Gianluigi Nuzzi per “la Verità”
caso david rossi la iena antonino monteleone intervista escort 5
Quando uno scandalo incomincia a impensierire, dilagando sui media, serve un antidoto, un incantesimo potente che come per magia distragga dal focus, così orientando con ineffabile sapienza l' attenzione dell' opinione pubblica. In linguaggio tecnico si chiama manipolazione, in gergo si potrebbe dire distrazione ma la sostanza, l' esito, non cambia: nessuno parla più del fatto centrale ma dell' evento collaterale diffuso ai giornali, avidi di novità, che lo amplificano. Si badi bene, l'operazione truffaldina non è semplice.
Per riuscire, l' incantesimo deve possedere tre requisiti fondamentali: avere attinenza con il fatto centrale, essere verosimile e, soprattutto, interessante. Per questo la pozione magica ha spesso come ingrediente principale il sesso che garantisce il radicale cambio di rotta dell' interesse, che diventa voyeuristico, sfruculiando le bassezze degli istinti primordiali seppur sempre umani.
DAVID ROSSI NEL VICOLO DI MPS IENE
Si perdonerà la teorica premessa ma proprio questa è la sensazione che si forma assistendo alla sterzata compiuta dalla storia sulla misteriosa morte di David Rossi, l'ex responsabile della comunicazione di Montepaschi, «precipitato» (lanciato, suicidatosi?), dalla sede della banca senese la sera del 6 marzo 2013.
Dai fazzoletti macchiati di sangue distrutti, all' orologio volato forse dopo il corpo del manager, dal telefono che compone numeri dopo il decesso, all' ufficio che si presenta in modo diverso prima e dopo la morte, sono tanti gli elementi che portano a ritenere che Rossi sia stato ammazzato in un momento cruciale nei misteri e soprattutto nei dissesti di Mps.
caso david rossi la iena antonino monteleone intervista escort 2
Ora, però, si parla solo dei festini a luce rosse in terra senese, nei quali - secondo le dichiarazioni di un gigolò omosessuale alle Iene - magistrati, banchieri e politici si sarebbero persi in scene boccaccesche. Di questi incontri ci sarebbero dei video e alcuni spezzoni sarebbero stati visionati anche da insospettabili e autorevoli fonti individuate dai giornalisti.
Non si capisce l' attinenza delle (presunte) orge con la morte di Rossi ma, di certo, se qualcuno le ha filmate è stato per fini ricattatori più che amatoriali. Che senso ha custodire un filmino con potenti che si danno un gran daffare a letto se non per poterli un domani imbarazzare?
inchiesta delle iene su david rossi 6
Come al solito si scende nel sottoscala del ricatto all' italiana, nella giungla di un potere ormai in decomposizione esposto a qualsiasi scorribanda. Ma torniamo al manager volato dalla finestra del suo ufficio. Un' ipotetica attinenza con i filmini è maturata dopo che, in alcuni verbali, era emerso un indefinito timore per una non specificata questione personale. Un campo ipotetico che tale è, almeno ad oggi, rimasto.
chaouqui balda vallejo
Anche perché non solo Rossi nei video non compare, ma gli stessi, almeno per quanto ad ora emerso - a iniziare dal lavoro di Pierangelo Maurizio per Quartogrado - nessuno nudo in quei fotogrammi appare. Compare però un importante ex ministro, con la conseguenza di accentuare gli interessi. Non è la prima volta che la deriva sessuale allontana l' attenzione in scandali vecchi e nuovi, a iniziare da uno come Vatileaks, nel 2015, che conosco bene.
Di fronte alle tante magagne emerse dagli 007 di papa Francesco ci si concentrò su un'inesistente relazione tra monsignor Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, consigliere della commissione voluta da Bergoglio per indagare sulla gestione delle finanze vaticane. Capire se avevano avuto una relazione segreta o meno diventò più importante dell' origine dei giganteschi fondi neri e degli ammanchi scoperti nei mesi di ispezione.
monsignor vallejo balda 8
Certo, i giornalisti fanno bene ad approfondire ogni filone d' indagine, e - quindi- se in città c'erano dei festini con ex ministri e magistrati, banchieri e chissà chi altri, va chiarito, magari però nell' ottica di una convivenza che magari potrebbe spiegare gli errori dell' inchiesta su questa strana morte.
Perché questo è il focus dell' inchiesta che per toccare il traguardo della verità dovrebbe accertare perché Rossi è caduto dalla finestra e se i tanti errori commessi dagli inquirenti siano stati casuali o voluti. Risposte che, a cinque anni dai fatti, dovrebbero essere granitiche e certe ma che invece, in Italia, purtroppo risentono dell' instabilità del clima. E quindi la giustizia scrive e riscrive non sulla roccia ma sulla sabbia. Con verità opposte che si alternano per anni.