Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”
GIORGIA MELONI - BENJAMIN NETANYAHU
«Confidiamo che la solidarietà dell’Italia resterà inalterata quando inizieremo le operazioni di terra». Nelle parole di commiato rivolte da Netanyahu a Meloni, c’era la determinazione di Israele a sconfiggere definitivamente i terroristi. Ma si avvertiva anche il timore che alla lunga l’Occidente possa prendere le distanza da Tel Aviv.
La presidente del Consiglio italiana ha compreso il messaggio, e congedandosi ha voluto rassicurare il primo ministro israeliano sul fatto che «l’Occidente sarà sempre al vostro fianco». Ma il colloquio di undici giorni fa […] non si è limitato a frasi di circostanza. Ora emergono i dettagli del confronto, durante il quale sono stati affrontati gli aspetti più critici della guerra e si sono anche manifestate differenze di vedute che certo non incrinano la volontà di «restare uniti».
l attacco israeliano al campo profughi di jabalia striscia di gaza 3
Sul rischio di un allargamento del conflitto, per esempio, Meloni ha voluto sottolineare quali pericoli si corrano se a Nord dovessero muoversi le milizie di Hezbollah. Il suo convincimento è che Hamas abbia attaccato Israele contando sulla sua reazione, per far scattare una trappola: «Non dovete prestarvi a questa strategia».
Netanyahu, dopo aver mostrato alla premier immagini barbare di un video girato dai terroristi, ha spiegato invece che l’obiettivo di Hamas […] era di «rafforzare la sua leadership» nel mondo arabo, per guadagnarne il consenso. Diversa sarebbe invece la posizione di Hezbollah: sebbene faccia parte insieme ad Hamas dell’«asse del Male guidato dall’Iran», il suo leader Hassan Nasrallah «non vuole trasformare Beirut in un’altra Gaza».
GIORGIA MELONI - BENJAMIN NETANYAHU 1
Così ha illustrato a Meloni i due target israeliani: «Deter North and defeat Hamas».
Per prevenire l’apertura di un nuovo fronte ai confini del Libano, Tel Aviv dice di poter contare sulla stretta collaborazione di Washington, la cui forza nell’area è un «deterrente» nei confronti di Hezbollah.
Quanto ad Hamas, Netanyahu ha detto senza mezzi termini di volerla «sradicare» da Gaza, per poi creare delle «zone cuscinetto» di sicurezza. «Abbiamo fiducia che Israele sia in grado di farlo nel modo migliore», ha commentato a quel punto la premier italiana: «Perché noi siamo diversi dai terroristi».
GIORGIA MELONI - BENJAMIN NETANYAHU
Un’esortazione chiara sulla gestione della forza, che ha introdotto il problema dei civili nella Striscia. «Noi non vogliamo fare di Gaza una nuova Dresda», è stata la replica immediata del primo ministro israeliano.
La citazione della città tedesca — rasa al suolo ormai alla fine della Seconda guerra mondiale — gli è servita non solo per assicurare che Tel Aviv farà «il possibile per risparmiare» la popolazione palestinese, ma anche per respingere le accuse internazionali verso Tel Aviv sulla crisi umanitaria: «È Hamas che usa come scudo i civili e uccide chiunque cerchi riparo nella zona Sud» della Striscia.
i cadaveri dopo il bombardamento del campo profughi di jabalia
Netanyahu si è mostrato poi critico con l’Egitto, che — a suo dire — ha un atteggiamento intransigente: «Basterebbe che il Cairo allargasse di pochi chilometri all’interno il confine con Gaza, per mettere al sicuro i rifugiati. Ma non ne vogliono sapere di accoglierli».
Siccome era evidente quanto sarebbe poi successo, e cioè che Israele avrebbe iniziato l’operazione di terra, Meloni ha chiesto se e quali soluzioni fossero state prese in esame per il futuro di Gaza. «Ci sono cinque-sei scenari», si è sentita rispondere: «Ne parleremo dopo aver cancellato Hamas dalla Striscia». […] c’è un motivo se Netanyahu, che è impegnato su uno dei due fronti, confidi sulla solidarietà europea: «Perché, se il Medio Oriente soccombe all’Iran, la civiltà occidentale sarà in grande pericolo».
il cratere al campo profughi di jabalia striscia di gaza l attacco israeliano al campo profughi di jabalia striscia di gaza 6