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    “NON TI HO FATTO NIENTE, ME NE VADO” - L'AUDIO CHE INCASTRA L'AUTISTA DEL TIR CHE HA INVESTITO E UCCISO ALESSIA SBAL - L’UOMO URLA ALLA 42ENNE CHE GLI CONTESTAVA I DANNI ALLA PANDA CHE SE NE SAREBBE ANDATO, SENZA ASPETTARE LA POLSTRADA - “FERMATI, FERMATI”, GRIDA A SUA VOLTA ALESSIA. POI IL SILENZIO: LA VITTIMA VIENE INVESTITA DAL TIR E TRASCINATA PER ALCUNI METRI. E IL CAMIONISTA? SI ALLONTANA…


     
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    Fulvio Fiano e Rinaldo Frignani per www.corriere.it

     

    ALESSIA SBAL (AL CENTRO) CON LA MADRE E LA SORELLA ALESSIA SBAL (AL CENTRO) CON LA MADRE E LA SORELLA

    La pioggia, il frastuono del traffico del Raccordo anulare, le voci concitate di Alessia Sbal e Flavio Focassati che si sovrappongono mentre discutono animatamente sulla corsia d’emergenza vicino allo svincolo per Casalotti. Lei indossa il fratino catarifrangente, lui no. Entrambi sono scesi dai loro veicoli, una Panda e un tir, dopo essersi fermati per constatare i danni di un incidente avvenuto solo qualche istante prima. La scena di quanto accaduto la sera del 4 dicembre scorso si può ricostruire per ora solo dagli audio depositati in procura delle due telefonate fatte dalla 42enne estetista di Ciampino al numero unico di emergenza 112 prima di essere travolta e uccisa dal mezzo pesante.

     

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    Al momento nessuno si è fatto vivo con la polizia per raccontare questi ultimi drammatici momenti, eppure al centralino del 118 sono state passate almeno una dozzina di chiamate di automobilisti che potrebbero aver assistito in diretta all’investimento. La prima alle 20.43, quattro minuti dopo quella fatta da Alessia — durata circa 60 secondi — in cui l’operatore (un civile) ha sentito la litigata con il camionista che si rifiutava di attendere l’arrivo di una pattuglia della Polstrada. 

     

    «Non ti ho fatto niente, io adesso me ne vado!», le urla dopo che la 42enne — che già nella prima chiamata di 23 secondi aveva riferito di essere stata tamponata, ma poi la linea era caduta — gli ha contestato i danni alla Panda. Effettivamente il conducente risale sul mezzo pesante e parte. «Se ne sta andando! — grida a sua volta Alessia —. Fermati, fermati!». Poi il silenzio: la vittima viene investita dal tir e trascinata per alcuni metri. Muore sul colpo mentre il camionista si allontana.

     

    Fino alle 20.53 circa al 118 continuano ad arrivare telefonate di persone che vedono il corpo della 42enne disteso a terra. Sono state tutte passate dal 112, che nel frattempo aveva già allertato la Polstrada per quello che, secondo chi indaga, è almeno per ora un incidente, con una dinamica particolare, ma un incidente. 

     

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    Focassati, originario di Rieti, non viene contestato al momento l’omicidio stradale. Sia il decreto di fermo emesso dal pm Stefano Luciani che l’ordinanza di convalida dell’arresto (ai domiciliari) emessa dal gip riportano come unica accusa quella di fuga dal luogo dell’incidente.

     

    Il ragionamento della procura sembra dunque il seguente: non ci sono dubbi sul fatto che il camionista si sia reso conto dell’urto (se anche non lo avesse fatto durante la marcia dei due veicoli, la discussione avuta con la donna è inequivocabile) ma potrebbe non essersi accorto di aver travolto la 42enne o potrebbe averlo fatto non per colpa propria (per l’ipotesi della volontarietà manca l’elemento del dolo). 

     

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    Perché gli venga contestato l’omicidio stradale, insomma, bisognerà nel caso accertare che l’autotrasportatore abbia compiuto una manovra pericolosa ripartendo dalla corsia di emergenza. L’altra ipotesi è che Sbal si sia avvicinata troppo al tir ormai in movimento, rimanendo impigliata e poi schiacciata in corrispondenza del cosiddetto «punto cieco» del mezzo, ossia quello non visibile dalla postazione del guidatore. 

     

    Le sue invocazioni a fermarsi rivolte all’autista sarebbero dunque da interpretare come il tentativo di richiamare l’uomo alle sue responsabilità nell’incidente e non come allarmato avvertimento prima di essere travolta.

     

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    Per accertare tutto questo il pm attende che venga individuato il punto esatto dell’investimento, partendo da quello di ripartenza del camion, la sua velocità e traiettoria di manovra. All’esame, insieme alla «scatola nera» del mezzo, ci sono i filmati delle videocamere del Gra — ma non è detto che inquadrino il tratto dove era la Panda — oltre ad eventuali segni sull’asfalto e sul tir (sequestrato). Di nessun aiuto può purtroppo essere l’autopsia effettuata sul corpo straziato della donna.

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