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Intervista di Roberto Vecchioni a Repubblica in cui il cantautore svela alcuni particolari di uno dei suoi brani più famosi: Samarcanda.
È vero che ha scritto questa canzone, che poi è diventata famosissima, dopo il casello della Milano-Bologna?
«È verissimo. Avevo appena letto questa storia e volevo farne una canzone. Però dovevo andare a Bologna e mentre viaggiavo mi sono venute le parole: mi sono fermato un paio di volte per scrivere quattro frasi che non avrei ricordato. Poi, arrivato a Bologna, avevo già quasi tutto il pezzo. Tranne il ritornello».
Il famoso “Oh oh cavallo, oh oh”?
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«Esatto. Quello è nato perché uno davanti a me ha inchiodato improvvisamente e a momenti gli andavo addosso. Allora gli ho gridato: “Oh oh coglione!”. Immediatamente ho avuto una folgorazione ed è diventato “Oh oh cavallo”».
Però lei non era contento di aver avuto successo con quel brano.
«No, perché non era stato capito. Era stato preso come una specie di Furia cavallo del West, lo cantavano e ancora oggi lo cantano i bambini. Venivo da due dischi che avevano venduto mille copie, nessuno mi conosceva. Samarcanda vendette ottantamila copie in una settimana. Io allora ero un po’ orso, poi mi sono svezzato, ma a quel punto da un momento all’altro c’era gente che mi veniva addosso, mi buttava di qua e di là.
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