Riccardo Nuti e Claudia Mannino
Emanuele Lauria e Salvo Palazzolo per www.repubblica.it
Sale a tredici il numero degli indagati nell’inchiesta sulle firme false di M5S: nella lista entrano pure la deputata Giulia Di Vita, Pietro Salvino (marito dell’altra parlamentare Claudia Mannino) e un altro attivista di cui non si conosce al momento il nome. Sia Mannino che Salvino, stamattina, sono stati sentiti stamattina in Procura ma si sono avvalsi entrambi della facoltà di non rispondere.
Hanno anche rifiutato di sottoporsi all’esame della calligrafia. Mannino e Salvino sono rimasti in silenzio davanti ai giornalisti. La deputata ha chiesto ai carabinieri, infastidita, di impedire che gli venissero scattate fotografie e di cancellare quelle già fatte. In giornata attesi gli interrogatori dell’ex capogruppo alla Camera Riccardo Nuti, dell’avvocato Francesco Menallo e del cancelliere Giovanni Scarpello.
CLAUDIA MANNINO, GIORGIO CIACCIO, CHIARA DI BENEDETTO E RICCARDO NUTI
Intanto un altro indagato dell'inchiesta sulle firme false decide di rompere il silenzio e collabora con i magistrati. È il deputato regionale Giorgio Ciaccio, che nei giorni scorsi si era già autosospeso dal movimento dopo aver saputo di essere sotto inchiesta.
Nei giorni scorsi è stato interrogato in gran segreto dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dalla pm Claudia Ferrari e ha confermato le accuse già mosse dalla sua collega deputata regionale Claudia La Rocca, che per prima si era presentata in procura raccontando cosa era accaduto la notte del 3 aprile 2012 nella sede del meetup di via Sampolo, a Palermo, la notte del grande pasticcio attorno a 1900 firme per la presentazione della lista alle Comunali.
beppe grillo a palermo
Ora, anche Ciaccio accusa i suoi colleghi di aver organizzato e realizzato la falsificazione delle firme, per rimediare a un errore formale in alcuni moduli. Ciaccio chiama in causa i deputati Nuti e Mannino, che saranno interrogati questa mattina. Tra loro Claudia Mannino, arrivata pochi minuti fa in procura e rimasta in silenzio con i giornalisti. Un contributo alle indagini, più limitato, è stato offerto nei giorni scorsi anche da due candidati della lista, Giuseppe Ippolito e Stefano Paradiso, pure loro sono indagati.
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