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    NUOVO GENERE LETTERARIO: LE INTERVISTE IN CAMERA DA LETTO – GIOVANNI TERZI INTERVISTA LA COMPAGNA SIMONA VENTURA: LUI PARLA DI SÉ IN TERZA PERSONA E LEI RISPONDE COME SE STESSE PARLANDO DI UN ALTRO – LA STOCCATA AI VIROLOGI, LA PANDEMIA, IL GENERALE FIGLIUOLO, IL RAPPORTO CON DIO E LA TV: “MI SPIACE VEDERE TANTA INFORMAZIONE AL POSTO DELL'INTRATTENIMENTO. NON SEMPRE UN GIORNALISTA È ANCHE UN CONDUTTORE” - E SUL RITORNO DI “GAME OF GAMES” DOPO IL FLOP: “COME TUTTI I FORMAT NUOVI HA BISOGNO DI TEMPO PER AFFERMARSI…”


     
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    Giovanni Terzi per “Libero quotidiano”

     

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    Per molti è Simona Ventura, per tutti è Super Simo, per me è semplicemente Simona, la persona che amo e con cui ci siamo accolti reciprocamente nelle nostre vite. Martedì alle 21,20 su rai due riparte il suo ultimo progetto televisivo Games of Games. Credo di conoscerla abbastanza bene anche perché, questo ultimo anno e mezzo di pandemia, ci ha portato in dote una quotidianità inaspettata.

     

    Abbiamo, entrambi, visto il mondo cambiare e diventare qualche cosa che ancora non conosciamo; così come abbiamo avuto paura quando, uno dopo l' altro, ci siamo ammalati di Covid. Simona è una macchina da guerra, infaticabile ed inaffondabile e fa della propria energia il carburante della locomotiva con cui trasporta ogni persona che ama.

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    Ma se apparentemente è inaffondabile, anche lei, Super Simo, ha il suo punto debole: la famiglia e gli affetti più cari.

     

    Simona qualche giorno fa tua mamma si è fatta male. Che reazione hai avuto, ti sei spaventata?

    «In realtà la mia prima reazione non è mai lo spavento o la paura ma un istinto immediato di essere d' aiuto. Così, essendo mia mamma caduta alla mattina e avendomi avvisato solo nel tardo pomeriggio, mi sono prodigata ad avvisare il medico e portarla in ospedale. Devo dire che si parla troppo spesso delle situazioni negative nella sanità mentre, anche in questo caso, ho trovato una efficienza straordinaria in una struttura pubblica».

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    E Rino, tuo padre, come ha reagito?

    «Lui è un uomo forte, un ex generale dell' esercito ma, quando mia mamma non sta bene, diventa come un pulcino bagnato. Si intimorisce».

     

    La tua reazione quindi è sempre coerente con il tuo spirito combattente...

    «Io sono come un salmone che deve andare sempre controcorrente. Mai ho potuto scivolare sul velluto, ma non mi lamento; è il bello della vita perché, paradossalmente, è il prezzo che devo pagare per la mia libertà».

     

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    Questa pandemia ci ha portato via tanti amici, cosa ti ha lasciato dentro?

    «Ancora di più l' amore per il lavoro e la percezione di essere fortunata ad avere ancora sogni e opportunità. È un momento molto difficile per tutti e mi sembra di aver visto, nella ripartenza, una nuova consapevolezza ed amore per il lavoro; è come se molti di noi abbiano capito che nulla è per sempre e che, avere un lavoro, è decisivo per la nostra dignità».

     

    Sei una donna di comunicazione, potendo tornare indietro cosa cambieresti nel modo di informare in questo periodo di pandemia?

    «Sicuramente meno terrorismo mediatico, fatto soprattutto da una categoria, i virologi, che hanno davvero spaventato senza mai dare una cura domiciliare chiara e precisa, se non negli ultimi tempi. Sinceramente spero che tornino alle loro professioni».

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    Noi siamo stati anche in questo caso fortunati ad avere un medico di fiducia come il professor Luca Bernardo ed una struttura come l' ospedale Fatebenefratelli di Milano che ci ha dato subito, dopo averci visitato, una terapia domiciliare da seguire. Oggi stiamo forse tornando ad una lenta normalità, come vorresti che fosse il futuro del nostro Paese?

    «Ho sentito tante persone dire "andrà tutto bene", io vorrei dire semplicemente "sarà meglio di prima". Penso all' Italia e mi viene in mente che abbiamo il 70% del patrimonio artistico mondiale. Basterebbe fare squadra, in fondo nessun Paese è migliore del nostro. Ho molta fiducia in questa nuova guida del Paese con un Governo di unità nazionale che, mi sembra, dia valore e senso alle istituzioni. Spero che questa nuova consapevolezza ci permetta di farci rispettare in Europa».

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    Il generale Figliuolo ha dato una vera e propria svolta nella accelerazione delle vaccinazioni, questo ti dà serenità?

