Estratto dell’articolo di Fabrizio Roncone per il “Corriere della Sera”
francia italia 1-3
No, vabbè. Un’Italia strepitosa. Che gioca all’«italiana». È questa la prima riflessione che viene da scrivere, mentre i nostri stanno tutti lì sotto, in mucchio, ad abbracciarsi e a dirsi cose belle (i francesi mortificati, Mbappé a capo chino, Saliba in ginocchio che chiede acqua): sì, ecco, abbiamo giocato all’italiana, come ci viene naturale. E bene. Molto bene. Chiusi e crudi, feroci in difesa. E poi bravi a ripartire. Letali nelle occasioni da gol.
Per chiunque abbia preferito guardarsi Sinner: sappiate che qui al Parco dei Principi, con la Nazionale, ci siamo divertiti come matti. Non succedeva da almeno un paio d’anni. E forse è presto per dire se, in questo gruppo azzurro, sia successo davvero qualcosa di importante e definitivo. Però, dopo l’ultimo drammatico europeo, è chiaro che c’è stata una scossa, una scintilla. [...]
federico dimarco - francia italia 1-3
Indizi concreti: le parole di profonda e struggente autocritica di Luciano Spalletti, il suo rinunciare ad essere esasperante negli allenamenti, e poi l’aver rinnegato il suo calcio visionario, complesso e fantasmagorico, decidendo di affidarsi a schemi classici, familiari alla maggior parte dei suoi. Questo ha avuto un peso.
[...] Il calcio resta un gioco meraviglioso (con grande rispetto per voi che avete preferito il riccio Jannik). Per intenderci: il primo appunto preso all’inizio di questa Nations League è un mezzo scarabocchio. Comunque dev’esserci scritta una roba tipo: Di Lorenzo disastro. Perché — si va per lampi di memoria — la partita è appena iniziata e lui cincischia su un pallone che gli appoggia Cambiaso, Barcola glielo strappa di potenza e parte, punta la nostra porta e calcia bene, forte e preciso: i francesi vanno così avanti dopo 12 secondi esatti (l’Albania, agli Europei, l’avevamo fatta segnare dopo 23: se è una tattica, la stiamo perfezionando).
raspadori francia italia 1-3
Guardare, dall’alto, Luciano Spalletti: testa incassata e mani in tasca, camminata elettrica (che manterrà poi per tutta la partita, spesso discutendo animatamente anche con il quarto uomo, vittima designata). La sua classica brace nelle pupille bisogna intuirla.
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Senza incantare, ma con una ritrovata solidità, con una inedita convinzione, andiamo a prendere prima una traversa con Frattesi. Poi, dopo mezz’ora, pareggiamo. L’azione bisogna riconoscere che ha un suo disegno elegante ed è molto raffinata nella realizzazione, con dentro dosi di pura classe: notevole Tonali con il colpo di tacco che restituisce il pallone a Dimarco, pronto a cercare, in diagonale, l’incrocio. Con onestà intellettuale: pochi secondi prima avevamo finito di dirci che schierare dal primo minuto Tonali è stato un vero azzardo, perché la prolungata assenza lo costringe a giocare sotto ritmo. Molto bene Ricci. Pellegrini abbastanza vivo, ma non è un 10, anche se è questo il numero che porta sulla maglia: il capitano della Roma è una mezzala, punto.
luciano spalletti
Tanto vale, pensa forse Spalletti nell’intervallo, mettere uno che almeno vede di più la porta. Entra Raspadori, che inizia così a stare accanto a Retegui. Vero 3-5-2: un modulo che funziona. L’azione con cui passiamo in vantaggio produce un bellissimo e classico gol alla nostra maniera (lo segna Frattesi).
«Contropiedé?», chiede ironico un collega francese. Sì, amico mio: è una roba che abbiamo nel sangue, anche se adesso i bambini appena arrivano nei settori giovanili vengono rimbambiti con stupida furia guardiolista. Lasciamo stare, è un guaio, servirebbe una pagina.
E adesso? Francia un bel po’ confusa. Inizia a spingere con impeto, la buttano sulla forza fisica e sulla velocità. E poi è gente di grandiosa classe, si sa. Ma è chiaro che i nostri iniziano a credere nel colpaccio. Non mollano più su nessun pallone. E si aiutano. Calafiori e Bastoni stanno giocando un grande partita. Donnarumma è una sicurezza. Il terzo gol è di Raspadori. [...]
francia italia 1-3 spalletti francia italia