Mauro Favale per “la Repubblica - Roma”
RENZI MARINO
In questa fase, le certezze sono meno degli interrogativi ma due cose appaiono chiare. La prima: nel campo del centrosinistra ci sarà “una cosa” alternativa al Pd. E la seconda: di questo soggetto farà parte anche Ignazio Marino. In quale forma, ancora, non è dato sapere. Perché, molto probabilmente, non lo sa nemmeno il diretto interessato. Che però è in campo, l’ha ribadito due sere fa su La7, lo confermano le sue dichiarazioni quasi quotidiane in agenzia (ieri è intervenuto sulle Olimpiadi tornando sulla necessità di un referendum) e lo dimostra un attivismo che va avanti, quasi sottotraccia, già da alcuni mesi.
ignazio marino renzi
L’ex sindaco in questo periodo parla molto: con gli esponenti della sua lista civica (dall’ex capogruppo in Campidoglio Franco Marino alla consigliera municipale Emilia La Nave), con qualche suo ex assessore (in particolare quello all’urbanistica Giovanni Caudo e, ovviamente, la sua fedelissima Alessandra Cattoi), con politici (dal candidato di Sinistra italiana Stefano Fassina al senatore Dem Walter Tocci), con l’associazionismo romano (dagli ambientalisti al mondo cattolico) e anche con giovani imprenditori del campo informatico, inventori di start up.
RENZI MARINO GRILLO
Con tutti loro il dialogo è aperto per provare a creare un soggetto che non si appiattisca alla sinistra del Pd ma che possa pescare in un campo più largo. Una sorta di operazione “alla Alfio Marchini” che però dal centro vada, appunto, verso sinistra. Con quali risultati? Gli ultimi sondaggi darebbero un raggruppamento del genere attorno al 10%. Addirittura qualcosa in più, dicono altre rilevazioni.
Il presupposto, però, è che si realizzi il “teorema” Tocci, la proposta che l’ex vicesindaco di Francesco Rutelli ha lanciato tempo fa di un listone civico senza simboli di partito, all’interno del quale far confluire Sel, Fassina, Marino ma anche pezzi di Pd in sofferenza rispetto alle candidature sia di Roberto Giachetti sia di Roberto Morassut.
stefano fassina 345
A quel punto, il tema diventa il nome su cui puntare per guidare il listone civico. In campo c’è Fassina, sul quale però un pezzo di Sel storce il naso. E poi, ovviamente, c’è Marino, voglioso di un riscatto personale dopo la sua caduta di fine ottobre. Ma si ragione anche su un outsider, un terzo nome che potrebbe correre per il Campidoglio. Nei giorni scorsi si è tornati a riparlare di Massimo Bray, ex ministro della Cultura, che un paio di settimane fa aveva declinato l’offerta di partecipare alle primarie.
Ministro Massimo Bray
Il diretto interessato prosegue nella sua attività di direttore dell’enciclopedia Treccani ma il filo del dialogo con lui non si è mai spezzato. In alternativa, ma sempre più sullo sfondo, ritorna la tentazione Tocci, l’ispiratore della strategia “civica”. In mezzo ci sono le primarie del centrosinistra a trazione Pd: a quelle tutti guardano per valutarne la riuscita in termini di affluenza e, ovviamente, per conoscere il candidato “ufficiale” del centrosinistra. Fino al 7 marzo, giorno dei risultati, è difficile che si muova qualcosa di serio.
«Marino non ha fretta», dicono i suoi più stretti collaboratori. Intanto, un altro tassello del suo “piano” è sistemato: pochi giorni fa ha consegnato alla Feltrinelli le bozze del suo libro, quello che stava scrivendo durante le vacanze estive negli Usa, aggiornato con le ultime novità. Titolo: “Un marziano a Roma”. Uscita prevista tra un mese e mezzo.