Tommaso Labate per www.corriere.it
MICHELE EMILIANO
«Scuole fai-da-te? Ahi ahi ahi». Non ci fossero stati gli effetti collaterali spesso drammatici dell’ingorgo istituzionale tra governo e Regioni, che negli ultimi tredici mesi hanno confuso anche i cervelli solitamente attenti dei pochissimi lettori assidui della Gazzetta Ufficiale, di fronte all’ultima ordinanza sulle scuole di Michele Emiliano ci sarebbe stato da scomodare l’indigeno del Sahara in groppa al cammello della vecchia pubblicità del noto tour operator, un cult degli anni Ottanta.
Proprio lui, quello che nel bel mezzo del deserto s’imbatteva in due turisti improvvisati, rimasti a piedi dopo che il loro fuoristrada era finito in panne, e gli sorrideva beffardo, con l’immancabile «ahi ahi ahi» riservato a chi evidentemente si costruiva le vacanze da sé, risparmiando sul ricorso ai professionisti del settore.
solinas
Allo stesso modo, in Puglia, il governatore ha infilato in un’ordinanza una specie di «scuola fai-da-te», delegando ai genitori la scelta se mandare in presenza i figli alla scuola dell’infanzia, della primaria e del primo anno della secondaria, come oggi si chiamano — rispettivamente — scuola materna, elementari e medie; oppure, e qui sta il succo del provvedimento in deroga al decreto voluto da Draghi, se avvalersi della didattica a distanza che il governo centrale aveva tolto definitivamente dai radar degli scolari in erba. Insomma, è finita come quel pretenzioso cliente a cui, di fronte al menù dello chef, viene concesso di togliere un ingrediente dal piatto della casa.
Con i genitori dei giovani ragazzi pugliesi investiti dalla ferocia a bruciapelo della domanda, creativa ma neanche troppo, che aveva reso celebre il fischio dello scolaro Pierino nella trasposizione cinematografica dei film con Alvaro Vitali. La scuola è aperta, ma «con Dad o senza?».
la vaccinazione di vincenzo de luca
Come a voler ridare nuova linfa alla vecchia teoria marxiana della storia che si ripete due volte, una come tragedia e l’altra come farsa, a un anno dall’inizio delle dispute feroci tra governo e Regioni sul contenimento della pandemia il succo è sempre lo stesso. Se a Roma si decide, sul territorio si «strappa».
Nino Spirlì, presidente facente funzioni della Regione Calabria dopo la scomparsa prematura di Jole Santelli, s’è infilato in una corsa a targhe alterne con sé stesso. Ieri aperturista, oggi chiusurista, domani chissà. Nascosta tra decine di dirette social in cui si diletta ad affrontare con i follower i temi più disparati, con una significativa predilezione per la cucina e le ricette tipiche, una sua ordinanza ha ritinto di rosso il colore della regione.
de luca
Il week-end si sta doverosamente chiusi dentro casa, cullandosi dei ricordi dei bei tempi andati, che «erano una cosa eccezionale, con la mamma che preparava la cotoletta da caaaasa, la pasta al foooorno, raccoglievamo le fragoliiiine…», con quel prolungamento all’infinito della penultima sillaba che ha reso la sua cantilena una specie di marchio di fabbrica.
Certo, i toni dei distinguo dei governatori sono come il mondo descritto dai proverbi di un tempo: belli perché vari. Se il pugliese Emiliano impone il bonario «fai-da-te» sulle scuole, se il sardo Solinas aveva proposto l’archetipo del passaporto vaccinale, se Spirlì si muove a corrente alternata, se più o meno tutti — insomma — hanno danzato tra aperturismo spinto e chiusurismo incallito, qualcuno ha tenuto fede al personaggio. Come Enzo De Luca, lo stesso che aveva relegato al ruolo di bambina «ogm (…) cresciuta dalla mamma con latte al plutonio» la figlia di una signora che lamentava la disperazione della prole a causa delle scuole chiuse.
NINO SPIRLI
A quelli che volevano festeggiare la laurea in pieno lockdown, invece, il governatore campano aveva dedicato la famosa frase sul «lanciafiamme». Lanciafiamme e plutonio, due ingredienti immancabili della letteratura su un futuro distopico. Ma basta voltare pagina, fare lo zapping del governatore su Facebook, e puntare dritto su Spirlì che commenta bietola e fagioli della signora Mariangela. «Buoooooni».
NINO SPIRLI JOLE SANTELLI NINO SPIRLI' NINO SPIRLI