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    ROMA COATTA - IL RUOLO DI REGISTA NELLA TRATTATIVA PER LA COMPRAVENDITA DI DROGA CULMINATA CON L'OMICIDIO DI LUCA SACCHI, RISCHIA DI COSTARE A GIOVANNI PRINCI UNA CONDANNA A 6 ANNI E 4 MESI DI RECLUSIONE – PRINCI E LA FIDANZATA DI LUCA MOSTRARONO AI PUSHER I 70MILA EURO NECESSARI ALL’AFFARE - QUEL MESSAGGIO AUDIO INVIATO DA PRINCI A UN PUSHER: "ER CLIENTE ME STA A ROMPERE. ORGANIZZA STO SCARICO, OGGI TE CONTO I SORDI, C'HAI UN'ORA PER VENIRE LÀ, IO TE PORTO I SORDI''


     
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    Michela Allegri per “il Messaggero”

     

    Giovanni Princi con due amici la sera in cui fu ucciso Luca Sacchi Giovanni Princi con due amici la sera in cui fu ucciso Luca Sacchi

    Il ruolo di regista nella trattativa per la compravendita di droga culminata con l'omicidio del personal trainer Luca Sacchi, rischia di costare a Giovanni Princi una condanna a 6 anni e 4 mesi di reclusione e una multa da 30mila euro. È la richiesta fatta dalla pm Nadia Plastina, titolare del fascicolo, al termine del processo a carico del ragazzo, che ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato puntando a ottenere lo sconto di un terzo della pena.

     

    L'udienza si è svolta ieri, ma per la decisione del gup sarà necessario attendere fino al 21 giugno. Princi è accusato di avere tentato di acquistare 15 chili di marijuana - per un valore di 70mila euro - dai due pusher di Casal Monastero, Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, ora a processo insieme a Marcello De Propris per l'omicidio di Sacchi. I fatti sono del 23 ottobre scorso.

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    LA TRATTATIVA

    Dalle indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci, è emerso che la trattativa sarebbe andata avanti qualche giorno. I potenziali acquirenti, per l'accusa, erano Princi, Sacchi e la sua fidanzata, Anastasia Kylemnyk, finita pure lei sul banco degli imputati per la compravendita.

     

    Princi, amico di Luca, avrebbe gestito l'affare. Dall'ultima informativa dei carabinieri emerge che il 18 ottobre, Pirino e Del Grosso potrebbero essersi visti con Sacchi e Anastasia. Un incontro preliminare, secondo gli investigatori, probabilmente organizzato da Princi. Proprio quel giorno, infatti, i cellulari dei quattro ragazzi si sono agganciati alla stessa cella telefonica di via Acuto, a Casal Monastero, tra le 15.30 e le 16.00. Un dettaglio che, per chi indaga, dimostrerebbe che «l'incontro tra i due gruppi è verosimilmente avvenuto».

     

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    Agli atti dell'inchiesta c'è anche un messaggio audio inviato da Princi a Valerio Rispoli, uno degli emissari di Del Grosso: «Er cliente me sta a rompere. Te lo dico io, organizza sto scarico, oggi te conto i sordi, c'hai un'ora per venire là porta ste c... de cose, io te porto i sordi».

     

    Lo step successivo era stato un appuntamento, il 23 ottobre, di pomeriggio, con gli intermediari davanti al pub John Cabot, nel quartiere Appio Latino. Il giovane era insieme a Sacchi e ad Anastasia e aveva mostrato a Rispoli le mazzette di banconote custodite nello zainetto rosa della ragazza. Poi, sul posto erano arrivati gli spacciatori.

     

    Quando Del Grosso aveva visto con i suoi occhi che gli acquirenti avevano abbastanza denaro per un acquisto così sostanzioso, aveva architettato un piano: aveva deciso di tenersi sia i soldi che la droga.

     

    Aveva quindi chiamato il suo fornitore, Marcello De Propris, che gli aveva prestato la pistola del padre, aderendo al progetto criminale, circostanza che ora gli costa l'accusa di concorso in omicidio volontario. Di fronte al pub dell'Appio Latino, la situazione era degenerata. Pirino aveva colpito Anastasia con una spranga e le aveva rubato lo zaino. Sacchi aveva reagito e, a quel punto, Del Grosso gli aveva sparato in testa. Poi, era fuggito a bordo di una Smart insieme al socio.

     

    L'ARRESTO

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    I pusher erano stati entrambi arrestati il giorno dopo: a denunciare Del Grosso erano stati la madre e il fratello, che avevano saputo da alcuni amici quello che era successo.

     

    A incastrare il killer, anche le intercettazioni con De Propris, nelle quali i due parlavano del piano e si accordavano per il ritiro dell'arma. Subito dopo l'arresto, Del Grosso aveva mostrato ai carabinieri dove aveva abbandonato lo zaino di Anastasia e la pistola.

     

    Ma i soldi non sono stati trovati. Un mese dopo era finito in manette anche Princi, mentre la ragazza era stata sottoposta all'obbligo di firma. Di fronte al gip si era difesa negando le accuse: ha sempre sostenuto di essere stata rapinata e che non sapeva nulla della trattativa per comprare droga.

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