Lorenzo De Cicco per il Messaggero
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«A Roma stanno atterrando tanti super-spreader, cioè positivi con una carica virale altissima: non solo sono asintomatici, sono anche potenzialmente molto più contagiosi rispetto ai normali pazienti Covid: per questo rintracciarli subito è decisivo», avverte Pier Luigi Bartoletti, il responsabile dell'Uscar, l'unità speciale della Regione Lazio che macina ogni giorno centinaia di tamponi negli aeroporti di Ciampino e Fiumicino.
«Negli ultimi giorni - racconta il medico, dopo l'ennesima giornata passata ai gate del Leonardo da Vinci - stiamo scovando sempre più positivi con valori estremamente alti di antigene». Tradotto? «Hanno una carica virale, una capacità di infettare, molto più elevata rispetto ai livelli ordinari».
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Da dove arrivano? «Il più delle volte dalla Spagna e dalla Grecia. Posso dare i dati di martedì: su 17 passeggeri positivi al Covid-19 che abbiamo scoperto qui a Fiumicino, 10 avevano una carica virale altissima. Uno arrivava da Mykonos, gli altri dalla Spagna». Rintracciare subito i super-spreader, appena scesi dall'aereo, è decisivo per evitare che il contagio si propaghi ulteriormente.
Negli aeroporti, per accorciare i tempi della diagnosi ed evitare di lasciar andare via passeggeri estremamente contagiosi, i camici bianchi stanno sfruttando i tamponi rapidi, che forniscono una risposta in mezz' ora.
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«Ho letto qualche strumentalizzazione in questi giorni - riprende Bartoletti - ma i nostri tamponi sono efficaci e validati dagli esperti del sistema sanitario regionale: non c'entrano nulla con quelli finiti nel tritacarne delle polemiche». Il problema semmai è un altro: poco più della metà dei passeggeri in arrivo da Malta, Croazia, Spagna e Grecia, si sottopone al tampone dentro gli scali. Tutti gli altri no, vanno via.
TEST IGNORATI «Il 60% si mette in fila in aeroporto - conferma il responsabile dell'Uscar - gli altri invece escono, vanno a casa». In teoria, dovrebbero presentarsi ai drive-in entro 48 ore, con l'obbligo nel frattempo di rimanere isolati. Ma come ha denunciato l'Asl Roma 1, più d'uno viola la quarantena. «Chiunque sarà scoperto positivo dopo un viaggio da Grecia o Spagna senza avere fatto il tampone - conclude Bartoletti - rischia molto». Che sia un super-spreader oppure no.
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