Matteo Di Paolo Antonio per “il Tempo”
SOTER MULE'
Questa volta non ci è scappato il morto, ma l' ex re del bondage Soter Mulè, è di nuovo finito nei guai. Noto per aver condotto il gioco erotico che nel 2011 era costato la vita alla ventiquattrenne Paola Caputo, sabato Mulé è stato di nuovo arrestato, ma per spaccio di sostanze stupefacenti. Sfrecciava con la sua auto sulla via Palmiro Togliatti, quando una pattuglia della polizia del commissariato Prenestino lo ha fermato per un controllo. L' alta velocità si è però ben presto rivelato il minore dei problemi per il quarantotenne romano. Questa volta, infatti, nella sua auto non sono stati trovati giocattoli erotici, corde e arnesi, ma droga.
Le forze dell' ordine lo hanno allora accompagnato a casa sua, dove sono state trovate 3 dosi di mdma, 1 di cocaina e 187 di hashish, ma soprattutto bilancia di precisione e tutto il materiale utile al confezionamento e alla vendita degli stu pefacenti.
SOTER MULE'
Ieri mattina, al tribunale monocratico di piazzale Clodio, nonostante la richiesta di arresti domiciliari del pm Olivia Mandolesi, il giudice ha scelto la misura dell' obbligo di firma.
Laureato in ingegneria meccanica, fondatore di una società di sicurezza informatica e appassionato fotografo, Mulé é noto soprattutto per essere una delle persone più navigate nel mondo del bondage.
SHIBARI-MULE'
Circa sei anni fa, era il 2011, l' uomo era finito alla ribalta delle cronache nazionali dopo che uno dei suoi giochi erotici si era trasformato in tragedia. Ispirato dalla tecnica giapponese dello "Shibari", l' ingegnere aveva appeso due ragazze consenzienti all' estremità di un tubo in un garage di Sette bagni, legandole per il collo con dei nastri di seta. In una sorta di altalena, il meccanismo avrebbe dovuto simulare brevi soffocamenti alterni alle due giovani, ma a causa di un malore, una ragazza si era accasciata e l' altra era rimasta strangolata.
Lui, il "Naswashi", il master di questa tecnica, che avrebbe dovuto provare piacere nell'assistere a quello spettacolo, non era riuscito a tagliare prontamente le corde e il suo soccorso era risultato vano a salvare la vita di una delle due. Il giudice lo aveva condannato in primo grado con il rito abbreviato a 4 anni e 8 mesi per omicidio colposo, poi ridotti a 3, visto che la ragazza sopravvissuta, nonostante fosse fini tain coma farmacologico, non lo aveva querelato e il reato di lesioni colpose era stata eliminato.