Sì, tutto allucinante. Un plotone di esecuzione contro la verità. Razzismo ossificato, relativismo etico, vittimismo menzognero, straccioneria e strafottenza condensati in una puntata.
— Francesca Albanese, UN Special Rapporteur oPt (@FranceskAlbs) March 20, 2024
Questa è l'ultima volta che regalo a porro il mio tempo.
Italia, resisti, tu non sei questo. https://t.co/KSxGyoAvtH
Qui si trovano facilmente gli elenchi degli ammessi alla prova orale dell'esame d'avvocato, a partire dal 2018, per la Corte d'Appello di Napoli.
— Riccardo Puglisi (@ricpuglisi) March 27, 2024
Gli elenchi relativi agli anni precedenti sono un segreto di stato?https://t.co/ftBMrS05oC#FrancescaAlbanese
cc @minGiustizia
1. FRANCESCA ALBANESE, RELATRICE ONU SULLA PALESTINA: ISRAELE INCARNA APARTHEID PER ECCELLENZA
Estratto da www.rainews.it – 24 febbraio 2024
francesca albanese 5
"È apartheid, non abbiate paura di dirlo. Il Sudafrica ci ha dato la parola, ma la realtà è incarnata da Israele per eccellenza". È quanto ha affermato la special rapporteur delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati Francesca Albanese, a cui nelle settimane scorse lo Stato ebraico ha negato l'ingresso, intervenendo alla Conferenza internazionale 'Pace e giustizia in Medio Oriente, focus Palestina', promossa dal Consiglio Comunale di Firenze.
L'intervento è stato applaudito dalla platea. “So che non è perché ho detto qualcosa di intelligente - ha aggiunto - ma perché ho pronunciato la parola apartheid. Perché è apartheid”. Ha aggiunto Albanese: "Voglio rendere omaggio agli organizzatori per essere riusciti a ospitare questo evento, dato che il clima in Italia non è affatto favorevole a parlare liberamente di Palestina o di Israele e dei territori palestinesi occupati, nemmeno in un momento in cui vengono commesse atrocità".
FRANCESCA ALBANESE
Così Francesca Albanese, special rapporteur delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, nel suo intervento al convegno organizzato in Comune a Firenze.
Secondo Albanese, il clima non è favorevole "neanche in un momento in cui, giorno dopo giorno, sono state uccise 30.000 persone in cinque mesi. Pensiamo a questo: 30.000 persone, 13.000 bambini. Più del 70% della Striscia di Gaza e del suo tessuto sociale è stato distrutto, e ancora oggi è difficile parlare di crimini israeliani. La questione della Palestina, di Israele e della Palestina scuote equilibri politici e pregiudizi radicati. E spesso porta alla censura e all'autocensura".
francesca albanese 1
Hamas e altri gruppi terroristi "hanno commesso crimini orribili contro gli israeliani, e lo riconosco, e sono solidale con le vittime", ma “il crimine non giustifica mai un altro crimine, che è quello che sta accadendo”, ha detto in un altro passaggio dell'intervento, denunciando “un doppio standard che sta prevalendo nelle relazioni internazionali.
Ogni accusa infondata fatta da Israele ha portato a provvedimenti, mentre abbiamo un ordine provvisorio della Corte di giustizia internazionale, l'organo giudiziario supremo del nostro sistema internazionale, che dice che è plausibile che Israele abbia commesso un genocidio e che deve fare questo e quest'altro, ma nessuno lo segue”. Israele, ha aggiunto , “sta per sfollare con la forza molti palestinesi, e quello a cui stiamo assistendo è il più grande sfollamento della storia palestinese” […]
corteo pro palestina a roma
2. LA DOTTORESSA FRANCESCA ALBANESE NON CONOSCE LA DIFFERENZA TRA ESSERE AVVOCATI O ‘ADVOCATE’
Riccardo Puglisi per www.ilriformista.it – 25 novembre 2023
Se vuoi tradurre “avvocato” in inglese e usi la parola “advocate” ti stai probabilmente facendo ingannare da un falso amico, perché la traduzione corretta è “lawyer”. Il concetto di “advocate” fa riferimento a coloro i quali pubblicamente supportano una certa causa o posizione politica o sociale, in modo tale da rafforzarla e persuadere il maggior numero possibile di persone sulla bontà della causa stessa.
