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Maria Rita Montebelli per “il Messaggero”
Le orecchie dei Millennials, della generazione Z (i nati tra il 1996 e il 2010) e di quella Alpha (i nati dal 2011 in poi) sono a rischio. A lanciare l'allarme è l'Organizzazione Mondiale della Sanità con il suo World Report on Hearing che propone una serie di interventi correttivi. La causa di questa epidemia di perdita dell'udito, che riguarderebbe oltre un miliardo di persone di età compresa tra i 12 e i 35 anni nel mondo, è l'esposizione prolungata alla musica.
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In particolare quella sparata a tutto volume nelle orecchie dalle cuffie e dagli auricolari (i pod). Se infatti fino a qualche anno fa, tra le prime cause di perdita dell'udito venivano annoverate malattie genetiche, complicanze perinatali, infezioni croniche dell'orecchio, farmaci, invecchiamento, oggi la classifica è guidata dall'esposizione al rumore.
LIMITI
Eppure, sottolineano gli esperti dell'Oms, per mantenere in buona salute ed efficienza l'udito nel corso della vita basta un po' di attenzione. Un ascolto sicuro è insomma quello che ci vuole per continuare a godere della musica senza correre rischi. Ma per promuovere questa buona pratica, bisogna prima infrangere il muro del suono dell'ignoranza. Perché soprattutto gli adolescenti sono all'oscuro dei rischi.
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Per questo, l'appello si estende ai governi, ai partner industriali, ai social media e alla società civile, per aumentare la consapevolezza dei rischi per l'udito e implementare degli standard basati su evidenze scientifiche, che aiutino a promuovere l'ascolto in sicurezza (l'iniziativa dell'Oms si chiama appunto Make listening safe, cioè Rendi sicuro l'ascolto).
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Le sei raccomandazioni Oms suggeriscono: un livello sonoro medio massimo di 100 decibel; il monitoraggio in tempo reale e la registrazione dei livelli sonori mediante apparecchiature calibrate da parte di personale designato; l'ottimizzazione dell'acustica del locale e dei sistemi audio; la messa a disposizione al pubblico di dispositivi di protezione personale dell'udito; la possibilità di accesso a zone tranquille per far riposare le orecchie; la formazione del personale e l'informazione.
Alle singole persone viene suggerito di mantenere basso il volume dei dispositivi audio personali; di utilizzare auricolari/cuffie ben adattati e, se possibile, in grado di eliminare il rumore; di indossare i tappi per le orecchie nei luoghi rumorosi; di sottoporsi a regolari controlli dell'udito.
APPLICAZIONI
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Un aiuto può venire anche dalle applicazioni per smartphone come HearAngel e dbTrack che allertano l'utilizzatore quando sta per superare i limiti di esposizione al rumore. Un'abitudine da adottare è quella di indossare tappi per le orecchie nei luoghi rumorosi. Non vanno ignorati i segnali d'allarme e i segni di un'iniziale perdita dell'udito, dalla comparsa di acufeni (anche Chris Martin, il frontman dei Coldplay, è stato tormentato per anni dagli acufeni), al non sentire più i suoni acuti (campanello della porta, telefoni e sveglie, difficoltà di comprendere un discorso, soprattutto al telefono o a seguire una conversazione in un luogo rumoroso).
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Fondamentale, infine, è sottoporsi a regolari controlli dell'udito. L'Oms ha messo a punto una app per lo screening (hearWHO) che può essere utilizzata per un controllo domiciliare. Ma di preciso, quando ascoltare la musica si traduce in un pericolo? Le cellule ciliate dell'orecchio interno (cellule sensoriali) che captano i suoni e li trasmettono al cervello sotto forma di impulsi elettrici, se esposte a rumori molto alti, peggio se per periodi di tempo prolungati, si danneggiano.
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SICUREZZA
Il limite di sicurezza consigliato dagli esperti è l'ascolto di suoni a 80 decibel (equivalente al rumore di un grosso camion che passa a un metro di distanza o del traffico all'ora di punta) per non più di 40 ore a settimana. Al rumore della metropolitana (100 dB), per esempio, ci si potrebbe esporre senza correre rischi solo per 5 minuti al giorno.
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Nelle discoteche e nei bar musicali la musica supera in genere i 110 dB e spesso quella ascoltata dai ragazzi attraverso cuffie e pods arriva alla stessa intensità. Un ascolto prolungato in queste condizioni ha altissime probabilità di portare alla perdita per sempre di udito e alla comparsa di acufeni.
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