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    OCCHIO ALLE PATACCHE ONLINE SU CARUSO! NEL 150ESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DEL GRANDE TENORE, IL MAESTRO VINCE TEMPERA, VETERANO DEI DIRETTORI D’ORCHESTRA DEL FESTIVAL, DENUNCIA: “ENRICO CARUSO È L’ARTISTA PIÙ MANIPOLATO DELLA STORIA DELLA MUSICA. ONLINE CIRCOLANO E VENGONO MESSE IN VENDITA SUE OPERE. SI TRATTA DI CLAMOROSI FALSI!” – IL CASO DI TORNA A SURRIENTO, CANTATA IN REALTÀ DA BENIAMINO GIGLI, E AL LIBRO DEL 1910 “HOW TO SING”… – VIDEO


     
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    Michele Bovi per Dagospia

     

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    “Il Festival di Sanremo che in questa edizione sta celebrando tanti storici brani e interpreti italiani non può dimenticare Enrico Caruso, del quale proprio il 25 di questo mese ricorrono i 150 anni dalla nascita” sbotta il maestro Vince Tempera, veterano dei direttori d’orchestra del Festival (la prima volta con Iva Zanicchi e Zingara nel 1969, l’ultima nel 2016 con Francesco Gabbani e Amen) nonché direttore d’orchestra delle varie edizioni del programma Una notte per Caruso su Raiuno.

     

    il maestro vince tempera il maestro vince tempera

    “La Rai ha il dovere di ricordare il tenore dei tenori che per primo ha fatto conoscere la canzone italiana nel mondo, quale interprete di ‘O sole mio. – dice Tempera - Ma soprattutto deve tutelarlo perché Caruso è l’artista più manipolato della storia della musica. Dappertutto circolano e vengono messe in vendita sue opere. Si tratta di clamorosi falsi!”.

     

    Il maestro Tempera si riferisce a Torna a Surriento attribuita a Enrico Caruso, pubblicata su YouTube con milioni di visualizzazioni e regolarmente venduta dalle più famose aziende di commercio elettronico del mondo: perché quella non è la voce di Caruso. È la voce di Beniamino Gigli. Caruso infatti non interpretò mai la splendida canzone scritta dai fratelli Ernesto e Giambattista De Curtis.

     

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    Torna a Surriento non è certo il falso più sfacciato che lo riguarda. Ce n’è uno che circola da 113 anni. Ecco la storia. Enrico Caruso nel 1910 fu denunciato per plagio in Inghilterra. Non per un brano musicale bensì per un manuale di tecnica di canto: involontario protagonista di una lite tra editori londinesi che rivendicavano la proprietà del libro How to Sing pubblicato con la sua firma nel 1910, Caruso dovette a sua volta rispondere con una querela per chiamarsi fuori dalla vertenza.

     

    A diffondere la notizia in Italia fu nel luglio del 1914 il Corriere della sera. L’artista inviò immediatamente al direttore del quotidiano Luigi Albertini questo telegramma:

    «Leggo nel vostro autorevole giornale in data 18 luglio 1914, edizione del mattino, rubrica 'Corriere teatrale', una corrispondenza da Londra, in data 17 luglio, notte, dal titolo 'Un procedimento per plagio contro il tenore Caruso'. Tengo formalmente a dichiarare che la paternità del libro in questione, intitolato Come si canta, non mi appartiene, non avendo mai scritto lavori del genere.

     

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    Vedo in questo oggetto di réclame e di speculazione che, mentre procura profitto ad altri, reca a me grave danno morale. Oggi protesto a mezzo del vostro accreditato giornale contro questo sistema di approfittare del mio nome, riservandomi di procedere in Inghilterra contro coloro che mi fanno autore di cose mai pensate e mai dette e che producono, con le loro pubblicazioni, in me dolorose impressioni e forti patemi d’animo. Prego la vostra ben nota cortesia a voler dare pubblicità di quanto sopra. Ringrazio anticipatamente. Firmato: Enrico Caruso».

     

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    Al testo del telegramma fu dato ampio risalto il 19 luglio 1914 nella terza pagina del Corriere della sera. I giudici inglesi ordinarono il sequestro e la distruzione delle copie, ma la vicenda in realtà non è stata mai definitivamente chiusa.

     

    Il libro How to Sing è ancora oggi attribuito alla penna di Enrico Caruso ed è liberamente in vendita sul web, descritto come ristampa di 61 pagine del 1973 a cura di Opera Box in cui è citato quale fonte un manoscritto originale proveniente dall’Università del Michigan.

     

    “È la conferma che certe contraffazioni hanno resistenza secolare – commenta il maestro Tempera – Solo la denuncia pubblica di Amadeus da una tribuna tanto popolare come il Festival di Sanremo, nella ricorrenza dei 150 anni dalla nascita dell’Artista, potrebbe una volta per tutte mettere freno alla diffusione di queste disonorevoli patacche”.

     

     

     

     

     

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