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    NON TROVATE LAVORATORI? PAGATELI DI PIÙ – SECONDO I DATI UNIONCAMERE, SU 531MILA ASSUNZIONI PREVISTE A SETTEMBRE, PIÙ DI 252MILA SONO CONSIDERARE DALLE STESSE IMPRESE “DIFFICILI” DA REALIZZARE: LO “SCOSTAMENTO” TRA DOMANDA E OFFERTA È DEL 48%, PRIMA DELLA PANDEMIA ERA AL 20% – E COSÌ CRESCE LA MANODOPERA STRANIERA (CHE VALE ORMAI IL 35% DELLE ENTRATE PROGRAMMATE), CHE ACCETTA QUALSIASI CONDIZIONE, ANCHE LO SFRUTTAMENTO, PUR DI LAVORARE…


     
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    Estratto dell’articolo di Claudio Tucci per “il Sole 24 Ore”

     

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    Su 531mila assunzioni previste dalle imprese a settembre oltre 252mila sono considerate dagli stessi imprenditori “difficili” da realizzare. Siamo al 48%; un “mismatch” (scostamento) a livelli elevatissimi che ormai riguarda un’assunzione su due, o giù di lì. Un dato, peraltro, in costante crescita, e in aumento di ben cinque punti rispetto a dodici mesi fa, con quote comprese tra il 60% e il 70% per molte figure tecnico-ingegneristiche e per gli operai specializzati.

     

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    Prima del Covid, nel 2019, le difficoltà nelle assunzioni oscillavano intorno al 20%; quindi in meno di un lustro questa percentuale si è più che raddoppiata. E a crescere, con una accelerata negli ultimi mesi, sono gli inserimenti di manodopera straniera, passati dai 95mila ingressi dello scorso anno, pari al 18,2% del totale delle entrate, agli 108mila ingressi segnalati a settembre, pari al 20,4% del totale entrate (+13mila contratti; +13,6%).

    IMMIGRATI LAVORO IMMIGRATI LAVORO

     

    A ricorrere maggiormente alla manodopera straniera sono i servizi operativi di supporto a imprese e persone (il 35,2% delle entrate programmate è riservato a manodopera straniera); ma numeri importanti si registrano anche nei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (32,7% di assunzioni di stranieri); nelle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (25,8%), nei servizi di alloggio ristorazione e turistici (25,7%) e nelle industrie alimentari (25,1%).

     

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    La fotografia scattata ieri dal bollettino Excelsior di settembre, targato Unioncamere-Anpal, conferma come causa prevalente del mismatch sia la “mancanza di candidati” con una quota del 31,7%. A seguire la “preparazione inadeguata” che si attesta al 12%.

     

    Un segnale da non trascurare vista la denatalità in atto (perdiamo 100mila studenti l’anno); e con un ragazzo su due che esce dalla scuola con competenze inadeguate. Tutto ciò in un mercato del lavoro che sta tenendo: nel trimestre settembre-novembre sono previsti 1,4 milioni di ingressi (+1,9% rispetto all’analogo periodo 2022). Con una spia rossa: a settembre le assunzioni sono in calo nelle aziende sotto i 10 addetti; mentre sono positive in quelli di maggiori dimensioni.

     

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    […] Entrando più nel dettaglio, il mismatch più elevato riguarda gli operai specializzati (64,2% la quota di entrate difficili da reperire), i conduttori di impianti fissi e mobili (53,2%) e le professioni tecniche (49,5%). Mancano attrezzisti, operai e artigiani del trattamento del legno (74,1% e un picco dell’87,7% nel Nord Ovest), gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (73,6%, con un massimo nel Nord Est dell’80,9%), i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse e mobili (73,1%, al 76,7% nel Nord Ovest) e i fabbri ferrai costruttori di utensili (72%, ma fino all’81,5% nel Centro).

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    Difficili da reperire anche i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (67,5%, che raggiunge il 74,5% nelle regioni centrali), i tecnici in campo ingegneristico (64,2%), i tecnici della salute (58,9%) e i tecnici della distribuzione commerciale (58,8%). […]

     

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