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    METTETE FIORELLO NEL VOSTRO CANONE – “OGGI”: LO SHOWMAN SCALDA I MOTORI IN VISTA DEL RITORNO IN TV SU RAI 2 (VOLUTO DALL’AD FUORTES) E LANCIA UNA FRECCIATONA AI GIORNALISTI DEL TG1 CHE, CAPITANATI DALLA ZARINA MONICA MAGGIONI, NON LO HANNO VOLUTO SULLA RETE AMMIRAGLIA RAI – “50 GIORNALISTI DEL TG1 DAVANTI ALLA MACCHINETTA NON SONO UN RAVE PARTY, MA È SOLO UNA SEMPLICE PAUSA CAFFÈ” – LA SPALLA FABRIZIO BIGGIO: “FIORELLO PRENDE DI MIRA UN POLITICO? STAI SICURO CHE DOPO DIECI MINUTI SQUILLA IL TELEFONO PERCHÉ…”


     
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    Andrea Greco per “Oggi”

     

    FIORELLO SU OGGI FIORELLO SU OGGI

    Contro il logorio della vita moderna un Cynar non basta più. Per resistere bisogna saper smontare e rimontare realtà e cronaca, parola per parola, con la pazienza di un orologiaio. Fiorello lo fa ogni mattina, con dissimulato impegno e solido successo. Giornali e talk show si interrogano per giorni, noiosissimi, su Ignazio La Russa e il busto del mascellone che tiene a casa, nel suo studio?

     

    Lui chiude la questione con un blitz. Carica l’accento siciliano e con la voce del presidente del Senato ruggisce: «Il Ponte non si farà, noi bonificheremo lo Stretto di Messina ...». E dentro c’è tutto: le opere sempre annunciate e mai iniziate, quelli che “Il Duce ha fatto anche cose buone”, e ingenerale il clima da operetta a cui gli italiani sono abituati.

     

    Per andare a segno, l’ ultimo vero, grande outsider dello spettacolo italiano non ha bisogno di molto; addirittura riesce nella magia di fare un programma tv senza andare in tv. Inattesa di sbarcare su Rai 2 il prossimo 5 dicembre, per ora la sua edicola la si può guardare su Instagram o in streaming su RaiPlay.

     

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    Poco dopo le sei, quando anche i più nottambuli sono rientrati e i più mattinieri ancora devono mettere sul fuoco la moka, lui dà appuntamento al bar di quartiere a due o tre autori, che gli servono soprattutto per testare battute e tormentoni. Oltre a loro, ad attenderlo, c’è un gruppetto di storici amici. Sono gli stessi compagni di insonnia che incontra da sempre all’alba, quella terra di nessuno dove galloni e differenze scompaiono perché si è tutti fratelli quando si cerca la stessa cosa: un caffè.

     

    LA PATTUGLIA DELL’ALBA

    Per avere la controprova che i fan si svegliano tardi basta andarci veramente al bar di Fiorello. Lui e gli altri dello staff sono tutti intorno a un tavolo all’aperto. Nessun body guard e nessuna transenna tiene lontani i curiosi, anche perché i curiosi sono cinque in tutto: due anziani che a quest’ora, non avendo nemmeno un cantiere aperto da presidiare ripiegano qui, una coppia che ha tutta l’aria di aver tirato mattina e una signora con due cani. Fiorello è a un metro e si ha il privilegio di assistere alla genesi della puntata.

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    Perché, certo, è improvvisata, ma, come diceva Mark Twain: «Ci vogliono più di tre settimane per preparare un buon discorso improvvisato». Ci sono i giornali aperti, la lavagnetta con scritto in grande “Inizia dalla Meloni!”, i pupazzetti con incollate le facce dei politici, la foto di Amadeus in cornice, santo protettore di chi sfida l’audience.

     

    Anche lo sparuto pubblico viene chiamato a partecipare, ma i risultati lasciano desiderare. A un tratto Fiorello chiede: «Ho un buco di memoria, come si chiama l’avversario di Achille?». «Lauro!», risponde qualcuno che la mitologia l’ha studiata a Sanremo.