    «Assolutamente sì perché è un alpino e mi mette sicurezza. Grazie ad una organizzazione paramilitare abbiamo accelerato in modo importante nelle vaccinazioni ridando speranza e fiducia ai cittadini».

     

    I tuoi figli hanno risentito di questo anno e mezzo di confinamento?

    «Sicuramente sì, come tutti i ragazzi. La Dad, la scuola e la mancanza di socialità e di sport hanno compresso e reso ancor più fragili i nostri figli. Ora sta a noi sostenerli ed aiutarli anche dal punto di vista psicologico».

     

    Cosa è mancato ad ognuno di noi?

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    «La nostra cifra umana è fatta di abbracci e socialità. Questa è mancata totalmente. Il Covid è la malattia della solitudine e del virtuale. Adesso dobbiamo sostenere i nostri ragazzi ad uscire dallo schema soltanto digitale».

     

    Sei credente ? E se sì, come ti ha aiutato la Fede in alcuni momenti difficili della tua vita?

    «Sì, sono credente ed ho un rapporto con Dio personale non necessariamente fatto di messe in chiesa. Mi capita spesso però di passare davanti ad una chiesa ed entrare a pregare.

    Sono sicura che Dio mi ami, me l' ha dimostrato tante volte».

     

    Hai paura della morte?

    «No, però spero che arrivi il più tardi possibile per non causare dolore ai miei genitori».

     

    Giovanni, il tuo compagno, (io; ndr) ti è stato vicino?

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    «Giovanni e io siamo stati così tanto insieme che... se avessimo qualche dubbio non saremmo così uniti. Penso che si stia costruendo una famiglia molto unita. Con te, Giovanni, abbiamo compreso le nostre sensibilità comuni, come quella dell' amore per i nostri figli, che ci permettono di avere un progetto condiviso».

     

    È vero Simona, per noi, come dici tu, «nessuno deve rimanere indietro». Cosa ti hanno fatto scoprire o insegnato, in questo anno, i tuoi figli?

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    «Intanto i figli mi hanno voluto ancora più bene e questo è bello e mai scontato. Li ho visti trasformarsi e diventare sempre più volenterosi di fare dei sacrifici per poter essere autonomi».

     

    Ritornando al lavoro che periodo sta vivendo la televisione?

    «La televisione generalista ha ancora molto da dare nonostante l' avanzata di nuove piattaforme. Detto questo non dobbiamo dimenticare che, ancora oggi, la generalista resta sempre una compagnia per la maggior parte delle persone. Una cosa la voglio dire però: mi spiace vedere così tanta informazione al posto dell' intrattenimento e, mi si deve credere, non sempre un giornalista è anche un conduttore».

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    Hai lavorato con i più importanti artisti italiani e internazionali. Qualche ricordo?

    «Con Amy Winehouse ho il ricordo di una artista che mise una meravigliosa magia nello studio di Quelli che il calcio. Poi le è entrato dentro un male oscuro che l' ha dilaniata psicologicamente. Ho anche un bellissimo ricordo di Lady Gaga (l' unica ospitata in Italia la fece da me): mi mandò dei fiori con un biglietto che conservo ancora. Ogni artista, comunque, mi ha lasciato qualcosa e mi ha ispirato; posso solo affermare, dopo più di trent' anni di professione, che più gli artisti sono grandi e più sono umili».

     

    Hai anche lavorato con tanti maestri della tv, da Mike Buongiorno a Pippo Baudo...

    «Pippo Baudo è il padre nobile della Rai. Dovrebbe essere un presidente onorario».

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    Domani torni su Rai2 con Game of games un format di Ellen DeGeneres in America.

    «Esperienza bellissima con un gruppo di persone fantastico e voglio sempre ringraziare il direttore Ludovico Di Meo di avermi dato questa opportunità. Come tutti i format nuovi ha bisogno di tempo per affermarsi; Le Iene, che condussi per quattro anni, inizialmente andò male, ma pian piano ebbe successo perché la rete e Mediaset ci credettero».

     

    Simona sai come sono i giornalisti... Vorrei fare bella figura visto che sono il tuo fidanzato. Hai un racconto inedito della tua carriera o della tua vita personale che mi permetta di fare un figurone?

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    «Purtroppo non posso farti fare bella figura, Giovanni...».

     

    Sulla tua vita sentimentale preferirei non entrare perché entrambi abbiamo un grande rispetto di chi si è amato precedentemente. Però una domanda voglio fartela: sei gelosa?

    «Sì. E tu?».

     

    Sono io il giornalista Simona! Comunque sì, anch' io! Ma tu solo di me? Anzi no, preferisco che tu non mi risponda. Come vedi il tuo futuro professionale?

    «Come ben sai sto seguendo un progetto digital a cui tengo molto e penso di avere ancora tanto da dare: ho molto da comunicare...».

     

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    E quello personale?

    «Hai qualche idea Giovanni?».

     

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    Sì, Simona, ma non voglio raccontarla adesso...

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