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    MATTONI AVVELENATI SOTTO LA MADONNINA – UNA RESIDENZA UNIVERSITARIA (GIÀ ABITATA) E DUE PALAZZI IN COSTRUZIONE, IL COSIDDETTO PROGETTO “SCALO HOUSE”, SONO STATI SEQUESTRATI A MILANO NELL’AMBITO DI UNA NUOVA INCHIESTA SULLA GESTIONE URBANISTICA DELLA CITTÀ – 14 LE PERSONE INDAGATE: OLTRE A COSTRUTTORI, FUNZIONARI E DIRIGENTI COMUNALI, ANCHE L’ASSESSORE ALL’URBANISTICA A TORINO, PAOLO MAZZOLENI, EX COMPONENTE DELLA COMMISSIONE PAESAGGIO E FIRMATARIO DEL PROGETTO – TRA I REATI CONTESTATI ABUSI EDILIZI, LOTTIZZAZIONE ABUSIVA E FALSO – IL GIP: “A MILANO GRUPPI DI PRESSIONE LUCRANO SUL SETTORE EDILIZIO. AI COSTRUTTORI FINANZIAMENTI OCCULTI...”


     
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    INCHIESTE URBANISTICA: GDF SEQUESTRA UN'ALTRA AREA A MILANO

    progetto scalo house a milano progetto scalo house a milano

    (ANSA) - Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf di Milano, in una delle molte inchieste sulla gestione urbanistica in città, sta sequestrando un'altra area urbana, all'angolo tra via Valtellina e via Lepontina, ossia il progetto "Scalo House", dove è stata realizzata una residenza universitaria e sono in corso di realizzazione due nuovi edifici. La Gdf di Milano sta procedendo anche a perquisizioni nei confronti di alcuni funzionari e dirigenti comunali e membri della Commissione per il paesaggio indagati per l'ipotesi di falso.

     

    Paolo Mazzoleni Paolo Mazzoleni

    INCHIESTA URBANISTICA: 14 GLI INDAGATI, ANCORA MAZZOLENI

    (ANSA) - Sono 14 gli indagati nell'inchiesta milanese, una delle tante sulla gestione urbanistica in città, che stamani ha portato al sequestro di una residenza universitaria e di due palazzi in realizzazione con appartamenti, il cosiddetto progetto Scalo House. Tra loro, oltre a costruttori, progettisti e funzionari e dirigenti comunali, è indagato, così come in diversi altri fascicoli a Milano, Paolo Mazzoleni, in qualità di ex componente della Commissione paesaggio e anche come firmatario del progetto. Mazzoleni è l'attuale assessore all'Urbanistica a Torino. Tra i reati contestati nell'inchiesta abusi edilizi, lottizzazione abusiva e falso, come nelle altre indagini simili.

     

    INCHIESTE URBANISTICA: GIP, 'A MILANO C'È UN SISTEMA ILLEGALE'

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    (ANSA) - Questo "sistema di illegalità manipolatoria e di falsificazione ideologica dei titoli edilizi e alterazione del procedimento", di cui "il caso di via Lepontina 4, Valtellina 38 è solo uno dei fulgidi esempi", non "accenna ad arrestarsi e sembra anzi avere subito un'accelerazione ed essere diventato ancora più pervasivo".

     

    Lo scrive il gip di Milano Mattia Fiorentini nel decreto di sequestro dell'area Scalo House, che comprende una residenza universitaria già realizzata e due torri con appartamenti in costruzione, eseguito stamani dal Nucleo di polizia economica finanziaria della Gdf di Milano in una delle tante inchieste del pool guidato dall'aggiunta Tiziana Siciliano, coi pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici.

     

    progetto Scalo House a milano progetto Scalo House a milano

    Al di là della "dichiarazioni di intenti delle circolari numero 3 e 4 di marzo del 2024, dei direttori e dei dirigenti degli uffici dell'edilizia di Milano", scrive il giudice, "non risulta che nel presente caso e in altri enunciati (via Crescenzago, cortile di via Compagnoni, torre di via Stresa, via Anfiteatro, via della Zecca Vecchia etc.) il Gruppo di lavoro del Direttore e dirigenti abbia rivisto le pratiche e compiuto istruttorie, attenendosi alle indicazioni date dal gip, come era stato, appunto, dichiarato che avrebbe fatto".

     

    Non è dato sapere, si legge ancora, "nemmeno, ad esempio, quali siano state le iniziative del Gruppo in ordine ai numerosissimi casi di costruzioni in cortile, su cui questa Procura aveva chiesto formalmente di essere informata".

     

    In questa inchiesta sono indagati anche dirigenti e funzionari comunali, già coinvolti in altri fascicoli simili, che sono decine in tutto, come Giovanni Oggioni, ex direttore dello Sportello unico edilizia, e Paolo Mazzoleni, ex componente della Commissione paesaggio a Milano e assessore dell'Urbanistica a Torino, qua indagato come "progettista" di Scalo House. Sono già tre i sequestri di cui sono stati oggetto, negli ultimi mesi, i cantieri di edifici in costruzione a Milano.

