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    PIÙ CHE UNA BATTIGIA, UNA BATTAGLIA – OCCHIO A CRITICARE IL MARE DI UNA LOCALITÀ TURISTICA: I SINDACI VI FANNO CAUSA! – A RIMINI IL SINDACO JAMIL SADEGHOLVAAD HA AVVIATO UNA CAUSA CIVILE CONTRO UNA PAGINA INSTAGRAM IN CUI SI SOSTENEVA CHE IL MARE DELLA CITTÀ ROMAGNOLA FOSSE COINVOLTO "IN UNA EMERGENZA AMBIENTALE A CAUSA DELLA PRESENZA DI RIFIUTI E INQUINANTI" - GIÀ QUALCHE ANNO FA UN “HATER” ERA STATO COSTRETTO A PAGARE 1.125 EURO PER AVER PARLATO DI “MARE DI MERDA…”


     
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    Estratto dell'articolo di Roberta Scorranese per www.corriere.it 

     

    le critiche social alle spiagge italiane le critiche social alle spiagge italiane

    Un tempo qui era tutta battigia. Oggi invece nelle spiagge italiane è tutta una battaglia: per un fazzoletto di sabbia libera rivendicato dagli attivisti della «sdraio free», per l’approdo complicato ai lidi (vedi il caso di Gallipoli) e adesso anche per alcuni post che attaccano le spiagge famose pubblicati sui social network. 

     

    È successo infatti che al sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, non è piaciuto affatto un reel (poi rimosso) della pagina «Le solite stories» in cui si parla di un mare, quello riminese, coinvolto «in una emergenza ambientale a causa della presenza di rifiuti e inquinanti».

     

    Sadegholvaad, come riporta «Il Resto del Carlino», ha deciso di avviare una causa civile contro la pagina social anche perché esasperato da quelli che definisce gli «haters» del suo mare. E in effetti in rete si trova più di un meme poco lusinghiero: per esempio, una foto condivisa migliaia di volte mostra due lidi, uno in apparenza torbido e un secondo blu cobalto, con la scritta: «Questa è Rimini e questa è Soverato». Molto simile la combinazione fotografica che accosta Rimini e Bergeggi, in Liguria. 

     

    Jamil Sadegholvaad Jamil Sadegholvaad

    Comunque, il sindaco non ci sta a sentir parlare di inquinamento, «al massimo di mucillagine» — come si sa, fenomeno naturale diffuso lungo tutta la costa adriatica. Ma Sadegholvaad si fa forte anche di un precedente: quattro anni fa, una persona che sui social aveva scritto che «Rimini ha un mare di m...» era stata costretta a pagare 1.125 euro di multa dopo una denuncia mossa dagli albergatori romagnoli. 

     

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    L’anno scorso comparve sulle bacheche virtuali di mezza Italia l’immagine di un lembo di spiaggia ricoperto di rifiuti, con l’attribuzione a una delle zone più belle della Sardegna, la Pelosa di Stintino. Era naturalmente un fake e il Comune decise di costituirsi parte civile nel procedimento penale a carico del «diffamatore informatico». 

     

    le critiche social alle spiagge italiane le critiche social alle spiagge italiane

    E in questi conflitti del solleone c’è spazio anche per l’assurdo: un profilo social che promuove la bellezza della Grecia, ha pubblicato un’immagine con la didascalia «Corfù» e ha ricevuto quasi 70mila like. Peccato che quella non fosse la meravigliosa isola dello Ionio bensì l’altrettanto meravigliosa Cala Mariolu, Costa di Baunei, Sardegna. Errore corretto subito, però che seccatura. 

     

    Ma quanto si rischia a fare il troll da ombrellone? L’avvocata Marisa Marraffino, specializzata in norme applicate ai nuovi media, osserva che «il diritto di critica tutelato dalla Costituzione è un patrimonio di tutti, oltre che una grande occasione. Sprecarlo usandolo male è un peccato che può costare caro. Se infatti si pubblica un video dicendo che il “mare di Rimini è inquinato” bisogna essere in grado di dimostrarlo, così come, d’altra parte, anche il sindaco che contesta quelle parole deve dimostrare un danno, morale o economico, per ottenere un risarcimento in sede civile». 

     

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    Jamil Sadegholvaad SINDACO DI RIMINI Jamil Sadegholvaad SINDACO DI RIMINI Jamil Sadegholvaad SINDACO DI RIMINI Jamil Sadegholvaad SINDACO DI RIMINI

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