Francesco Mimmo per “la Repubblica”
WILLIAM HEARST
Un magazzino di cinque piani nel Bronx. Uno vicino a Grand Central, altri sparsi per New York. Pieni di opere d' arte, quadri, tappeti, manufatti pregiati, sculture in legno. Un patrimonio formidabile di cui oggi, per buona parte, esistono solo delle fotografie: quelle che gli eredi di William Randolph Hearst donarono, insieme ad un immenso archivio, alla Biblioteca dell' Università di Long Island. Opere accumulate in decenni di maniacale ricerca da parte del magnate reso famoso da "Quarto Potere" di Orson Welles.
Il vero "Citizen Kane", come quello del film, collezionava di tutto, con una particolare predilezione per le opere di artisti inglesi dell' Ottocento. E come lui molti altri milionari americani che compravano tesori nel Regno Unito e li spedivano negli Stati Uniti. Oggi di quel patrimonio che ha solcato l' Oceano Atlantico nella prima metà del Novecento sono rimasti pochi pezzi, finiti in musei o collezioni private.
Il resto è sparito, ma ora un movimento di accademici britannici, storici ed esperti d' arte, sta cercando di recuperarlo con l' obiettivo di ricostruire e riportare in patria, quando possibile, quei pezzi unici che hanno rappresentato il più grande trasferimento di opere d' arte dal Rinascimento.
Le dimensioni di questo tesoro scomparso sono venute alla luce quando a gennaio è stato lanciato un appello per ritrovare un salotto Tudor in quercia "svanito" da un castello del Galles del Nord. I pannelli che ornavano il camino erano stati comprati da Hearst che li aveva spediti negli Stati Uniti per ornare la sua casa di New York.
WILLIAM HEARST TESORO NASCOSTO
Ma dagli anni Trenta se ne sono perse le tracce. Ogni tentativo di ricostruire il percorso di quell' opera d' arte Tudor è fallito, ma ha fatto emergere l' enorme quantitativo di opere ormai perdute. Molti pezzi spediti in quegli anni negli Usa sono finiti in case e collezioni private di ricchi americani. Altri hanno girovagato nel mondo al seguito di appassionati. Ma il destino di molto materiale è rimasto sconosciuto.
Hearst era uno di questi ricchi collezionisti. Soprattutto di arte e sculture britanniche. Tra i mercanti d' arte la sua ossessiva ricerca di pezzi pregiati era nota. Si pensa che alcuni di quei magazzini pieni di opere (talmente numerose che negli anni del massimo fulgore dell' impero economico del magnate erano stati raccolti in una società a parte) siano ancora esistenti. Il suo castello di San Simeon in California certamente ne ospita tante. Novanta vagoni di merce furono spediti nel castello.
orson welles in quarto potere
E l' ultima scena di Quarto potere ( Citizen Kane, nel titolo originale) il film ispirato dalla vita di Hearst che il potente milionario aveva fortemente osteggiato - fino a far minacciare il regista e protagonista Orson Welles da suoi emissari, secondo le lettere inedite dell' avvocato pubblicate solo un anno fa - immortala proprio un distesa a perdita d' occhio di oggetti da collezione. Oggetti destinati, dopo la sua morte, alla distruzione nella finzione cinematografica e all' oblio nella vita reale.
E chissà che l' irritazione del "chief", il capo, per la realizzazione di quel film liberamente ispirato alla sua vita non nascesse proprio dall' aver messo a nudo quella sua ricerca compulsiva, maniacale di accumulare cose. Ma non era solo Hearst a coltivare la passione per le collezioni d' arte.
WILLIAM HEARST TESORO NASCOSTO
Come lui molti magnati americani, da John D. Rockefeller a J.P. Morgan a Henry Clay Frick, acquistavano in Europa. Italia, Spagna, ma soprattutto la Gran Bretagna, erano le fonti principali di tesori per questi ricchi industriali del Nuovo Mondo. Nelle stive del Titanic c' erano trenta tonnellate tra sculture e oggetti di architettura: camini, porte, librerie oltre a quadri e tappeti finiti in fondo al mare con il naufragio. D' altronde era la moda del tempo.
Nel 1990 - racconta il Guardian - i proprietari del castello gallese di Gwydir sono riusciti a rintracciare gli arredi di una stan- za acquistati da Hearst che poi li aveva rivenduti al Metropolitan Museum di New York. La stanza era rimasta sepolta nei magazzini del museo per decenni. È questo episodio ad aver aperto la caccia a quell' eredità culturale.
HEARST CHURCHILL
Una ricerca guidata da due storici britannici Roy Strong e John Harris. «Quante opere, sculture britanniche finirono in America? Non lo sappiamo - ha spiegato Strong all' Observer - allora non c' erano controlli sulle esportazioni. Il destino di quelle intere stanze portate via ci è nascosto. Ma potrebbe trattarsi di una larga parte della storia dell' arte britannica tra il sedicesimo e il diciottesimo secolo».
John Harris, animatore del fondo "Save Britain' s heritage" che dal 1975 si occupa della salvaguardia del patrimonio storico-artistico britannico, aggiunge: «Ho vissuto negli anni Sessanta a New York, soltanto a Park Avenue c' erano almeno una ventina di case con intere vecchie stanze inglesi».
Solo i principi rinascimentali hanno avuto quella capacità di spesa su così larga scala che hanno avuto Hearst e altri come lui.
ORSON WELLES
Per anni, racconta Harris, è andato alla ricerca dei misteriosi magazzini di Hearst, ma senza esito. Forse una traccia la si può trovare negli archivi della Long Island University. Una ricerca appena cominciata.