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    L'EURO-CETRIOLO SUI MIGRANTI - IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO UE TUSK SI RICORDA DI ESSERE POLACCO E BLOCCA IL RICOLLOCAMENTO UE DEI PROFUGHI PER EVITARE LE LAMENTELE DI POLONIA, UNGHERIA, REPUBBLICA CECA - SAPETE QUANTI DISPERATI HANNO ACCOLTO BUDAPEST E VARSAVIA? NEANCHE UNO... (E L'ITALIA DEVE FARSI IN QUATTRO PER TUTTI)


     
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    Antonio Pollio Salimbeni per “il Messaggero”

     

    migranti migranti

    Sono state ore di tensione sul filo del conflitto istituzionale tra Consiglio Ue e Commissione. E poi per uno scontro politico assai aspro tra la stragrande maggioranza dei ministri responsabili degli affari europei e il presidente Ue Donald Tusk. Argomento: le scelte sulla riforma del sistema di asilo e la questione delle quote vincolanti di ripartizione dei rifugiati. Tensione al massimo grado con la Commissione che parla di posizione antieuropea di Tusk.

     

    Tutto ciò riflette il crescente nervosismo sul tema dei flussi migratori con Tusk, ex premier polacco, che cerca di tenere insieme il quadro europeo perennemente smontato da Polonia e Ungheria, seguite dalla Repubblica Ceca. E in un contesto in cui la Ue è quasi ferma (a parte su Brexit) in attesa che a Berlino si formi un governo.

     

    IL VERTICE

    JUNCKER TUSK JUNCKER TUSK

    Tutto è partito dalla nota di Tusk per il Vertice Ue di questo fine settimana nella quale si indicava che l' Unione «non ha né la capacità né le possibilità legali di sostituire gli Stati» nella gestione della crisi dei migranti. Tusk ricordava che «la questione delle quote obbligatorie si è dimostrata altamente divisiva», un «approccio dimostratosi non efficace». Con questa conclusione: se a giugno i leader non troveranno una soluzione, anche sulle quote Tusk annunciava che presenterà una proposta per procedere oltre.

     

    Da tempo aleggia l' idea di superare il regime delle quote: la ripartizione dei rifugiati è molto lenta, Ungheria e Polonia non ne hanno preso uno, la Repubblica Ceca ne ha presi 12. Per questo i tre paesi sono stati appena deferiti alla Corte di Giustizia. Si parla di monetizzare la solidarietà. Ieri Tusk è stato difeso solo da Ungheria e Polonia. Guarda caso.

     

    migranti migranti

    Pollice verso da tutti gli altri, con Italia e Germania forti sostenitori della necessità di fermare un approccio considerato regressivo e pericoloso. «La nota del presidente Ue è sbagliata, Tusk è stato rimandato a settembre, non si può tornare indietro rispetto a quanto fatto dalla Ue in questi anni, responsabilità e solidarietà devono essere sempre tenuti insieme in equilibrio», ha detto il sottosegretario Sandro Gozi. Alla domanda se per l' Italia il sistema delle quote fosse una linea rossa, Gozi ha risposto: «Sono varie le cose, bisogna vedere i criteri, la cosa certa è che il negoziato deve essere equilibrato su responsabilità e solidarietà».

     

    LA CORREZIONE

    sandro gozi sandro gozi

    In serata Tusk ha fatto una mezza retromarcia calcando più la mano sul ruolo della Ue («Nessuno Stato membro può fronteggiare la sfida comune da solo»), ma confermando di voler avanzare una proposta se i governi non decideranno a giugno. È in gioco il potere di chi deve dare il la alle scelte europee: secondo il Trattato il diritto di iniziativa legislativa è della Commissione non del Consiglio. Tusk vuole agire cercando «il consenso», ma su quelle materie si vota a maggioranza qualificata. È in gioco il ruolo di Tusk presidente Ue in rapporto a Juncker presidente della Commissione.

     

    Gozi commenta: «Ci sono tanti presidenti Ue, a volte anche in cerca di autore: a Bruxelles dovrebbero essere meno pirandelliani e più pratici». Per l' Italia il rischio è trovarsi in campagna elettorale con una discussione europea che indebolisce gli strumenti di solidarietà sui migranti invece di rafforzarli.

    GENTILONI TUSK GENTILONI TUSK

     

    Domani il premier Gentiloni incontrerà a Bruxelles i leader del Gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) con Juncker su Fondo per l' Africa e misure per i rimpatri. Sarà l' occasione per fiutare l' aria che tira prima del vertice.

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