Esiste tra l’altro un modello teorico formulato dagli economisti Dewatripont e Tirole (il secondo premio Nobel per l’economia, peraltro) che è contenuto in un articolo precisamente intitolato “Advocates” e che si focalizza sui vantaggi complessivi che si ottengono – al fine di accumulare informazioni veritiere – quando in una disputa tra due posizioni diverse/opposte vi sono esperti che agiscono portando argomenti a favore di una delle due tesi, e che sono di fatto assoldati (o convinti a intervenire gratuitamente) da coloro che hanno un interesse a far vincere ciascuna delle due posizioni.
Banalmente, gli avvocati che rappresentano persone fisiche o giuridiche in una disputa giudiziaria o extra-giudiziaria sono “advocates” rispetto alla posizione che vanno a difendere e a sostenere nelle sedi appropriate.
FRANCESCA ALBANESE
Ma -facendo leva sul poco postmoderno Aristotele e sulla sua logica – bisogna serenamente affermare che non tutti gli “advocates” sono avvocati. La somiglianza tra i due termini ha forse indotto la dottoressa Francesca Albanese, relatore speciale per le Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani nei territori palestinesi occupati, a spiegare in televisione – ospite di Nicola Porro – come lei faccia l’avvocato (“faccio l’avvocato, mi occupo di rifugiati e migranti ”, testualmente) per poi precisare su Facebook di avere utilizzato impropriamente il termine stesso a motivo del fatto di essere solita pensare “traducendo a mente che ormai pensa in inglese”, pur non essendo formalmente un avvocato secondo l’ordinamento italiano .
Si dà il caso che essa fosse ripetutamente chiamata “Avvocato Francesca Albanese” negli anni scorsi, e lo stesso Piero Fassino durante un’audizione parlamentare presso la Commissione Esteri l’aveva apostrofata così senza ricevere alcuna smentita dall’Albanese stessa.
BLITZ PRO PALESTINA ALLA UNIVERSITA’ FEDERICO II
In risposta a un tweet di Antonio Monteleone de Le Iene che rimarcava la questione, la dottoressa Albanese ha preso la peculiare scelta di mettere sotto al proprio testo (un poco conciliante “Tu te la vedrai con i miei legali”) la foto del certificato di avvenuta conclusione della pratica forense, datata 30 dicembre 2004. Si tratta di una scelta curiosa, tanto curiosa da avere indotto la stessa Albanese a cancellare il tweet, in quanto per essere qualificati come avvocati non basta avere concluso il praticantato ma è necessario avere passato l’esame di abilitazione alla professione forense ed essere iscritti all’ordine degli avvocati. Su questi successivi passaggi nulla sappiamo, a parte la dichiarazione di Francesca Albanese stessa di non essere un avvocato, senza avere precisato se manchi il superamento dell’esame o l’iscrizione all’albo.
francesca albanese tweet
Dall’altro, come “advocate” indefesso della causa palestinese la performance di Francesca Albanese è molto più solida, come testimoniato da vari messaggi e dichiarazioni sui social network. Sotto questo profilo, è facilissimo verificare come i toni usati da Francesca Albanese per commentare gli orrendi massacri perpetrati da Hamas il 7 ottobre, pur essendo ovviamente di condanna, sono larghissimamente meno forti di quelli usati per commentare eventi successivi e precedenti avvenuti nella striscia di Gaza a danno dei palestinesi.
Andando a guardare il profilo Facebook dell’Albanese, nei giorni scorsi ho trovato dichiarazioni piuttosto imbarazzanti come quella secondo cui i palestinesi si difendono con i soli mezzi che hanno, cioè “missili squinternati”, mentre il territorio di Gaza, bombardato massicciamente da Israele, “ha una popolazione di 1,8 milioni di abitanti, tra cui 15mila miliziani di Hamas che resistono” (mio corsivo).
La dichiarazione si trova peraltro all’interno dello stesso post del 31 luglio 2014, già evidenziato da molti altri, in cui la dottoressa Albanese afferma che, differentemente da altri paesi che “hanno già condannato il massacro che si va compiendo a Gaza e interrotto tutte le relazioni commerciali e militari con Israele, l’America e l’Europa, soggiogati dalla lobby ebraica gli uni, e dal senso di colpa per l’Olocausto gli altri, restano al margine e continuano a condannare gli oppressi -i Palestinesi”.
FRANCESCA ALBANESE
Si può fare di peggio? Possibile. Come scoperto giovedì scorso, Francesca Albanese l’11 gennaio 2015, cioè quattro giorni dopo l’attentato alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo, mette su Facebook una notizia proveniente da PressTV, canale televisivo iraniano, che riporta una dichiarazione di Paul Craig Roberts, secondo cui “CIA e Mossad hanno condotto l’attentato di Parigi”, cioè i servizi segreti americani e israeliani. Se non avessi fatto la foto dello schermo non ci crederei io stesso.
