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    UN MARE DI PLASTICA – LO SAPEVATE CHE OGNI GIORNO FINISCONO NEL MEDITERRANEO 731 TONNELLATE DI RIFIUTI E IL 90% DI QUESTA SPAZZATURA E’ PLASTICA? – IL TEMA DELLA PROTEZIONE DEI MARI DALL’INQUINAMENTO DEI RIFIUTI PLASTICI APPRODA ANCHE ALLA 'BIENNALE' DI VENEZIA CON L’INSTALLAZIONE DELL’ARTISTA USA CHRISTIAN HOLSTAD...


     
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    Francesca Santolini per la Stampa

     

     

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    Secondo un rapporto dell’Unep, ogni giorno finiscono nel Mediterraneo 731 tonnellate di rifiuti e il 95 per cento di questa spazzatura è plastica. La parte più rilevante si trova proprio nei fondali, in alcuni punti ce ne sarebbero circa cento mila pezzi per chilometro quadrato: una delle densità più alte del mondo. Ma da dove viene tutta questa plastica? Una delle principali cause dell’invasione della plastica in mare è l’aumento impressionante della sua produzione: siamo passati da un milione e mezzo nel 1950, alle attuali 300 milioni di tonnellate. E il 40% è packaging, ha vita brevissima, diventa rapidamente rifiuto: i sacchetti di plastica servono in media per quindici minuti e ne vengono utilizzati 500 miliardi all’anno, un milione al minuto.

     

    Negli ultimi decenni il mare è diventato la più grande discarica di rifiuti prodotti dall’uomo : liquami, spazzatura, rifiuti ingombranti e la maggior parte di questi rifiuti riversati in mare affonda, sparendo alla vista, mentre solo una piccola quantità rimane in superficie.

     

    plastica mare plastica mare

    Per questo, i pescatori sono diventati i principali attori della pulizia del mare, dei veri e propri spazzini che con le loro reti riescono ad arrivare dove nessun altro può spingersi. Nasce così l’idea della pesca dei rifiuti “fishing for litter”, una pratica diffusa da circa dieci anni in Nord Europa che si basa sull’incentivazione, ormai soprattutto dal punto di vista della sensibilizzazione e della semplificazione amministrativa, dello smaltimento a terra da parte dei pescatori dei rifiuti marini che tirano a bordo accidentalmente durante l’attività di pesca, e che normalmente vengono rigettati in mare. Tuttavia nell’area del Mediterraneo e in particolare in Italia, questa pratica fa ancora fatica a diffondersi, e tra i motivi principali, ca va sans dire, c’è la burocrazia. 

     

    Attualmente infatti il rifiuto issato a bordo viene classificato per legge come “rifiuto speciale”, a prescindere se si tratti di una busta di plastica, una bottiglia, un mozzicone di sigaretta o un pezzo di legno, in questo modo il pescatore viene identificato come produttore dei rifiuti. Questo comporta il fatto di doversi accollare i costi di smaltimento dei rifiuti “pescati” una volta riportati a terra. Un vero e proprio paradosso, che spinge la maggior parte dei pescatori a ributtarli in mare loro malgrado. Allora, come sempre in questi casi, bisogna cambiare la legge, perché le regole coinvolgano i pescatori per la pulizia del mare, invece di scoraggiarli.

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    Ma non è tutto. La lotta alla plastica si sposta infatti dai pescatori di plastica di da San Benedetto del Tronto a Venezia, arrivando fino alla 58. Biennale d’Arte, dove troviamo una grande installazione dell’artista statunitense Christian Holstad, che ha ideato un’opera ispirata al tema della protezione dei mari dall’inquinamento dei rifiuti plastici: Consider yourself as a guest (Cornucopia)che sarà possibile vedere presso l’Università Ca’ Foscari Venezia, dal 12 maggio al 12 giugno 2019 nel cortile dell’ateneo. Il progetto sempre sostenuto dalla FPT Industrial, Main Sponsor del Padiglione Italia alla Biennale Arte 2019, punta dritto a sensibilizzare il pubblico, portando letteralmente a galla un’emergenza ambientale di grande attualità. Per questo Christian Holstad , invitato da Milovan Farronato, curatore del Padiglione Italia, ha immaginato un’opera site specific , ispirata dalle continue notizie sul crescente inquinamento dei mari e degli oceani di tutto il mondo.

    a pesca di plastica a pesca di plastica

     

    La cornucopia, simbolo antico di fortuna e di abbondanza, prodotta interamente con rifiuti plastici, diventa l’occasione per riflettere sull’impatto che abbiamo ogni giorno sul nostro pianeta. Il titolo dell’opera “Consider yourself as a guest (Cornucopia) arriva dal mantra che ha ispirato l’artista: “Un mio vicino di casa aveva appeso alla porta un cartello con scritto ‘Considerati un ospite’. Per anni ho visto ogni giorno quella frase, che è diventata per me come un mantra inconsapevole”. Parola di Christian Holstad.

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