Valerio Piccioni per la Gazzetta dello Sport
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San Siro o la Friends Arena di Solna per la cerimonia di apertura? Piazza del Duomo o il Castello di Stoccolma per la Medal Plaza?
E il curling lo vedremo nel vecchio stadio olimpico di Cortina? O seguiremo le acrobazie di una parte del programma di snowboard e freestyle nell' ultracentenario impianto delle Olimpiadi estive del 1912? Lo sapremo alle 18 di oggi. Il presidente del Cio Thomas Bach comunicherà in quel momento se il 2026 olimpico sarà targato made in Italy o made in Sweden, come dice lo slogan dei nostri avversari di oggi.
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La corsa all' ultimo voto fra Milano-Cortina e Aare-Stoccolma, comunque, arriverà fino all' ultimo secondo. Ieri s' è arrampicata fra bookmaker, cene di gala, meeting formali e soprattutto informali per cercare di raggiungere 42 voti, la cima che bisogna conquistare per vincere. La sensazione è sempre quella: italiani in vantaggio, ma svedesi a provarle tutte per rimontare quasi fosse un ritorno Champions. Anche se il sottosegretario Giancarlo Giorgetti preferisce una metafora da campionato: «Beh, prima di Inter-Frosinone tu dici chi vince, poi l' Inter è sempre l' Inter, quindi può darsi pure che perda in casa con il Frosinone».
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Intanto Giovanni Malagò deve aver imparato a memoria «l' atlante» olimpico, con gli 82 membri Cio di 68 Paesi. Gli svedesi non ci vanno piano, e Stefan Holm, l' olimpionico dell' alto di Atene 2004, dice: «Siamo un Paese che mantiene le promesse». Ma lavorano anche di fioretto. Sicuramente hanno la maggior parte dei voti «reali», del Nord Europa, dell' Oceania e forse (ma il forse va sottolineato) di un pezzo di commissione atleti. Però il consenso italiano sembra molto robusto in Sudamerica, nei paesi latini in generale, e in gran parte di Asia e Africa. Poi ci sono gli incerti.
E qui le due squadre sono impegnate senza tregua. Noi abbiamo portato anche un gruppo di presidenti federali per questo finale di campagna elettorale. Canottieri ed ex canottieri sono otto, un decimo del corpo elettorale: Giuseppe Abbagnale, pensaci tu. Ci sono anche Cito (taekwondo), Aracu (sport rotellistici, che è anche presidente internazionale), Fraccari (numero uno mondiale del baseball), Rossi (tiro a volo), Buonfiglio (canoa), oltre naturalmente a Roda (sport invernali) e Gios (ghiaccio). Ognuno ha il suo presidio da conquistare o da difendere.
milano cortina 2026 malagò
Poi c' è questo mezzo giallo sui «chiarimenti» che il Cio aveva chiesto a Stoccolma sugli «impegni vincolanti» per la realizzazione del Villaggio Olimpico (e non solo). È un argomento che per gli svedesi non esiste, «tanto che qui non se n' è mai parlato», dicono a più riprese.
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Rassicurando: «Tutto si è risolto da tanto tempo», le «garanzie sono triple», e il Cio inizialmente «non ha capito». Parole che provocano una battuta di Franco Carraro: «Allora speriamo che il Cio continui a non capire». Ieri pomeriggio gli svedesi hanno comunque schierato davanti a Bach la principessa ereditaria Vittoria, la personalità più popolare del Paese, e il premier Stefan Lofven. Come dire: niente dubbi, vogliamo i Giochi. Ieri, un altro piccolo caso è nato grazie un sito di scommesse che ha pubblicato quote ribaltate rispetto a tutti gli altri che danno un vantaggio per Milano-Cortina.
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Anche questo fa parte del conto alla rovescia. E poi in una sfida uno contro uno, i voti strappati all' avversario valgono doppio. A proposito: in caso di parità si tornerebbe a votare. A oltranza, come ai rigori.
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