Omero Ciai per "la Repubblica"
CUBA USA - JAMES TRACY - MIKE EAST - LARRY MORRIS
James, Mike e Larry, cinquantaquattro anni fa furono i tre americani che il 4 gennaio 1961 ammainarono la bandiera a stelle e striscie dell' ambasciata degli Stati Uniti all' Avana. John Kennedy era stato appena eletto, Eisenhower e il suo vice di allora, Richard Nixon, uscivano di scena lasciando al nuovo presidente questo regalo avvelenato mentre la Cia aveva già iniziato a preparare la "guerra sporca" contro la rivoluzione cubana che durerà decenni.
Oggi, James Tracy, Mike East e Larry Morris saranno di nuovo all' Avana insieme al segretario di Stato John Kerry per partecipare ad un atto, fortemente simbolico, il primo alzabandiera, dopo che l' ambasciata americana a Cuba è stata ufficialmente riaperta il 20 luglio scorso.
CUBA - AMBASCIATA AMERICANA 1961
Quel giorno di 54 anni fa, verso mezzogiorno, - raccontava ieri il New York Times - dopo aver trascorso tutta la notte a bruciare in un inceneritore cumuli di documenti i tre marines abbassarono la bandiera americana. Mentre fuori, di fronte all' ambasciata, si era raccolta una folla di cubani che sperava ancora di ottenere un visto per lasciare l' isola.
«Abbiamo guardato il pennone, poi abbiamo guardato loro, e poi ancora il pennone, ma ormai non c' era più nulla da fare», ricorda James Tracy, uno dei tre marines.
AMBASCIATA USA A CUBA - LA BANDIERA VIENE ARROTOLATA
Quando la bandiera era ammainata Mike ricorda di aver afferrato le punte con i suoi due compagni e di averla piegata mentre i cubani che erano sulla strada li hanno sommessamente applauditi. «Ogni volta che si prende la bandiera per l' ultima volta - ha detto Tracy che oggi a 78 anni - è simbolica».
Stamattina i tre marines potranno esaudire un loro vecchio sogno e tornare all' Avana per celebrare il ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e Cuba. È stato il governo Obama a chiedere ai tre uomini di essere presenti alla cerimonia e di rifare al contrario i gesti che dovettero compiere quella mattina del 1961.
sigari cubani 7
Entusiasta Larry Morris, 75 anni, ha detto al New York Times : «Non è successo a molti marines quello che stiamo per fare noi, sono davvero emozionato». Negli anni '60 essere mandati all' Avana dall' esercito era una destinazione molto desiderata tra i marines, un posto da sogno, caldo, con una vita notturna vivacissima e con delle bellissime donne, ricordano ancora i tre.
Anche se il governo di Fidel Castro aveva iniziato a nazionalizzare le aziende americane subito dopo la presa del potere nel 1959 e condannava la politica americana in America Latina, i cubani non erano affatto ostili verso i marines. «La gente non voleva vederci andare via», dice Tracy. «Oggi finalmente possiamo tornare».
obama sigaro cubano
Ricordando ancora i loro ultimi giorni nella capitale cubana i tre marines raccontano che nel pomeriggio del giorno precedente all' ammaina bandiera c' era stata una manifestazione nella zona del palazzo presidenziale: gridavano "Cuba sì, yankee no!". Ma molti altri cubani sembravano sconvolti nel guardare gli americani che si preparavano a lasciare l' isola. James Tracy ricorda che ci furono molti che si avvicinarono e gli andarono a dire: «Non ci lasciare, non ci lasciare, qui abbiamo bisogno di te».
La storica stretta di mano con il cubano Raul Castro
«Erano soprattutto quelli che stavano cercando di uscire dal paese, di lasciare Cuba finché potevano». Quando alla fine hanno raggiunto il porto e sono saliti sul traghetto che li riportava negli Stati Uniti i marines hanno saluto accendendo dei bastoncini di fuochi d' artificio, gli stessi che si usano per la festa del 4 luglio.