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    LE ‘NDRINE DIETRO L’OMICIDIO LUCA SACCHI? GLI ARRESTATI AVEVANO CONTATTI CON MEMBRI DI FAMIGLIE DELLA ‘NDRANGHETA DI SAN BASILIO – DAI TELEFONINI SEQUESTRATI SPUNTANO I CONTATTI TRA I DUE GRUPPI PER LA COMPRAVENDITA DI DROGA MAI PORTATA A TERMINE - IL RUOLO DELL’AMICO RITROVATO DEL PERSONAL TRAINER. IL GIALLO DELLA CALIBRO 38: SI INDAGA SU COME IL KILLER SI È SBARAZZATO DEL REVOLVER TRA LE IPOTESI IL FATTO CHE LA PISTOLA SIA STATA PORTATA A…


     
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    Alessia Marani e Camilla Mozzetti per il Messaggero

    anastasiya kylemnyk. luca sacchi anastasiya kylemnyk. luca sacchi

     

     

    I primi risultati sul fitto elenco dei tabulati telefonici e dei cinque apparecchi nelle mani degli inquirenti dovrebbero arrivare oggi per poter iniziare a delineare la rete di contatti e di rapporti che si celano dietro la compravendita di droga mai portata a termine la sera del 23 ottobre scorso, in via Latina, sfociata poi nella rapina e nell' omicidio di Luca Sacchi, il personal trainer di 24 anni ucciso dal colpo di un revolver calibro 38.

     

    E da quegli elenchi, che planeranno poi sul tavolo del pubblico ministero Nadia Plastina, dovrebbero emergere quasi certamente i contatti tra due figure che in questa tragedia ricoprono stando alle sommarie informazioni finora raccolte il ruolo di ponte tra i due gruppi (quello di Sacchi e della fidanzata Anastasia Kylemnyk e quello di Valerio Del Grosso e del suo complice, Paolo Pirino) e il ruolo di intermediario per conto del pasticcere di Casal Monastero. Si tratta di Giovanni Princi e Valerio Rispoli. Due figure che all' indomani dell' omicidio di Sacchi parevano non aver mai avuto contatti se non la sera stessa della tragedia.

    luca sacchi festeggiato da anastasiya luca sacchi festeggiato da anastasiya

     

    I RAPPORTI Da quanto ricostruito dagli inquirenti, invece, e dalle deposizioni rese, Princi con precedenti per droga e amico del personal trainer ucciso , conosceva anche Rispoli da alcuni anni. I due si erano persi di vista e poi, così com' è successo tra Princi e Sacchi, si sarebbero rincontrati. Sembrerebbe che sia stato Princi a cercare Rispoli non solo telefonicamente ma recandosi anche a Casal Monastero per rintracciare un po' di erba da acquistare. È lo stesso Rispoli a raccontarlo agli amici.

     

    Ora, a fronte di quello che diranno i tabulati e i loro cellulari nelle mani degli inquirenti già dalla notte del 24 ottobre quando sono stati arrestati Del Grosso e Pirino i due dovranno puntualizzare e spiegare i loro trascorsi.

     

    anastasiya kylemnyk anastasiya kylemnyk

    Perché è ragionevole credere che proprio da questo contatto sia nato il tutto. Rispoli, una volta raccolta la richiesta di Princi, avrebbe parlato con Del Grosso dell' affare che poteva profilarsi: soldi buoni e certi in cambio di un po' di marijuana per dei ragazzi dell' Appio Latino da reperire in ambienti dove lo spaccio non mostra alcuna timidezza ma divora, al contrario, angoli di borgata e vite umane.

     

    LA TRATTATIVA Così la trattativa sarebbe partita alcuni giorni prima della sera del 23 ottobre quando i due gruppi concordano l' appuntamento per lo scambio. Del Grosso avrebbe preso accordi con Paolo Pirino inviando sul posto, in via Latina, i suoi due intermediari che conosce da anni perché ci è cresciuto insieme frequentando anche le stesse scuole. Rispoli quella sera si porta dietro Simone Piromalli anch' esso amico di lunga data del pasticcere di Casal Monastero con il compito preciso di vedere se questi ragazzi avevano davvero il denaro per pagare la droga. Il ruolo di Rispoli e Piromalli come emergerà poi dalle deposizioni rese in Questura si ferma qui.

    anastasiya kylemnyk anastasiya kylemnyk

     

    I due arrivano all' appuntamento, incontrano Princi e vedono i soldi perché una ragazza riconosciuta poi in Anastasia mostra loro lo zainetto aperto che contiene alcune mazzette da 20 e 50 euro. In quel momento c' è anche Luca Sacchi ma il giovane è defilato: qualche metro più distante da Princi e dalla Kylemnyk sulla quale gli inquirenti stanno lavorando per capire se anche lei conoscesse qualcuno del gruppo di Casal Monastero.

     

    Rispoli e Piromalli, però, non sanno cosa ha orchestrato Del Grosso e il suo complice. Credono che lo scambio si faccia ma poi da dentro il pub John Cabot sentono un fragore simile all' esplosione di un colpo di pistola e capiscono, come dirà poi Piromalli, che «qualcosa è andato storto nella compravendita dello stupefacente».