     

    Fabrizio Biggio, che ogni mattina fa da spalla, confessa che vorrebbe scoprire il segreto dell’ecumenico favore di cui gode Fiorello: «Prende di mira il politico tizio? Stai sicuro che dopo dieci minuti squilla il telefono perché c’è tizio che ringrazia di essere stato preso in giro. Forse chi ci ascolta si convince che sta solo sentendo delle chiacchiere da bar, non un vero programma, e perdona tutto. In questi tempi dii per suscettibilità è un vero miracolo ».

     

    fiorello la russa fiorello la russa

    TRA SATIRA E SFOTTÒ

    Mentre noi si ragiona sui perché e sui percome, Fiorello macina endorsement. La sigletta, per esempio, è già stata registrata con spirito volontaristico da Giorgia, Cesare Cremonini, Enzo Avitabile, Gigi d’Alessio e Max Pezzali, e lì al bar, a quell’ora infame, cominciano ad arrivare i primi ospiti. Sabato scorso è passato Fabio Rovazzi, il giorno dopo Aldo Montano, e mille altri ne arriveranno.

     

    Però forse il punto è un altro: quella di Aspettando Viva Rai 2 (che poi, dal 5 dicembre, si chiamerà Viva Rai 2) forse non è satira, e forse non ha nemmeno la pretesa di esserlo. Ma chi ha deciso che il classico, rassicurante, eppure logorante, sfottò non sia lo strumento più adeguato per descrivere una situazione che, fin dai tempi di Flaiano, è grave ma

     

    fiorello imita ignazio la russa 6 fiorello imita ignazio la russa 6

    non seria? Così, in un Paese nel quale l’opposizione fa opposizione a se stessa (una situazione così paradossale che anche la lingua italiana recalcitra nel descriverla), o che si ritrova a parlare per settimane di temi residuali, come i rave, o se sia lecito che una presidente esiga l’articolo “il” invece che “la”, Fiorello e le sue chiacchiere appaiono a tanti l’unica isola di buon senso. Un’attitudine che lo porta addirittura a stupirsi di fronte alle cronache: legge che Enrico Letta è stato contestato in un corteo per la pace al grido di “guerrafondaio” e trasecola. «No dai, Letta guerrafondaio no».

     

    LA FRECCIATA AI GIORNALISTI RAI

    Attenzione però a non far coincidere il buon senso col buonismo. L’uomo che si definì “cintura nera di Karaoke” è di carattere suscettibile e di memoria lunga. Il suo ritorno in Rai, voluto fortemente dall’amministratore delegato Carlo Fuortes e dall’attuale direttore dell’intrattenimento prime time Stefano Coletta, era stato inizialmente previsto su Rai 1, la collocazione naturale per un pezzo da 90 come lui, ma è saltata per l’opposizione dei giornalisti del Tg 1, che avrebbero dovuto cedere la fascia tra le 7,10 e le 8 del mattino.

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    Uno stallo che, usiamo un eufemismo, ha fortemente irritato Fiorello. Il programma, con le sue 135 puntate, è stato sul punto di essere annullato, azzerando congrui investimenti pubblicitari che la presenza dello showman siciliano garantiva.

     

    Ma secondo molti, se poi Fiorello ha accettato di ripiegare sul secondo canale Rai il motivo non va cercato nelle insistenze dei dirigenti Rai, ma nell’opportunità di fare concorrenza e rosicchiare ascolti, dalla rete sorella, all’edizione del Tg 1 Mattina.

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    Per approfondire la questione si può leggere il comunicato del sindacato dei giornalisti Rai, oppure quello fake letto a Aspettando Viva Rai 2: «Con la presente vogliamo sottolineare che 50 giornalisti del Tg1 davanti alla macchinetta non sono un rave, ma è solo una semplice pausa caffè».

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