Estratto dell’articolo di Carlo Di Foggia per “il Fatto quotidiano”
GIUSEPPE BUSIA
È una nomina che dà lustro a un’istituzione italiana, ma anche una sconfitta per il ministro della Giustizia Carlo Nordio. Difficile infatti non vedere il paradosso dell’elezione di Giuseppe Busia a capo della Rete europea delle Autorità Anticorruzione (European Network for Public Ethics).
Il numero uno dell’Anac è stato scelto venerdì dai suoi colleghi europei nella riunione plenaria dell’Enpe, che racchiude 18 autorità nazionali e che a Roma ha appena tenuto la Conferenza internazionale a sostegno della nuova direttiva Ue anticorruzione. Nell’ultimo anno Nordio ha di fatto estromesso Busia dalle trattative sulla direttiva e ora se lo ritroverà allo stesso tavolo da cui l’aveva escluso ma in veste di rappresentante della rete che racchiude tutte le autorità dei singoli Stati membri. […]
CARLO NORDIO
D’altronde la guerra sotterranea del Guardasigilli all’Autorità anticorruzione va avanti da tempo a colpi di sgarbi istituzionali. A dicembre scorso, ha escluso l’Anac dalla conferenza internazionale degli Stati aderenti alla Convenzione Onu contro la corruzione (Uncac) che si teneva ad Atlanta. È la prima volta che accade da quando Anac è stata creata nel 2014 (fa eccezione il 2019 quando però era in attesa dei nuovi vertici). Tutti i Paesi dotati di un’Autorità anticorruzione la includono infatti nelle proprie delegazioni alla conferenza, che si tiene ogni due anni.
Nordio, invece, nonostante le proteste formali, ha deciso di non includerla nella delegazione governativa, che per la prima volta in 12 anni ha visto la partecipazione di un ministro italiano. […]
MATTEO SALVINI VS GIUSEPPE BUSIA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
Anac è stata esclusa anche dai gruppi di lavoro di giugno e settembre, che si sono tenuti a Vienna, in preparazione della prossima conferenza, nonostante si discutesse di appalti e whistleblowing, di cui è l’autorità di vigilanza in Italia.
Sulla direttiva è successa la stessa cosa. Di fatto, l’Anac è stata estromessa dalle trattative, a partire dai colloqui con le istituzioni europee, soprattutto la Commissione. Busia si è sempre schierato a favore del testo, che equipara la corruzione del settore pubblico a quella del settore privato e prevede pene uniformi in tutta l’Unione.
Lo scontro però è stato soprattutto sul reato di abuso d’ufficio, che il governo ha appena cancellato. Una scelta criticata da Busia, perché aprirà un vuoto normativo creando sacche di “impunità” ed è in contrasto con la direttiva che in origine lo prevedeva come reato comune a tutti i Paesi Ue.
giorgia meloni carlo nordio
“L’abolizione del reato di abuso d’ufficio potrebbe impattare sull’efficacia del rilevamento dei fatti di corruzione”, aveva commentato a gennaio un portavoce della Commissione europea. Al Consiglio Ue sulla Giustizia di giugno, Nordio si è detto “lieto della mediazione raggiunta sul reato di abuso d’ufficio, che con la sua flessibilità consente di conciliare gli obiettivi della proposta con le azioni di carattere nazionale”, lasciando intendere che l’Italia potrebbe non essere costretta a reintrodurre il reato se la direttiva dovesse essere essere approvata. [...]
GIUSEPPE BUSIA
Più in generale, oltre che per l’abuso d’ufficio, il presidente Anac, nominato all’epoca del Conte-2, è da tempo nel mirino del governo per le sue critiche al nuovo Codice appalti e alla decisione di resuscitare il Ponte sullo Stretto (considerato un regalo di Matteo Salvini a Webuild) che hanno spinto la Lega a chiederne le dimissioni. Una guerra che oggi sarebbe rivolta al rappresentante di tutte le autorità Ue in materia.
CARLO NORDIO - ALFREDO MANTOVANO