Filippo Ceccarelli per “la Repubblica”
gli onorevoli duellanti
Aguardare i gestacci nei talk-show, ad ascoltare le beffe e gli strilli radiofonici, a scorrere le volgarità e le ingiurie social, a seguire insomma il normale e degradato corso dell' odierna politica ogni tanto viene da pensare: ah, magari un bel duello... E tuttavia: se la civiltà dell' immagine ha cancellato il senso del pudore, figurarsi quello della dignità; e così l' ideaccia viene mestamente archiviata.
Salvo riproporsi - ma è un piacere - dopo aver letto questo delizioso Gli onorevoli duellanti (La nave di Teseo, pagine 175, euro 18) che Giorgio Dell' Arti manda in libreria riportando alla luce una drammatica e buffa vicenda andata in scena nella Roma della primavera 1909, quando fin troppo spesso l' onore dei parlamentari cercava salvaguardia e soddisfazione attraverso le spade o le pistole.
eleonora siemens gli onorevoli duellanti dell'arti
Per scoprire però che anche allora tutto si risolveva all' italiana, quindi nella più inestricabile sovrapposizione fra la realtà e la sua messa in scena, indignata retorica e commedia congenita.
Fa da sfondo l' Italietta liberal giolittiana che in politica estera ondeggiava leggiadra fra gli Imperi centrali di Austria e Prussia e le democrazie di Francia e Gran Bretagna.
gli onorevoli duellanti dell'arti
Spalleggiati dalla Corona, in nome della difesa della patria, i militari mettevano bocca su affari e alleanze; Montecitorio e Palazzo Madama erano affollati di barbuti notabili, irruenti ex garibaldini, ottusi conservatori e radicali un tantinello cialtroni, così come la vita mondana, con le sue svenevolezze e i suoi inevitabili gossip, ruotava attorno a bizzarri artisti, insperate ricchezze e misteriose nobildonne, per giunta straniere.
Il sottotitolo del racconto è: Il mistero della vedova Siemens, là dove il cognome è effettivamente quello dell' azienda tecnologica multinazionale germanica, mentre lei, Eleonora, vedova poco più che trentenne di un qualche erede della dinastia industriale, è un' elegante animatrice di salotti e fascinosa avventuriera che coltiva una spiccatissima passione per potenti e anziani generali, naturalmente filo-tedeschi, che con grazia riesce anche a combinare in ménage multipli.
Insomma: quanto basta a farla apparire una spia - e su questo sospetto, certo alimentato da quanti a Roma avversano il Kaiser e Francesco Giuseppe, divampano le accuse che porteranno diversi personaggi a incrociare le spade con uno spreco di energie pari solo al successo di audience, si direbbe oggi.
gli onorevoli duellanti dell'arti
A quei tempi non c' erano ovviamente né Vespa né Barbara D' Urso, tantomeno Twitter, Dagospia e la Zanzara, mai quotidiani erano altrettanto abili ad appassionare il pubblico borghese somministrandogli massicce dosi di intrattenimento al peperoncino proprio là dove i segreti militari e le trame degli Stati Maggiori si confondevano con le relazioni amorose che la vedova tedesca intesseva con i generaloni; uno dei quali, Tancredi Saletta, nel frattempo era defunto dopo averla nominata esecutrice testamentaria con diritto di accesso alla cassaforte.
giorgio dell'arti
Le cronache di questi giornali - piacevole sorpresa - sono scritti in un bellissimo italiano, insieme aulico e ironico, che Dell' Arti ha talmente assimilato da rendersi indistinguibile narratore rispetto ai principi del giornalismo di allora, soprattutto Guelfo Civinini del Corriere della Sera . Fatto sta che un deputato repubblicano, Eugenio Chiesa, si butta a pesce sulla vicenda e spiattella i sospetti di spionaggio e tradimento nell' aula di Montecitorio. Ma siccome è molto impetuoso riesce a offendere un tale numero di persone, pure estranee, da uscir fuori dalla seduta con cinque o sei cartelli di sfida.
Eugenio Chiesa
E qui comincia lo spasso perché, con il loro contorno di padrini in coppia, mediatori super partes, direttori di scontro, medici reticenti, cronisti assatanati, poliziotti più o meno disposti a chiudere un occhio; e senza contare i codici d' onore, i protocolli regolamentari, i meticolosi verbali, le procedure riguardo a precedenze, tipo di arma, modalità di conflitto, ecco, si capisce che i duelli erano in realtà un impiccio arduo e sfiancante,
e ancora di più lo erano allorché l' intero caravanserraglio doveva spostarsi con automobili e carrozze per raggiungere il terreno di scontro nei dintorni della capitale, da Testaccio alla Garbatella fino al Nuovo Salario; là dove il paesaggio anche umano di Roma si offriva al meglio con i suoi contadini, pellegrini, vetturini, ficcanaso e mamme con le creature in braccio, a parte un porcello che irrompe sul campo mentre Chiesa e un generale stanno per impugnare le sciabole.
Eugenio Chiesa
E alla fine, tra graffi e lievi ferite, tutto si conclude con un abbraccio.
Ma siccome l' Italia è l' Italia, così giovane, ma già così speciale nella sua decadenza, ecco che i nemici diventano amiconi. E la vita continua, fino a giungere agli strepiti dei talk, alle volgarità della radio, alle ingiurie social e così sia.
filippo ceccarelli foto di bacco