     

    IL REVOLVER Non sanno spiegarsi dove Del Grosso e Pirino abbiano recuperato quell' arma, un revolver calibro 38, di cui non è stato ritrovato nulla. Neanche il tamburo che Del Grosso avrebbe gettato tra le sterpaglie di via Belmonte in Sabina, all' altezza dello svincolo del Grande raccordo anulare. Lo stesso posto dove gli agenti di polizia hanno invece ritrovato la mazza da baseball usata durante l' aggressione che avrebbe colpito anche Luca Sacchi.

     

    luca sacchi copia luca sacchi copia

    Gli inquirenti non escludono che l' arma non sia stata smontata né distrutta ma nascosta o riconsegnata a chi l' aveva data al pasticcere e al suo complice che, tuttavia, una volta arrestato ha detto di non sapere che Del Grosso avesse con sé una pistola. E qui entra in gioco un' altra borgata, regno incontrastato dello spaccio romano: Tor Bella Monaca dove i due, dopo l' omicidio, sono passati per disfarsi dello zainetto rubato alla Kylemnyk e forse anche del revolver. Non è escluso che proprio a Torbella Del Grosso e Pirino abbiano trovato qualcuno che li armasse.

     

    Magari per il tramite di qualche loro amico, rampollo delle ndrine di Platì, che vive tra i lotti di San Basilio.

     

     

     

     

    L'ARMA CHE HA UCCISO LUCA FORSE AFFIDATA A UN COMPLICE

     

    CAMILLA MOZZETTI,MARCO DE RISI per il Messaggero

     

     

    Non è solo l' inconsueto tragitto di ritorno che compiono Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, con una tappa a Tor Bella Monaca, a insospettire gli inquirenti che indagano per delineare il contesto in cui è maturato l' omicidio di Luca Sacchi. C' è anche un' altra domanda che finora non ha trovato una risposta: che fine ha fatto il revolver calibro 38 usato dal pasticcere di Casal Monastero contro il personal trainer 24enne?

    luca sacchi anastasia luca sacchi anastasia

     

    L' arma non è stata trovata e non è stato trovato neanche il tamburo di cui Del Grosso si sarebbe sbarazzato. Ha mentito al riguardo? Gli inquirenti non lo escludono e stanno lavorando per accertare se, invece, i due scappando dall' Appio verso Casal Monastero si siano fermati tra i lotti di Torbella non solo per disfarsi dello zainetto rubato ad Anastasia Kylemnyk ma anche per riconsegnare l' arma a qualcuno che gliel' aveva consegnata. Considerati i profili dei due arrestati Del Grosso con una denuncia per percosse contro l' ex compagna e Pirino con una condanna a tre anni per spaccio non è così automatico credere che siano riusciti da soli a smontare il tamburo di un revolver per poi disfarsene senza proferir parola sulle restanti parti.

    le foto di pirino le foto di pirino

     

    Che senso ha tacere se la pistola fosse stata la loro? E qual è il motivo di smontare un pezzo come proprio il tamburo che non racconta nulla sulla pistola dato che è sempre la canna a parlare? Che sia stata una versione costruita per sviare le indagini sul ritrovamento del revolver?

     

    fermo dei due sospettati per l'omicidio di luca sacchi 1 fermo dei due sospettati per l'omicidio di luca sacchi 1

    Sempre il pasticcere, una volta trovato in un hotel a Tor Cervara, ha condotto gli agenti di polizia in quattro luoghi diversi dove sono stati poi trovati il portadocumenti della Kylemnyk, il bossolo, lo zainetto e la mazza da baseball. Quest' ultima è stata gettata in via Belmonte in Sabina, all' altezza dello svincolo per il Grande raccordo anulare, dove Del Grosso si sarebbe disfatto anche del tamburo del revolver di cui, tuttavia, non c' è traccia.

     

    valerio del grosso valerio del grosso

    E se invece lo avessero portato a Torbella e messo in mano a qualcuno? O se quell' arma sia stata deliberatamente nascosta per coprire chi gliel' aveva fornita? Considerate le conoscenze pregresse dei due soprattutto con membri di famiglie di ndrangheta nella zona di San Basilio non è escluso, al momento, nessun terzo coinvolgimento.

     

    paolo pirino paolo pirino

    Quantomeno sul fronte dell' arma. Anche il ritrovamento del bossolo esploso in un tombino di via Conti di Rieti insospettisce chi sta portando avanti le indagini: è stato trovato in un guanto di lattice blu chiuso con dei nodi. Un gesto studiato e forse suggerito da qualcun altro perché in evidente contrasto con il modo seguito dai due per disfarsi degli altri oggetti. Per ora né Del Grosso né Pirino hanno dato ulteriori spiegazioni. In carcere di fronte al gip, nell' interrogatorio di convalida, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Del Grosso ha solo chiesto scusa mentre il suo complice ha precisato di non sapere che il pasticcere fosse armato.

     

    Quel che è certo è che in queste ore si stanno passando al setaccio tutti gli ambienti criminali sia di San Basilio ma soprattutto di Tor Bella Monaca per cercare di capire se e con chi i due fossero entrati in contatto prima di mettere a segno la rapina di fronte al pub John Cabot.

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