Da open.online
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La Casa Bianca fa marcia indietro sull’ipotesi di isolamento degli Stati di New York, New Jersey e Connecticut, dopo le proteste dei governatori. In Cina intanto le autorità locali comunicano un solo nuovo caso interno, mentre proseguono le segnalazioni dei contagi di ritorno
Sono oltre 2 mila le vittime di Coronavirus finora negli Stati Uniti, raddoppiati in due giorni, mentre i contagi sono schizzati a oltre i 120 mila. Cifre di un’emergenza sempre più conclamata, ma che non bastano a spegnere le polemiche tra i governatori e il presidente Usa Donald Trump, che con un tweet ha faccio marcia indietro sull’ipotesi di mettere in quarantena gli Stati di New York, New Jersey e Connecticut. Dai Centers for Diseas and Control e Prevention sono partiti solo degli avvenimenti per dissuadere ogni viaggio e spostamento non necessario.
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L’idea di imporre la quarantena per almeno i tre Stati aveva scatenato le proteste dei governatori, a cominciare da quello di New York, Andrew Cuomo che aveva bollato l’iniziativa della Casa Bianca come «probabilmente non legale» e che avrebbe avuto pesanti ripercussioni sull’economia. Considerando la crescita rapida dei contagi, il New York Times ha lanciato un allarme sul rischio che corrono diverse metropoli come New York e Detroit, dove il tasso di crescita dei casi punta chiaramente a pareggiare fino a superare quello finora rilevato in zone già particolarmente colpite dall’epidemia, come la Lombardia in Italia e la provincia dell’Hubei in Cina.
I contagi dilagano negli Stati Uniti con diversi focolai, come in Michigan e Illinois, dove è morto a Chicago un neonato di meno di un anno. Un caso che ha preoccupato le autorità locali, che indagano per capire cosa sia accaduto. In Michigan la situazione più grave è a Detroit, dove è stato anche annullato il prossimo Salone dell’auto. Nel centro in cui si sarebbe svolto l’evento sarà allestito un ospedale da campo per i prossimi sei mesi.
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Cina
Sono 45 i nuovi contagi di ritorno in Cina registrati dalla Commissione sanitaria nazionale (Nhc) nell’ultimo bollettino, mentre si interrompe la lunga serie di giorni senza contagi interni, con un nuovo caso segnalato nella provincia di Henan. Cinque le vittime nelle ultime 24 ore, tutte nella provincia dell’Hubei, primo focolaio dell’epidemia. I casi totali nel Paese sono saliti a 81.439, mentre i guariti sono 75.448.
Corea del Sud
Calano i nuovi contagi in Corea del Sud, con 105 nuovi casi, 41 in meno del giorno prima. Delle nuove infezioni, la metà è relativa a persone rientrate dall’estero. Sono 9.583 i casi totali nel Paese, con 5.033 dimessi, per un tasso di guarigione al 52,52%. Secondo i dati del Korea Centers for Disease Control and Prevention (Kcdc), le vittime in Corea sono saliti a 152, otto in più rispetto al giorno prima.
Canada
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È guarita la moglie del primo ministro Canadese, Sophie Grégoire Trudeau, che in un lungo messaggio su Facebook ha rassicurato di sentirsi molto meglio, ringraziando i medici che l’hanno assistita e ricordando la difficoltà di restare da soli: «La distanza fisica necessaria in questo momento per proteggerci reciprocamene dovrebbe incoraggiarci a creare una maggior vicinanza emotiva. Seguiamo i consigli dei medici – ha detto – non usciamo»· Sophie Trudeau era risultata positiva lo scorso 12 marzo, dopo essere rientrata da un viaggio a Londra. Da quel giorno anche il premier canadese si è isolato in quarantena. In Canada i contagi sono saliti a 5.655, con 57 vittime.
In Spagna nuovo record di morti, il governo annuncia lo stop alle attività non essenziali
Nuovo drammatico record di vittime per Coronavirus in Spagna, dove nelle ultime ore sono morte 832 persone, con il totale ora salito a 6.690. Secondo l’ultimo bilancio diffuso da El Pais, che cita il ministero della Salute spagnolo, il numero di contagiati è salito a 72.248. I ricoverati sono ora 40.630, di questi 4.575 sono in terapia intensiva e 12.285 sono stati finora dimessi perché guariti. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato la lo stop a tutte le attività non essenziali nel Paese come misura per contrastare il contagio del Coronavirus. Il provvedimento sarà approvato nel consiglio dei Ministri di domani e si riferisce al periodo fra il 30 marzo e il 9 aprile.
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Francia
«La Francia è al fianco dell’Italia» nella battaglia contro il Coronavirus ha detto il presidente Francese, Emmanuel Macron, nella sua prima intervista ai media stranieri, pubblicata ieri 28 marzo da tre quotidiani italiani. A proposito dello stallo tra i Capi di governo nell’ultimo Consiglio europeo, Macron ha ribadito: «Non voglio un’Europa egoista e divisa. Non supereremo questa crisi senza una solidarietà europea forte, a livello sanitario e finanziario». Così come dichiarato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio alla nazione del 27 marzo, secondo Macron non c’è spazio per iniziative individuali tra i Paesi membri: «L’Ue, la zona euro, si riducono a un’istituzione monetaria e a un insieme di regole che consentono a ogni Stato di agire per conto suo? O si agisce insieme per finanziare le nostre spese, i nostri bisogni in questa crisi vitale?».
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Nell’ultimo Consiglio europeo, la Francia, assieme a «dieci Paesi dell’eurozona – Italia compresa – che rappresentano il 60% del Pil» Ue ha sostenuto la necessità dei «Coronabond», o qualunque altra forma di indebitamento comune o «un aumento del bilancio dell’Ue per permettere un sostegno reale ai Paesi più colpiti da questa crisi». Gli altri Paesi, come la Germania, si sono opposti, ma il dibattito dovrà continuare nelle prossime settimane, ha assicurato Macron: «Non possiamo abbandonare questa battaglia. Preferisco un’Europa che accetti divergenze e dibattiti piuttosto che un’unità di facciata che conduce all’immobilismo. Se l’Europa può morire, è nel non agire. Come Giuseppe Conte, non voglio un’Europa del minimo comune denominatore. Il momento è storico: la Francia si batterà per un’Europa della solidarietà, della sovranità e dell’avvenire».
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A proposito della reazione di Italia e Francia davanti all’emergenza, Macron ha ricordato come Parigi abbia adottato le misure «più foti e al più pesto, con le misure di restrizioni sociali adottate prima dei nostri partner europei. Non me ne do alcun merito – ha aggiunto il presidente francese – perché la scienza ci ha illuminato e l’Italia ci ha preceduto in questa crisi, così da trarre le lezioni per noi stessi. Abbiamo imparato dalle esperienze dolorose del vostro Paese e dalle decisioni coraggiose prese dal vostro governo – ha detto rivolgendosi all’Italia – molti paesi europei giudicavano eccessive tali restrizioni, oggi tutti le attuano perché sono indispensabili nella nostra guerra contro il virus».
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