Vi sono anche dichiarazioni più recenti: ad esempio nel 2019, in risposta a un utente su Facebook Francesca Albanese commenta in questi termini le insufficienti reazioni europee all’oppressione dei palestinesi da parte degli israeliani: “Da Europea provo tanta vergogna e da individuo sento che bisogna continuare a combattere. Essere tanti piccoli Davide. Goliath non è cosi invincibile.” È verosimile che il Goliath da combattere e sconfiggere secondo Francesca Albanese sia ovviamente lo stato israeliano.
Epilogo virtuale: nella tarda giornata di giovedì vengo bloccato su Facebook da Francesca Albanese (mi sarei aspettato che l’avesse fatto prima), ma il punto rilevante è che -rispetto alle centinaia di post pubblici precedenti- rimangano pubblici solo tre post. Come mai questa timidezza generalizzata e tardiva? Epilogo politico: il segretario generale delle Nazioni Unite resta convinto che sia una buona idea tenere Francesca Albanese come relatore speciale sulla situazione dei territori palestinesi occupati? Il suo livello di partigianeria non è insopportabile anche per l’ONU?
3. MA COSA HA DETTO FRANCESCA ALBANESE SU GAZA A PIAZZAPULITA? ECCO LA TESI DELLA FUNZIONARIA DELL'ONU INACCETTABILE PER ISRAELE
Roberto Vivaldelli per www.mowmag.com
Dopo le furiose polemiche per il suo tweet su X del 10 febbraio scorso, Francesca Albanese, la giurista 47enne relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati - a cui il governo Netanyahu ha ufficialmente negato la possibilità di entrare nello stato di Israele in risposta alle sue affermazioni sul 7 ottobre - è tornata a far parlare di sé, ospite di Corrado Formigli a PiazzaPulita, su La7.
Albanese ha così avuto modo di spiegare il significato del suo tweet nel quale aveva condiviso un articolo di Le Monde su alcune parole del presidente francese Emmanuel Macron, scrivendo: “Il più grande massacro antisemita del nostro secolo? No, signor Macron. Le vittime del 7/10 non sono state uccise a causa del loro giudaismo, ma in risposta all’oppressione di Israele.
antonino monteleone vs francesca albanese
La Francia e la comunità internazionale non hanno fatto nulla per impedirlo. I miei rispetti alle vittime“. Parole che hanno scatenato un vero e proprio putiferio diplomatico e mediatico, con tanto di richieste di dimissioni e accuse di antisemitismo. Ma proviamo a capire qual è davvero la sua tesi e se c’entra davvero l’antisemitismo.
“Non c’è nulla di scabroso in ciò che dico"
Formigli l’ha incalzata proprio sul discusso tweet, che tanto ha fatto discutere, anche a livello internazionale. “Ci può spiegare quest’ultima affermazione talmente scabrosa da aver fatto richiedere a Israele la sua sospensione dalla mansione che svolte per le Nazioni Unite?”.
Innanzitutto, ha replicato la giurista, “contesto l’uso della parola scabrosa che ha utilizzato tre volte per introdurmi rispetto a ciò che ho detto. Quello che io sostengo - ha spiegato - è che la matrice degli attacchi del 7 ottobre, non sia l’antisemitismo. Questo lo ha detto anche il segretario generale delle Nazioni Unite, in modo indiretto. C’è un contesto di occupazione militare che dura da 56 anni sulla Striscia di Gaza, sotto assedio da diversi anni”. Occupazione militare che si è tradotta in una “dittatura militare per i palestinesi. Io sto parlando a seconda delle categorie di diritto internazionale, non c’è nulla di scabroso in ciò che faccio e ciò che dico” ha ribadito con fermezza, respingendo le accuse.
Le posizioni di Albanese? Come Guterres
riccardo puglisi tweet sugli amici di francesca albanese
“Scabroso”, ha a quel punto replicato Corrado Formigli, “per alcune persone che si sono sentite urtate da quell’affermazione. Lei ha offeso delle persone ed è qui per spiegare la sua posizione”. L’antisemitismo, ha sottolineato Albanese, “è ancora una piaga gravissima delle nostre società, soprattutto occidentali, così come altre forme di razzismo, una di queste è l’islamofobia.
Ma quello che è successo il 7 ottobre nasce dal contesto che Israele impone ai palestinesi, che tiene sotto il giogo di un’oppressione: finché non si prende coscienza e consapevolezza di questa realtà, non si riuscirà ad avere un orizzonte e si continuerà a fare quello che si è fatto per trent’anni”.
