libere".
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Quanto alla richiesta di scarcerazione annunciata dai difensori di Messina Denaro in quanto il regime del 41 bis sarebbe incompatibile con le condizioni di salute di Messina Denaro, Cifaldi sottolinea: "garantiamo il diritto alla salute con personale medico qualificato e tutte le Agenzie dello Stato stanno operando nel rispetto del dettato costituzionale, me compreso".
2. LA BEFFA DEL BOSS “CRIMINALE ONESTO NON UN MAFIOSO MAI FATTO STRAGI”
Estrattp dell’articolo Salvo Palazzolo per “la Repubblica”
matteo messina denaro con montone
«Io non faccio parte di niente, io sono me stesso — esordisce — Mi definisco un criminale onesto». Nel suo primo interrogatorio, Matteo Messina Denaro parla da capomafia ancora in carica.
«Io non sono uomo d’onore — mette a verbale — mi ci sento». Nega e rilancia. «Io non sono un santo — è l’unica ammissione — però non c’entro niente con la storia del bambino Di Matteo», tiene a precisare. E, poi, torna a sfidare i magistrati che lo hanno arrestato, il procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia e l’aggiunto Paolo Guido. L’ennesima sfida allo Stato da parte del capomafia condannato per le stragi del 1992-93, bloccato a Palermo dai carabinieri del Ros il 16 gennaio scorso, dopo 30 anni di latitanza.
matteo messina denaro 1
«Io mafioso non lo sono — insiste nell’interrogatorio fatto il 13 febbraio, nel supercarcere dell’Aquila — ma conosco la mentalità dei mafiosi». È il più narcisista dei padrini. Gli chiedono: suo padre era mafioso? E lui risponde: «Non gliela feci mai questa domanda».
Fa una pausa e precisa: «Mi auguro che lo sia stato… quantomeno la sua vita avrebbe avuto un senso ».
Eccolo, il boss che custodisce i segreti delle stragi, delle complicità eccellenti della mafia e dei tesori mai sequestrati. Il procuratore de Lucia gli chiede: conosce Cosa nostra? Risponde: «Dai giornali, certo». Il magistrato insiste: e conosce Bernardo Provenzano, con cui si scambiava pizzini? Lui nega anche l’evidenza: «L’ho conosciuto in tv. Poi essendo tutti e due latitanti ci siamo incontrati, succede: io chiedevo favori a lui, e lui a me».
matteo messina denaro
Ma perché negare anche l’evidenza? Messina Denaro vuole fare arrivare un messaggio soprattutto: «Dottore de Lucia, io non mi farò mai pentito».
È un segnale che deve arrivare chiaro soprattutto all’esterno del carcere. Agli insospettabili complici che continuano a gestire il patrimonio del padrino, perché le relazioni sono il vero tesoro su cui può contare l’organizzazione mafiosa, che non rinuncia alla sconfitta.
Ecco perché il boss dice, con tono rassicurante: «Io, durante la latitanza, non ho mai avuto rapporti con appartenenti alle istituzioni, completamente». Per allontanare ancora una volta l’idea che abbia beneficiato di complicità. […]
«Il mafioso riservato è tipo un altro argomento di legge se vogliamo dire farlocco — dice ora, atteggiandosi a giurista — come il concorso esterno». Lo strumento di legge voluto da Giovanni Falcone per colpire gli insospettabili complici non piace ai mafiosi.
matteo messina denaro 1
In realtà, non piace neanche al ministro della Giustizia Carlo Nordio, che nei giorni scorsi si è lanciato in alcune improvvide dichiarazioni, scatenando le reazioni dei parenti delle vittime delle stragi, tanto da costringere la presidente del consiglio Giorgia Meloni a una precisazione.
[…] Quando gli chiedono se ha mai trafficato in stupefacenti, dice: «Vivevo bene di mio, di famiglia, quindi...». Ed estorsioni? «Non ne faccio di queste cose». I pm lo incalzano ancora: e non ha mai avuto a che fare con Cosa nostra?. Risposta: «Non lo so, magari ci facevo qualche affare e non sapevo che era Cosa nostra».
Prova sempre a sfuggire alle risposte. «Dunque, reati ne ha mai commessi lei?», gli chiedono un’altra volta. «No — dice — di quelli che mi accusano no».
MESSINA DENARO
Il procuratore de Lucia insiste: quindi stragi, omicidi, lei non c’entra niente? Risposta di Messina Denaro: «No, nella maniera più assoluta. Poi, mi possono accusare di qualsiasi cosa, io che ci posso fare alla fin fine, no?». Ecco come parla un mafioso irriducibile.
Quando il procuratore chiede: quindi, a parte la detenzione della pistola trovata nel covo, lei si reputa innocente, Ho compreso bene? Dice: «No, no, non voglio dire questo, sarebbe assurdo». E allora?. «Io ho detto la mia… In tutti i processi di reati con c’è mai stato riscontro oggettivo». Il procuratore chiosa: «Questa è una opinione». Il boss dice: «No».
[…]
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