Francesco Spini per “la Stampa”
JEAN PIERRE MUSTIER
Missione compiuta per Jean Pierre Mustier. L' aumento di capitale di Unicredit sfiora il tutto esaurito e, nella sua prima fase, si chiude con sottoscrizioni pari al 99,8% dell' offerta. In sostanza alla fine del periodo di opzione è stato raggiunto un ammontare pari a 12,968 miliardi di euro sui 13 complessivi dell' operazione. Ora si apre il secondo tempo.
Gli 1,46 milioni di diritti non esercitati per quasi 31 milioni di euro saranno offerti in Borsa nel corso delle sedute di settimana prossima, salvo chiusura anticipata in caso di vendita integrale. L' esercizio dei diritti con la sottoscrizione delle nuove azioni dovrà avvenire entro il 6 marzo. Ma in sostanza i giochi sono fatti. La più grande ricapitalizzazione mai realizzata in Italia fa centro al primo colpo, senza dover ricorrere al massiccio consorzio di garanzia che, senza colpo ferire, intascherà 400 milioni di commissioni.
CAPITAL RESEARCH AND MANAGEMENT
Il risultato riflette dunque l' ottimismo dell' ad Mustier all' indomani delle conferenze in giro per il mondo per illustrare il suo «Transform 2019», il piano con cui il banchiere francese conta di raddrizzare l' istituto come banca commerciale paneuropea sgravata dalla zavorra dei crediti deteriorati e con gli indici patrimoniali di nuovo al livello delle grandi banche sistemiche europee.
FONDO Aabar
Ma l' operazione, come ama sottolineare Mustier, certifica anche un' importante apertura di credito della comunità finanziaria internazionale all' Italia che, con questo aumento di capitale, pone fine ai dubbi su un ganglio fondamentale del sistema bancario qual è Unicredit. L' aumento causerà ora una vera e propria rivoluzione nell' azionariato, dove a fare la parte del leone sono ora i grandi fondi internazionali che hanno creduto nella banca, a scapito delle fondazioni.
PALENZONA
Stando a quanto riporta l' agenzia internazionale Bloomberg gli americani di Capital Research (6,7%) e gli arabi di Aabar (5,04%) - i primi due azionisti dell' istituti e ormai gli unici con una quota superiore al 3% - avrebbero sottoscritto per intero le loro quote. Gli enti invece sono destinati a dimagrire tra il 4,5 e il 5%. Le fondazioni Crt e Cariverona, che si sono diluite entrambe all' 1,8%, saranno quelle con più peso, ma sempre più relativo. E questo, inevitabilmente, si rifletterà nel governo della banca, all' interno della rivoluzione già varata dal comitato governance e comunicata a dicembre da Mustier agli investitori: da 17 i consiglieri passeranno a 15, ci sarà un solo vicepresidente anziché i 3 attuali. Ma il cda attuale scadrà tra un anno.
mohammed bin zayed al nahyan e luca di montezemolo
Intanto sull' altro fronte caldo della finanza, quello delle Generali, mentre il mercato attende nuove da Intesa Sanpaolo, Axa mette chiarezza sulla sua posizione. Il gruppo francese nega interesse per Trieste: «Una fusione tra Axa e questo player - ha detto il direttore finanziario Gerald Harlin - non sarebbe particolarmente interessante per nessuna delle due». Un' aggregazione «non è all' ordine del giorno». L' ad Thomas Buberl ha spiegato che per il gruppo «non hanno senso piccole fusioni né aggregazioni molto grandi, in quanto abbiamo già una scala globale».
donnet prima e dopo