     

    INCHIESTE URBANISTICA, 'AI COSTRUTTORI FINANZIAMENTI OCCULTI'

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    (ANSA) - Nell'inchiesta dei pm e della Gdf di Milano, che stamani ha portato al sequestro dell'area Scalo House, ci sarebbe stato, come in altri casi, un calcolo al ribasso su oneri di urbanizzazione e relativa "monetizzazione", che ha "comportato un indebito vantaggio all'operatore privato che si sostanzia in una forma di finanziamento occulto dell'intervento". Lo scrive il gip Mattia Fiorentini.

     

    Anche in questo caso, come in altri, per costruire sarebbe stata usata la Scia, ossia un'autocertificazione di inizio lavori con tanto, poi, anche di convenzione firmata dai dirigenti comunali e non passata per il Consiglio comunale o la Giunta. Sarebbe mancato, dunque, un piano attuativo che tiene conto di tutti i servizi per la cittadinanza nelle aree in costruzione.

     

    progetto Scalo House a milano progetto Scalo House a milano

    Il giudice nel provvedimento evidenzia quanto sia "distante" il valore "stabilito di 428,38 euro al metro quadro" rispetto "ai valori di mercato delle aree fabbricabili" di "1.167,29 euro al metro quadro delle aree per zone residenziali (con permesso di costruire)". Valore "di gran lunga superiore a quello applicato per la monetizzazione delle aree a standard passato da 346,71€/mq del 2010 a 428,38 €/mq del 2022".

     

    Tra gli indagati, per ipotesi che a vario titolo vanno da abusi edilizi, lottizzazione abusiva e falso, figurano anche Marco Stanislao Prusiki, "presidente della commissione per il paesaggio, nella seduta del 9 novembre 2019", quando iniziò il progetto, Ombra Katina Bruno, progettista dello studio Bruno Mazzoleni associati, Andrea Viaroli, dirigente comunale e responsabile del procedimento. E ancora Francesco Mario Carrillo, altro dirigente comunale, Riccardo Rinaldi, tecnico comunale, così come Nicoletta Carriero. Poi, Marco Natale, "legale rappresentante della Lepontina Gestioni srl, proprietaria dell'area fino alla compravendita" con "l'acquirente Green Stone", Domenico Cefaly e Anselmo De Titta della Green Stone e Alessandro Boe, direttore lavori. (ANSA).

     

    GIP, 'IN COMUNE MILANO GRUPPI DI PRESSIONE LUCRANO SU EDILIZIA'

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    (ANSA) - Dalle inchieste milanesi sull'urbanistica sono emersi "gruppi di pressione che controllano le operazioni immobiliari più lucrative, e che operano attivamente per assicurare il mantenimento di tale sistema", escludendone "chi non vi appartiene", e per "impedire che l'azione del Comune venga ricondotta sui binari del rispetto del territorio e della legalità". E tra gli "appartenenti a tali gruppi non si ha difficoltà a riconoscere l'ex direttore del Sue", lo Sportello unico edilizia, Giovanni Oggioni, ora vicepresidente della Commissione comunale paesaggio.

     

    Lo si legge nel decreto di sequestro del progetto Scalo House, in zona Scalo Farini. Il gip Fiorentini spiega anche che la "commissione comunale per il paesaggio" è "espressione di professionisti (architetti) spesso" tra loro "legati", a cui è stato "attribuito illegittimamente il potere di concedere scostamenti dalle norme del Pgt", il piano di governo del territorio. Si tratta di una commissione che, osserva ancora il gip, "non garantisce indipendenza, in quanto organismo composto da professionisti nominati direttamente dal Sindaco, che esercitano la libera professione a Milano, i cui progetti vengono sottoposti alla valutazione della stessa Commissione in osmosi col Sue".

     

    Paolo Mazzoleni Paolo Mazzoleni

    I verbali di staff del "direttore Oggioni", si legge ancora, "mettono pure in luce" come "operasse contemporaneamente all'interno del Sue e all'esterno, prendendo parte la mattina alle riunioni di staff e alle riunioni dell'Area urbanistica, che lo impegnava nell'elaborazione delle norme della Variante al Pgt del 2012, e al pomeriggio alle riunioni del 'tavolo c'è Milano da fare', composto dal medesimo, in qualità di direttore del Sue, da progettisti, in qualità di rappresentanti dell'Ordine degli architetti, da rappresentati di avvocati delle società immobiliari e da imprenditori del settore immobiliare".

     

    Ciò, stigmatizza il giudice, "in un perenne conflitto di interessi, reso evidente sia dalle interpretazioni date da Oggioni 'contra legem' e sempre a favore delle maggiori quantità di cubatura da realizzare".

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