1 - MADRID, DUBLINO E OSLO INSIEME RICONOSCONO LO STATO PALESTINESE
Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
Il premier norvegese Jonas Gahr Store - l irlandese Simon Harris - lo spagnolo Pedro Sanchez
La data è il 28 maggio: Norvegia (che non fa parte dell’Ue), Spagna e Irlanda riconosceranno formalmente lo Stato palestinese, un gesto simbolico, un segnale verso Israele criticata per la guerra a Gaza. Il primo ad annunciarlo è stato ieri il premier norvegese Jon Gahr Støre, seguito dall’irlandese Simon Harris e dallo spagnolo Pedro Sánchez.
In segno di protesta Israele ha richiamato i suoi ambasciatori in Spagna, Irlanda e Norvegia. Il premier israeliano Netanyahu ha detto, in un video messaggio, che il riconoscimento è «un premio per il terrorismo» e ha ribadito il suo no: «L’80% dei palestinesi in Giudea e Samaria sostiene il terribile massacro del 7 ottobre. A questo male non bisogna dare un Paese».
benjamin netanyahu
Il leader dell’Autorità Palestinese Abu Mazen ha accolto con favore il riconoscimento, affermando che la decisione sancirà «il diritto del suo popolo all’autodeterminazione» e sosterrà gli sforzi per realizzare una soluzione a due Stati con Israele.
L’organizzazione terroristica Hamas ha esultato chiedendo «la creazione di uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme come capitale». Il premier Sánchez ha spiegato che «questo riconoscimento non è contro nessuno, non è contro il popolo di Israele, che rispettiamo e apprezziamo, né contro il popolo ebraico, né è a favore di Hamas», è invece «a favore della coesistenza pacifica tra Israele e Palestina e della soluzione dei due Stati».
Spagna Irlanda e Norvegia: riconoscono lo Stato di Palestina
[…] La fuga in avanti di Madrid e Dublino rischia di creare ulteriori tensioni e di polarizzare ancora di più la situazione all’interno dell’Unione europea, che si è già divisa sulle richieste della Corte penale internazionale (Cpi) di spiccare mandati d’arresto nei confronti di Netanyahu, del suo ministro della Difesa Gallant e dei principali leader di Hamas per presunti «crimini di guerra e contro l’umanità» commessi in Israele e a Gaza dal 7 ottobre in poi.
L’equiparazione tra Israele e Hamas è stata definita «inaccettabile» da Italia e Repubblica ceca, «incomprensibile» dall’Austria. La Germania ha criticato la «falsa impressione di equivalenza» e insistito sul fatto che «le accuse del procuratore capo sono gravi e devono essere dimostrate». Sostegno alla Cpi è stato manifestato da Belgio, Irlanda e Spagna e dalla Francia, che poi ha precisato che non ci deve essere equivalenza tra Hamas e Israele.
Manifestazione a sostegno della Palestina a Pamplona - spagna
Gli Stati membri faticano a coordinare le proprie posizioni sul conflitto in corso, vi sono sensibilità diverse. Secondo diversi osservatori, i leader Ue sembrano più preoccupati delle proprie opinioni pubbliche che di trovare una linea condivisa. Finora la Svezia era l’unico Paese Ue ad aver riconosciuto la Palestina mentre faceva già parte dell’Unione, nel 2014. Gli altri — Bulgaria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Ungheria e Cipro — non erano ancora nell’Ue.
Dei 193 Paesi dell’Onu, oltre 140 hanno già riconosciuto la Palestina. Il 18 aprile scorso gli Stati Uniti hanno posto il veto a un progetto di risoluzione del Consiglio di Sicurezza che avrebbe riconosciuto la Palestina come membro a pieno titolo dell’organizzazione internazionale.[…]
2 - ROMA SI SMARCA: «MOSSA CHE CREA NUOVA TENSIONE» SÌ DI PD E M5S
Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
GIORGIA MELONI - BENJAMIN NETANYAHU
«Sono tre governi socialisti, ci sono le elezioni europee e magari sperano di guadagnare qualche voto». Alla Farnesina la mettono giù in modo esplicito, senza metafore. La decisione di Irlanda, Norvegia e Spagna viene anche giudicata in questo modo. E chi parla alla Farnesina si è raccordato con Palazzo Chigi.
«Non stanno facendo un favore ai Palestinesi, sono decisioni politiche che però poggiano sulle sabbie mobili, occorre non dimenticare che i palestinesi in questo momento non hanno uno Stato, non hanno un governo, non hanno un territorio, non hanno una capacità sovrana e quindi mancano i requisiti minimi per un riconoscimento realmente efficace».
GIORGIA MELONI - BENJAMIN NETANYAHU 1
La posizione italiana è questa, nonostante le notizie che arrivano dall’estero. Una posizione che storicamente si aggrappa al concetto di equidistanza fra le due parti, che si batte per arrivare al riconoscimento di due Stati e due popoli, ma senza strappi in avanti, restando ancorata a passi efficaci e concreti. E soprattutto, mai come adesso, allineata a Washington.
Del resto è lo stesso ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a pronunciare parole molto chiare: «Ogni soluzione deve essere raggiunta attraverso i negoziati tra israeliani e palestinesi. Posizione condivisa con gli Stati Uniti […]».
BENJAMIN NETANYAHU E GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI
[…] Giuseppe Conte, leader dei 5 Stelle, attacca invece il governo: «Tajani ci spiega che l’Italia si è astenuta sul voto Onu per il riconoscimento della Palestina perché è alla guida del G7 e la maggioranza dei Paesi che ne fanno parte si è astenuta. Questo è il governo Meloni. Vediamo cosa fa la maggioranza nel G7 e li seguiamo».
[…] Con una sfumatura diversa si esprime invece la segretaria del Pd, Elly Schlein: «Bene la Spagna di Pedro Sánchez, la Norvegia e l’Irlanda. Anche noi chiediamo il riconoscimento europeo dello Stato di Palestina, per aiutare il processo di pace. Serve un ruolo diplomatico più forte dell’Ue». […]
3 - INCONTRO CON IL PRIMO MINISTRO PALESTINESE MOHAMMAD MUSTAFA
Mohammad Mustafa
Data: 25 Maggio 2024
Ora: 12:30
Luogo: Palazzo Chigi
Sabato 25 maggio, alle ore 12.30, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, incontrerà il Primo Ministro palestinese, Mohammad Mustafa, a Palazzo Chigi.
BENJAMIN NETANYAHU E GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI PROTESTE CONTRO BENJAMIN NETANYAHU