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    OGGI PARTITI, DOMANI DIPARTITI: SUPERFLOP PER LE DONAZIONI PRIVATE 2012


     
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    Ettore Colombo per "il Messaggero"

    Proprio nel giorno in cui il governo, rivede la norma sul 2 per mille, stabilendo che l'«inoptato» andrà tutto allo Stato, arriva l'ennesima brutta notizia per i tesorieri dei partiti. I finanziamenti dei soggetti privati ai partiti sono stati un flop per l'anno fiscale 2012. Come risulta dalle dichiarazioni congiunte arrivate alla Camera, a Pd e a Pdl non è arrivato un solo euro. Innanzitutto, va chiarito che stiamo parlando della legge sul finanziamento pubblico ai partiti così come riformata con dl del 6 luglio 2012 n. 96.

    SOLDI AI PARTITI SOLDI AI PARTITI

    Legge che comportava, tra le principali misure, la riduzione del 50% dei rimborsi elettorali fissandone il tetto a 91 milioni di euro, e la divisione della contribuzione ai partiti in due: 70% (63,7 milioni) a titolo di rimborso elettorale e 30% (23,7 milioni) a titolo di cofinanziamento (0,50 cent di soldi pubblici per ogni euro privato raccolto).

    E proprio scorrendo i finanziamenti privati che la legge obbliga a depositare alla Tesoreria della Camera, risulta sì che nel 2012 il Pdl ha avuto dai privati 8.730.485,75, ma leggendo i nomi dei donatori si scopre che sono tutti parlamentari o consiglieri regionali. Analogo discorso per il Pd: gli assegni per complessivi 5.013.652,60 euro sono stati staccati solo da parlamentari: in media 18.000 euro ciascuno (1.500 al mese).

    Insomma sono spariti i grandi finanziatori passati di Forza Italia e Pdl o le tante Coop dell'Emilia e della Toscana del Pd. Il fund raising dei primi mesi del 2013, grazie alle elezioni, è andato un po' meglio, ma quasi con le stesse voci. Nelle casse del Pdl sono arrivati 2.366.768,74 euro quasi esclusivamente dai candidati alle elezioni (in media 25 mila euro ciascuno), tranne cinque versamenti per 66.400 euro.

    Al Pd è andata un po' meglio grazie alle piccole aziende e coop che hanno aiutato le sedi locali (294 mila euro) e ai 90 mila euro della Seci di Bologna, holding del gruppo Maccaferri. L'unico exploit lo ha fatto Scelta Civica; da annoverare tra gli altri i 100.000 euro di Enrico Bondi, con vari incarichi nel governo Monti e oggi commissario dell'Ilva.

    Sempre in tema di economie, il Pdl trasloca. L'affitto della storica sede di via dell'Umiltà scade il 30 giugno e non verrà rinnovato perché troppo oneroso. Diverse le alternative, tutte in pieno centro storico, ma molti già scommettono che Berlusconi sceglierà per lo stabile di San Lorenzo in Lucina.

     

     

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