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    “DONALD? IMMORALE COME UN BOSS MAFIOSO” - NUOVA BUFERA PER LE ANTICIPAZIONI DEL LIBRO DI JAMES COMEY, IL DIRETTORE DELL’FBI CACCIATO DA TRUMP A MAGGIO 2017: “E’ UN PERSONAGGIO COMPLETAMENTE SLEGATO DALLA VERITÀ, DOMINATO DALL'EGO” - IL RACCONTO DI COME IL PRESIDENTE AVESSE CHIESTO DI INDAGARE NON SULLE INTERFERENZE DI MOSCA, MA SULLE VOCI DEI SUOI RAPPORTI CON PROSTITUTE RUSSE…


     
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    Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

    james comey james comey

     

    Sono giornate di caos ordinario nella Washington di Donald Trump. Il presidente twitta, annuncia, ritratta, minaccia, blandisce. E manda in corto circuito il Congresso, i media, i governi alleati. Mercoledì 11 aprile, per esempio: i parlamentari repubblicani prima hanno elogiato lo «Statista» che aveva deciso di punire Bashar al Assad; ma subito dopo sono entrati in allarme perché lo stesso «Statista» vorrebbe licenziare il Super procuratore Robert Mueller, aprendo una crisi costituzionale senza precedenti.

     

    Ma la vita pubblica di «The Donald» è ormai un' estensione della sua vita privata. Come promette di confermare il libro in uscita di James Comey, il direttore dell' Fbi cacciato da Trump nel maggio 2017. La stampa americana ieri ha anticipato qualche estratto.

    TRUMP COMEY TRUMP COMEY

     

    Per il super poliziotto il leader del Paese è «una figura immorale, come un boss mafioso, un personaggio completamente slegato dalla verità, dominato dall' ego». Il volume contiene una miriade di episodi. Per esempio racconta come il presidente avesse chiesto a Comey di indagare non sulle interferenze di Mosca, ma sulle voci dei suoi rapporti con prostitute russe. Voleva dimostrare alla moglie Melania che quelle fossero false insinuazioni. Donald Trump fabbrica continuamente nuova confusione, cui si aggiunge quella che lo rincorre dal passato.

     

    COMEY COMEY

    L'inchiesta di Mueller sul Russiagate è un aspirapolvere sempre più gonfio. Da ultimo ha inghiottito le carte sequestrate a Michael Cohen, avvocato e custode trentennale dei segreti di Trump: i mercanteggiamenti con pornostar e modelle, le transazioni d' affari e, probabilmente, anche i veri conti finanziari del gruppo, tasse e debiti compresi.

     

    Il leader un giorno promette di mandare via tutti dal Dipartimento di Giustizia; un altro, ieri nello specifico, pare disposto a «collaborare» con il Super procuratore. Nello stesso tempo prova a recuperare il rapporto con Melania: durante le vacanze di Pasqua nel resort di Mar-a-Lago ha cenato due volte da solo con la moglie. Un record, dicono.

    MIKE POMPEO MIKE POMPEO

     

    L' anno scorso, proprio di questi tempi, il Washington Post pubblicò una vignetta rimasta insuperata. Trump è appena tornato dal viaggio in Arabia Saudita: banchetti e danza delle spade. E adesso è seduto nello Studio Ovale, mentre agita la scimitarra-ricordo, rompendo tutto.

     

    Difficile dire se persegua consapevolmente «la strategia del caos» o se, semplicemente, non sappia fare altro che quello. Il risultato, comunque, non cambia. Qualche settimana fa un funzionario raccontava al Corriere: «Tutta l' amministrazione comincia la giornata con i suoi tweet. Ma praticamente nessuno li considera degli ordini esecutivi. Piuttosto li vediamo come il punto di partenza».

    james comey james comey

     

    È lo schema che sta adottando il capo dello staff, il generale John Kelly. Si inizia da una sparata, da un' iperbole trumpiana e, piano piano, si arriva a una soluzione più congrua con gli standard di governo. Il problema è che i filtri si logorano rapidamente. Trump non sopporta la marcatura troppo stretta. «Lui vuole gestire, non essere gestito», ha sintetizzato con la Cnn Roger Stone, lobbista conservatore, sodale da almeno trent' anni del costruttore newyorkese.

     

    trump e john kelly trump e john kelly

    Ora è il momento del «gabinetto di guerra», con l' ex ambasciatore Onu John Bolton consigliere per la sicurezza nazionale e Mike Pompeo in arrivo come segretario di Stato, che ieri si è presentato al Senato per l' audizione di conferma con queste parole: «La guerra è l' ultima risorsa». Bolton sarebbe già entrato in collisione con il Segretario alla Difesa, James Mattis. Ma vedremo: è solo l' esordio dell' ennesima rivoluzione.

     

    Persino i pupilli del presidente girano a vuoto. Nel pieno della crisi siriana, Trump ha spedito la figlia Ivanka, in teoria sua prima consigliera, e il marito Jared Kushner, «l' uomo giusto» per risolvere i conflitti mediorientali, inPerù. Terranno compagnia al vicepresidente Mike Pence, nell' inutile (visto che Trump non ci sarà) Vertice delle Americhe.

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