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    OLIVIERO TOSCANI SUL SUICIDIO DI TIZIANA CANTONE: “È STATA UNA FESSA, DOVEVA ACCETTARE LE CONSEGUENZE. E' COLPA SUA, SOLAMENTE SUA. FAI UN VIDEO E LO MANDI IN GIRO. LO FAI PER FARLO VEDERE. L'HA MANDATO AGLI AMICI, MA QUANDO VA IN GIRO VA IN GIRO. DIVENTA PUBBLICO. CERTO, AVEVA AMICI DEL CAZZO”


     
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    OLIVIERO TOSCANI OLIVIERO TOSCANI

    1 - OLIVIERO TOSCANI CHOC: TIZIANA CANTONE? E' COLPA SUA

    Da http://www.lapresse.it

     

    A La Zanzara su Radio 24 il fotografo Oliviero Toscani attacca duramente Tiziana Cantone, la ragazza suicida per i video hot diffusi in rete: "Non voglio insultarla, ma è un po' fessa, una fessacchiotta. Fai una roba così importante tanto che poi ti sei uccisa, e lo fai in modo così superficiale?". E poi: "E' colpa sua, solamente sua. Fai un video e lo mandi in giro. Lo fai per farlo vedere. L'ha mandato agli amici, ma quando va in giro va in giro. Diventa pubblico. Certo, aveva degli amici del cazzo".

     

    TIZIANA CANTONE TIZIANA CANTONE

    "I cretini - dice ancora Toscani - sono in ordine alfabetico su Facebook, ma quella ragazza sapeva quello che faceva. Viviamo di comunicazione. Non puoi fare qualcosa del genere e poi stupirti, e ammazzarti. Le parodie le devi saper accettare". "Devi sapere che può accadere - aggiunge Toscani - non puoi deprimerti. Altrimenti sei un fesso. Se fai un video e lo dai a un amico fai una cosa pubblica. Ha fatto sesso e poi l'ha mandato in giro. Le andava bene che qualcuno vedesse. Se hai fatto un video è già una cosa pubblica, non rimane solo in tuo possesso".

     

    2 - LA VERGOGNA DI TIZIANA POI LA DENUNCIA «ERO FRAGILE E DEPRESSA, I VIDEO SONO 6»

    Fulvio Bufi e Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”

     

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    Tiziana Cantone è morta per una cosa che era cominciata come un gioco. Era un gioco fare sesso cambiando partner, era un gioco lasciarsi riprendere, era un gioco inviare poi i video ad altri uomini. Lei ha giocato senza rendersi conto di quanto fosse pericoloso. Non ha capito che mandare in giro quelle immagini significava mettere la sua intimità nelle mani di gente che avrebbe potuto farne qualsiasi cosa. Se ne è resa conto quando ha scoperto di essere finita sui siti porno. E ha provato, inutilmente, a fermare quel mondo incontrollabile che è il web.

    TIZIANA CANTONE TIZIANA CANTONE

     

    Quello che Tiziana oggi non può più raccontare - le sue libere scelte sessuali, la condivisione dei video e ritrovarseli online, e poi la vergogna e gli insulti e le battutacce, e la solitudine, la depressione, le lacrime, la voglia di farla finita - lo raccontano le carte giudiziarie dei procedimenti nati dalle sue denunce e dai suoi tentativi di far sparire dalla Rete quei filmati. È il maggio del 2015, quando Tiziana si presenta in Procura per fare una denuncia.

     

    Racconta di aver girato quei video e di averli poi inviati a persone con le quali, spiega al magistrato, aveva intrecciato «relazioni virtuali» sui social network. Era un periodo di «fragilità e depressione», fa mettere a verbale, e ancora peggio sta ora che ha scoperto che quei video sono su molti siti porno. Fa i nomi dei quattro a cui ha inviato le immagini, e tutti vengono indagati per diffamazione: sono due fratelli emiliani, Antonio ed Enrico Iacuzio, un brindisino che si chiama Christian Rollo, un altro che si chiama Antonio Villano. Di uno viene indicato anche il nickname che usa su Facebook: Luca Luke.

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    La donna non parla di altri, nessun riferimento a Sergio Di Palo, che era il suo fidanzato quando ha girato i video. Sono giorni in cui Tiziana fa di continuo scoperte che la avviliscono. Le racconta, una dietro l'altra, nella memoria che il 13 luglio 2015 presenta al giudice civile di Aversa per chiedere la rimozione dei video da siti e motori di ricerca.

     

    Anche qui premette di essersi fatta riprendere «volontariamente e in piena coscienza», e specifica che le registrazioni sono sei. Conferma anche i nomi contenuti nella denuncia di maggio come destinatari delle sue condivisioni. E racconta quello che le succede a partire dal 25 aprile, quindi pochissimo tempo dopo aver girato i video.

     

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    Quel giorno la chiama un amico e le dice di averla vista in un filmato su un sito porno. Lei riconosce le immagini e ricorda pure a chi dei quattro amici virtuali le aveva mandate. Due giorni più tardi una nuova scoperta su altri due siti porno, e dopo meno di una settimana un' altra ancora. Tiziana comincia a passare il suo tempo a fare ricerche mirate. Scopre un forum per adulti in cui si parla di lei come della protagonista di video pubblicati da un sito di scambisti, e alcuni gruppi su Facebook dedicati a lei, ma soprattutto numerosi profili fasulli con il suo nome e le sue foto tratte dai frame di quei filmati, seppure parzialmente coperte per non incorrere nella censura del social network.

     

    Poi le arriva la telefonata di un altro amico che le racconta di aver ricevuto su WhatsApp una sua foto, sempre di quelle tratte dai video. Che ormai stanno girando all' impazzata. Tiziana torna in Procura, fa una integrazione alla denuncia di maggio e i pm aggiungono il reato di violazione della privacy, ma stavolta non iscrivono nessuno nel registro degli indagati.

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    Intanto lei smette di uscire da casa perché le è capitato di essere «riconosciuta e derisa», scrive nella denuncia. Non va più al supermercato, né in palestra, al cinema o al ristorante. Gli amici spariscono, nessuno la chiama più, nessuna la invita a uscire. Lei comincia a stare male, ha attacchi di panico, piange, pensa al suicidio. Ci prova anche ma la fermano in tempo.

     

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    L'unico che le è accanto e che la sostiene anche nelle spese per l'avvocato è l'ex fidanzato. Se per affetto o per altro non è chiaro. E anche questo, così come un suo eventuale ruolo in tutta la vicenda dei video, cercheranno di capire i pm della Procura di Napoli Nord che martedì hanno aperto un'inchiesta per induzione al suicidio. Per adesso senza nessun indagato.

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