Lorena Loiacono per “il Messaggero”
DRESS CODE SCUOLA
Canottiere, minigonne e calzoncini, scarpe aperte, sandali e infradito: il caldo si fa sentire ma vestiti così, in classe, non si può andare. Nelle scuole va rispettato il dress code ma sono tanti gli studenti che, in questi giorni, si scoprono con le alte temperature. C'è chi viola il regolamento scolastico e chi viene invitato a mantenere un abbigliamento consono.
Mancano pochi giorni alla fine della scuola e lo stesso problema, tra qualche settimana, si ripresenterà agli esami di maturità. La questione è spinosa, di quelle che negli ultimi tempi hanno provocato non poche polemiche, e per i dirigenti scolastici va trattata con il buon senso: la libertà nell'abbigliamento va mantenuta ma non si va a scuola come se si stesse in spiaggia.
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I REGOLAMENTI
Nei regolamenti di istituto si parla infatti di vestiario consono all'ambiente, non ci sono indicazioni dettagliate dei capi di abbigliamento vietati ma un appello sottinteso a non esagerare. All'istituto Matteucci di Roma, ad esempio, nel regolamento viene posto il divieto per pantaloni corti o gonne e magliette succinte ma anche per l'abbigliamento eccessivamente trasandato, anche se trendy, così come per cappelli e cappucci.
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In tante scuole, come al liceo Mamiani o all'Amaldi, si fa appello al buon senso, evitando quindi outfit adatti ad una festa o alla spiaggia. «In alcune scuole ci sono circolari sul dress code spiega Cristina Costarelli, preside del liceo Newton e presidente dell'Associazione nazionale dei presidi del Lazio si tratta comunque di suggerimenti e consigli: il principio è che non si va a scuola vestiti come si andrebbe al mare».
Porre divieti perentori non è semplice anche perché significherebbe non far entrare a scuola uno studente vestito in maniera inadeguata e non sarebbe possibile. Ma i ragazzi sanno bene quali sono le regole: secondo un sondaggio di Skuola.net, infatti, per il 60% degli studenti sono banditi shorts, minigonne, bermuda e calzoncini.
DRESS CODE SCUOLA
Il 51% sa di non poter indossare canottiere e quasi il 70% non può portare ciabatte o infradito. C'è anche chi, pur sapendo di non rispettare le indicazioni, infrange comunque le regole: un ragazzo su 5 va a scuola scoprendo spalle, pancia e schiena, oltre uno su 10 indossa comunque pantaloni corti e gonne, in barba alle indicazioni della scuola di appartenenza.
Ma non tutti i ragazzi si schierano contro le regole del dress code, c'è anche chi invece ritiene necessaria l'esistenza di qualche regola. Il 13% degli intervistati da Skuola.net è assolutamente contrario ma il 35%, pur schierandosi contro i divieti, chiede comunque ai compagni di collaborare per evitare sanzioni e interventi dall'alto. Ben 4 ragazzi su 10 sono invece d'accordo con una regolamentazione anche se chiedono un po' di flessibilità da parte di docenti e dirigenti scolastici, soprattutto quando, come in questi giorni, fa molto caldo.
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E c'è chi, circa il 12%, in controtendenza ritiene assolutamente opportune le restrizioni. Il 28% degli studenti peraltro assicura che, con il caldo, anche i docenti hanno iniziato a scoprirsi di più adottando un abbigliamento inadeguato.
Certo nelle aule, in questa fase di fine anno, fa decisamente caldo. «Ma il buon senso è indipendente dal clima obietta Roberto Romito, presidente dell'Associazione nazionale dei presidi della Puglia la scuola insegna a studiare ma anche a vivere: non con i divieti o con interventi duri ma con consigli appropriati.
STUDENTESSA CON I JEANS RATTOPPATI CON LO SCOTCH
L'abbigliamento deve essere adatto al luogo in cui ci troviamo: vale per l'aula ma anche, soprattutto, per un esame. Pensiamo alla maturità: a luglio farà sicuramente caldo ma consiglio ai ragazzi di mantenere una linea adatta alla prova che si sta sostenendo».
L'esame di Stato rappresenta, per i ragazzi e per la scuola, un momento importante: «Gli esami si svolgono in estate e il caldo si fa sentire spiega Mauro Zeni, preside del liceo Tenca di Milano e presidente dell'Assopresidi di Milano è giusto che i ragazzi adottino un abbigliamento fresco, ma ordinato. Evitate gli eccessi. Qualche anno fa molti ragazzi indossavano pantaloni a vita bassa: era una moda ma in diversi casi i dirigenti sono dovuti intervenire parlando con i singoli studenti. La comunicazioni è importante, per evitare scontri e arrivare a risolvere il problema».
GLI SCONTRI
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Lo scontro esplode quando si usano interventi inappropriati, nel giudicare l'abbigliamento di un adolescente: tra i casi più recenti ci sono quello del professore di Genova che, riferendosi ad una studentessa di Roma sempre per un caso di dress code, commenta sui social «avrà quel che si merita quella zoccoletta».
L'inverno scorso fu la volta della professoressa del liceo Righi che, rivolgendosi a una ragazza con la pancia scoperta, le disse «Non stai sulla Salaria». Al Socrate, lo scorso anno, una professoressa parlando con le studentesse consigliò di non indossare minigonne troppo corte «Altrimenti poi al prof casca l'occhio».
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