Giuseppe Baldessarro per repubblica.it
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C'è anche Marco Ballotta, ex portiere di serie A e Nazionale, tra le persone raggirate e minacciate da alcuni esponenti del gruppo coinvolto nell'operazione anti-'ndrangheta denominata "Radici". L'ex calciatore di Bologna, Parma, Modena, Lazio e Inter è finito nei guai a causa di alcuni problemi economici. Nel 2020 aveva cercato un intermediario capace di risolvergli una rogna con una banca, un'operazione da 250 mila euro. Così qualcuno gli indica Giovanni Batista Moschella, uomo dei clan. Questi crea il contatto con una seconda persona, un mediatore creditizio, Roberto Radici, che afferma di poter trattare col direttore della banca. In cambio chiede 5 mila euro. Ballotta accetta e paga. Radici però, dopo aver incassato, prima prende tempo, poi sparisce dalla circolazione.
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Alcuni mesi dopo l'ex portiere scopre che Radici ha un ufficio a Modena e lo va a incontrare. Il mediatore tergiversa poi i due escono e all'esterno arriva Moschella. Qui la discussione si anima e il calabrese inizia ad accusare Ballotta di aver parlato male di lui dicendo che aveva avuto problemi con la giustizia ad alcuni professionisti della città. Lo aggredisce dicendogli: "Vuoi che ti faccia arrivare qualcuno? Stai attento". Minacce a cui seguono due pugni al petto. Ballotta non reagisce, va via e da quel momento rinuncia all'idea di recuperare i suoi soldi. Secondo gli inquirenti anche lui intimorito.
Le minacce erano un modus operandi tipico del gruppo. Le carte riportano frasi di Francesco Patamia come: " Io piuttosto che ridarti indietro l'azienda te la brucio con la benzina". Parlava così il manager col pallino della politica. Usava questi toni per costringere una delle sue vittime ad accettare condizioni diverse e più gravose da quelle pattuite in occasione di un contratto di cessione di un ramo d'azienda, con sede del ravennate. E aggiungeva: "Se ti rivolgi a un avvocato sappi che ci saranno delle conseguenze".
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La minaccia come costante e spesso dopo le minacce arrivavano i fatti. È il caso di Saverio Serra che ha un durissimo scontro con la proprietaria di una casa che avrebbe voluto acquistare, ma per la quale non era riuscito ad ottenere il mutuo: "Ti stacco la testa", "tu non sai chi stai mettendo contro", e ancora "io la giustizia me la faccio da solo". Pochi giorni dopo c'è l'incendio della sua auto. Questa volta la vittima non ha mollato, anche se alla Finanza confessa: "Non ho denunciato per non avere problemi".
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