Marino Niola per “la Repubblica” - Estratti
marino niola
I santi fanno più miracoli da morti che da vivi. Perché a differenza di tutti i comuni mortali, questi prediletti da Dio nascono proprio nel momento in cui muoiono. All’anagrafe soprannaturale, infatti, il loro Dies Natalis , come lo chiama la Chiesa, coincide con il loro trapasso. Di fatto, è la fine del corpo mortale a liberare dai vincoli terreni quello celeste, come dalla crisalide si libera la farfalla.
ultima cena di leonardo
Da quel momento, le spoglie dei campioni della fede diventano il segno di una presenza assente, ma potente. Diventano sante reliquie, parola che deriva dal verbo latino relinquere, cioè lasciare, avanzare. E indica appunto quel che resta del santo. Denti, braccia, gambe, teste, mascelle, capelli nell’immaginario devoto fanno da interfaccia anatomica tra visibile e invisibile, tra fisica e metafisica. Che tiene insieme vita e morte.
sangue san gennaro 1
Ecco perché nel cattolicesimo, ma non solo, le reliquie sono da sempre la materia prima della santità, la testimonianza tangibile di una forza ultramondana, di una azione a distanza che è il primo miracolo del santo.
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Un posto specialissimo tra i resti specialissimi spetta al sangue. Prima di tutti quello versato da Cristo e raccolto in quella leggendaria turboreliquia che è il Santo Graal, grande sorgente narrativa del canone occidentale. A seguire, quello dei martiri che si scioglie miracolosamente. Da San Gennaro, che concede tre liquefazioni all’anno, alla meno nota ma infaticabile Santa Patrizia che ha addirittura una cadenza settimanale.
Mentre il sangue di San Lorenzo, custodito nella chiesa di Santa Maria ad Amaseno, si squaglia una sola volta tra il 9 e il 10 agosto in occasione della festa del martire che fa cadere le stelle dal cielo.
Santa Casa di Loreto
La reliquia più grande del mondo è addirittura una monofamiliare, cioè la Santa Casa di Loreto, quella dove la Vergine Maria riceve l’annunciazione, in seguito aviotrasportata da Betlemme da una squadra di angeli traslocatori. Ma la più imbarazzante è il Santo Prepuzio di Nostro Signore. Conservato da una pia donna dopo la circoncisione di Gesù e poi giunto nelle mani della Maddalena. Il prezioso reperto sarebbe stato donato da Carlo Magno a Papa Leone III nell’anno Ottocento.
Circoncisione Gesu - Rothenburg
Sono moltissime le città che vantano il possesso di un frammento della veneratissima cute, che ha fama di far partorire le regine. Nel 1421 viene inviato dalla Francia a Enrico V d’Inghilterra che lo tiene sotto il cuscino. Risultato, la moglie Caterina di Francia gli partorisce un erede con la precisione di un orologio biologico. Poi sul prepuzio cala un prudente velo di riserbo. Finché agli inizi del Seicento il teologo Leone Allacci, bibliotecario vaticano, chiude la questione con una trovata fantascientifica.
LA CIRCONCISIONE DI GESU
Sostiene, infatti, che il minuscolo lembo di pelle sarebbe stato assunto in cielo e si sarebbe trasformato in uno degli anelli di Saturno. L’ultimo frammento giunto quasi fino a noi è quello custodito a Calcata, il suggestivo borgo del Viterbese, fino al 1983, anno della sua misteriosa sparizione. Ma in effetti già nel 1900 Papa Leone XIII aveva vietato di far parola del Santo Prepuzio sotto pena di scomunica. Tutto questo è solo la punta di un iceberg di reliquie tutte da ridere. Come il pane e le 13 lenticchie dell’ultima cena, la colonna della flagellazione, la freccia di San Sebastiano, lo starnuto dello Spirito Santo, il latte della Beata Vergine.
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RELIQUIE DI SAN NICOLA il sangue di San Lorenzo NELLA CHIESA DI SANTA MARIA AD AMASENO RELIQUIE DI SAN NICOLA Circoncisione Gesu RELIQUIA DI PAPA WOJTYLA Reliquia della testa di Santa Caterina a Siena reliquia trafugata con cervello di don bosco 4 reliquie di santa rosalia 2