La soluzione a “due stati” è “evanescente”, ha aggiunto, a causa “della colonizzazione e della segregazione da parte di Israele”. La giurista ha inoltre commentato le parole dell’ambasciatrice americana allo Human Rights Council, Michèle Taylor, che da mesi accusa Albanese di antisemitismo: “L’attacco nei miei confronti che viene da Israele e dagli Stati Uniti non è né singolare, né isolato, nel senso che in questo momento c’è una vera e propria battaglia nei miei confronti e nei riguardi dell’Onu, del suo segretario generale e dell’Unrwa. Non è una novità”.
antonino monteleone vs francesca albanese
Nel suo intervento a Piazzapulita, Albanese ha citato il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, spiegando come quest’ultimo abbia espresso delle considerazioni simili sul 7 ottobre. Non ha torto: il 24 ottobre scorso Guterres provocò una dura reazione da parte di Israele. Rivolgendosi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il Segretario generale spiegò che, pur condannando con la massima fermezza il massacro commesso da Hamas il 7 ottobre, bisognava riconoscere anche che gli attacchi di Hamas “non sono arrivati dal nulla”. “Il popolo palestinese – aveva aggiunto, criticato dal ministro degli esteri israeliano Cohen - è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione”.
Non è una posizione isolata
riccardo puglisi tweet su francesca albanese
Tra gli esperti, le posizioni di Albanese (e Guterres) non sono isolate. Tutt’altro. Il celebre storico israeliano Ilan Pappè, direttore del Centro Europeo di Studi sulla Palestina presso l'Università di Exeter, autore del saggio La pulizia etnica della Palestina, ha spiegato, in un’analisi pubblicata su Al Jazeera, che il 7 ottobre “viene utilizzato da Israele come pretesto per perseguire politiche genocide nella Striscia di Gaza”. È anche un pretesto, ha aggiunto, “per gli Stati Uniti per cercare di riaffermare la propria presenza in Medio Oriente.
Ed è un pretesto per alcuni paesi europei per violare e limitare le libertà democratiche in nome di una nuova guerra al terrorismo”. Omar Bartov, un importante studioso dell'Olocausto di origine israeliana, è arrivato alla conclusione che Israele sta perseguendo un “chiaro intento genocida a Gaza” mentre John J. Mearsheimer, docente di Relazioni internazionali presso l’Università di Chicago, tra i più importanti politologi al mondo, ha sottolineato in un articolo che quello che “Israele sta facendo a Gaza alla popolazione civile palestinese - con il sostegno dell'amministrazione Biden - è un crimine contro l'umanità che non ha alcuno scopo militare significativo”. Tesi che, naturalmente si possono discutere: ma sarebbe scorretto e improprio tacciare questi esperti di fama internazionali di un presunto “antisemitismo” solo perché criticano la politica estera israeliana.
Al centro delle polemiche
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Il tweet del 10 febbraio di Albanese aveva scatenato una reazione durissima. In primis di Tel Aviv, che negando l’ingresso nel Paese alla funzionaria Onu (secondo Albanese, quest’ingresso era già stato negato in precedenza, anche al suo predecessore), aveva parlato "oltraggiosi affermazioni”, chiedendone le dimissioni.
La reazione di Israele di negarle l'ingresso, ha inoltre commentato il ministro degli esteri Antonio Tajani “è comprensibile, perché di fronte a queste cose bisogna sempre essere prudenti e puntare alla verità”. Difficile che le sue parole a PiazzaPulita convincano quelli che l’hanno criticata nei giorni scorsi o spostino di una virgola un dibattito altamente polarizzato tra le due fazioni, soprattutto in Italia, dove si interpreta la politica estera come una partita di calcio.
francesca albanese 2
Il dubbio è che nel mirino dei critici non ci sia solo la giurista italiana, ma anche l’Onu come organizzazione internazionale. Incapace, sì - per com’è strutturata e per via dei rapporti di forza - di prevenire i conflitti in un mondo sempre più caotico, ma comunque rappresentativa di un (dis)ordine internazionale che ha visto un “occidente” - termine sempre più abusato da troppi opinionisti e commentatori - diviso e isolato nel sostegno incondizionato all’operazione militare di Israele a Gaza.
FRANCESCA ALBANESE francesca albanese 4 francesca albanese 6 SIT-IN PRO PALESTINA ALLA SEDE RAI DI BOLOGNA antonino monteleone vs francesca albanese. 2