1. SIRIA, BOMBE SU SCUOLA E OSPEDALI
L.Cr. per il “Corriere della Sera”
barack obama nsc
Sono le bombe su almeno tre ospedali, una scuola e altre strutture civili nelle ultime 24 ore, oltre all' intensificarsi dei combattimenti in larghe zone della Siria settentrionale, ad evidenziare l' impotenza della diplomazia internazionale di fronte all' aggravarsi della crisi. Dalle Nazioni Unite ieri sera è arrivata la denuncia per «cinquanta morti causati dai missili in ospedali e scuole».
Gli attivisti della rivolta siriana, oltre agli Stati Uniti, la Turchia e l' organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere, puntano il dito contro i bombardamenti russi, quelli dell' aviazione di Bashar Assad e le azioni delle milizie sciite. Da Mosca, dove il sostegno al regime di Damasco resta totale, la replica è quella di sempre: «Continuiamo a colpire solo i terroristi» di Isis e i qaedisti di Al Nusra.
PUTIN OBAMA
Appare evidente che il campo di battaglia siriano sta subendo profondi stravolgimenti. In nome della lotta ad oltranza contro Isis, che paradossalmente resta l' attore meno coinvolto nelle ultime battaglie, un nuovo status quo imposto da Mosca pare prendere forza. Il collasso delle milizie moderate sunnite sostenute dagli Usa si avvicina a grandi passi. Medici Senza Frontiere segnala «almeno sette morti, di cui cinque pazienti, e altri otto dispersi» sotto le rovine del suo ospedale bombardato ieri mattina nella cittadina di Ma' arat al Numan. Un' altra struttura medica è stata colpita nella cittadina di Idlib.
putin obama
E l' ospedale per i bambini di Azaz, a meno di sei chilometri dal confine turco, è stato devastato dalle bombe assieme ad una scuola. Gli operatori umanitari segnalano 12 morti, di cui molti bambini. L' avanzata verso nord del fronte filo-Assad vede la sempre più dura reazione di Ankara. Ieri, per il terzo giorno consecutivo, le artiglierie turche hanno colpito le milizie dei curdi siriani(Ypg). Sono segnalati una quarantina di curdi uccisi nelle cittadine di Tal Rifaat e Azaz. Ankara però smentisce le accuse divulgate sabato da Damasco, secondo le quali un centinaio di soldati turchi si sarebbe attestato di fronte ai militari lealisti arrivati a circa 25 chilometri dal confine tra i due Paesi.
OBAMA E PUTIN
«Non permetteremo mai che Azaz venga presa dai curdi», ha dichiarato ieri il premier Ahmed Davutoglu durante la visita a Kiev, dove è tornato a mettere in dubbio la buona fede russa negli accordi per il cessate il fuoco entro il prossimo fine settimana, faticosamente raggiunti venerdì sera a Monaco. A sostenere la posizione turca è stata ieri Angela Merkel, che in un' intervista al tedesco Stuttgart Zeitung ha difeso l' idea delle no-fly zone nel nord della Siria avanzata già nel 2012 dal presidente turco Erdogan. Un nuovo tentativo per rimettere in carreggiata i dialoghi sarà sul tavolo del mediatore Onu, Staffan de Mistura, che da ieri si trova a Damasco e dovrebbe vedere Assad nelle prossime ore.
2.E PUTIN APPROFITTA DEI CALCOLI (SBAGLIATI) DI OBAMA
OBAMA E PUTIN
Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Da mesi in Siria anche le fattorie sono bersagli di attacchi aerei, con gli uliveti disseminati di bombe a grappolo per impedire il raccolto. Non si parla più di danni collaterali, di incidenti nel caos della guerra civile. Ci si sta convincendo che i russi vogliano non solo ridare fiato al regime di Assad, ma anche costringere gli oppositori a un esodo ancor più massiccio di quelli visto finora in un Paese nel quale 7 milioni di abitanti hanno già abbandonato le loro case.
putin assad
Questa escalation , destinata a esasperare la crisi dei rifugiati che indebolisce l' Europa e alimenta divisioni nella Nato, è avvenuta nel silenzio quasi totale del governo Usa.
Solo sabato scorso Barack Obama ha telefonato a Vladimir Putin per chiedergli di smettere di bombardare i ribelli moderati anti-Assad. E il segretario di Stato, John Kerry, ha ammesso che i russi attaccano quasi solo «l' opposizione legittima ad Assad».
l assedio di aleppo in siria 7
Ma la sortita Usa non prelude a un vero cambiamento di rotta sulla Siria: del resto Obama ha ripetuto al capo del Cremlino la richiesta già formulata a settembre nell' incontro a margine dell' assemblea Onu a New York. Allora il presidente Usa aveva aggiunto che Mosca si stava infilando in un vicolo cieco perché non ci possono essere soluzioni militari per la Siria.
l assedio di aleppo in siria 6
Probabilmente questo è stato il secondo, grosso errore di calcolo di Obama in questa crisi. Un errore per certi versi simile al primo: come nel caso dell' uso delle armi chimiche e del mancato intervento americano dopo che Assad aveva varcato la «linea rossa» fissata dalla Casa Bianca, anche in quello dei bombardamenti spietati che stanno riportando Aleppo sotto il controllo del dittatore di Damasco, Obama ha applicato i suoi schemi freddamente razionali a una crisi nella quale ferocia e cinismo di combattenti pronti anche a provocare esodi biblici e la spregiudicatezza di Putin, sempre pronto a rischiare tutto ignorando vincoli e norme internazionali, spiazzano in continuazione gli strateghi di Washington.
bombardamenti britannici in siria 8
Il lungo silenzio di Obama si spiega con la disattenzione dell' opinione pubblica americana, ora tutta concentrata sulla campagna elettorale, ma anche con l' assenza di opzioni praticabili: armare ora i ribelli ed elevare il profilo dell' intervento militare Usa significherebbe rischiare lo scontro aperto con Mosca e aumentare il coinvolgimento americano nei conflitti mediorientali. Obama che capovolge la sua impostazione negli ultimi mesi alla Casa Bianca? Improbabile. Putin è il primo a saperlo. E ne approfitta.
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