TRUMP MAY
LA VENDETTA DEI SERVIZI AMERICANI DIETRO LA GUERRA DELLE SOFFIATE
Federico Rampini per “la Repubblica”
Donald Trump è il primo a indignarsi per la fuga di notizie sul terrorista di Manchester: «Sono una minaccia grave alla relazione speciale tra America e Inghilterra».
L' intelligence americana con le sue rivelazioni-lampo a tv e giornali sull' identità del terrorista e le tecnologie usate mette a repentaglio le indagini? E perché lo ha fatto? È un altro capitolo della guerra delle spie che imperversa a Washington? Gli scenari più discussi sono quattro.
il new york times pubblica in prima pagina i pezzi della bomba di manchester
SABOTAGGIO ANTI-TRUMP
È in atto un regolamento di conti tra settori dell' intelligence americana e un presidente di cui diffidano e che a sua volta li ha spesso accusati, vituperati, perfino dileggiati. Il Russiagate è il terreno di scontro più importante fra interi apparati del contro-spionaggio e questa Casa Bianca. Le gole profonde che lavorano per screditare e sabotare Trump sono quelle che hanno rivelato il contenuto dei suoi colloqui con il ministro degli Esteri russo: mettendo in crisi i rapporti fra l' Amministrazione Usa e il Mossad israeliano che gli aveva passato quelle notizie sull' Isis.
Il caso Manchester sarebbe una replica esatta: uno sgarbo agli inglesi è una ferita per l' alleanza più antica e più solida che ci sia. L' intelligence americana e inglese dalla seconda guerra mondiale hanno un affiatamento senza eguali, il modello "UkUsa" ha poi ispirato i "Cinque Occhi" come viene chiamata la rete di collaborazione e scambio dati fra le intelligence anglofone, estesa anche a Canada, Australia, Nuova Zelanda. Il "leaks" (fughe di notizie) su Manchester sono anche una ferita politica all' asse fra Donald Trump e Theresa May, i due nazional- populisti tra cui si stava formando un' intesa politica.
il new york times pubblica foto delle indagini
CACCIA ALLE STREGHE INTERNE
La premessa è identica ma questa pista rovescia la precedente. A generare l' ultima fuga di notizie sarebbero stati i nuovi vertici dell' intelligence Usa nominati da Trump come il capo della Cia Mike Pompeo.
Obiettivo: legittimare una caccia spietata alle "gole profonde" interne, quelle di cui sopra. Creando un nuovo scandalo si legittima l' appello che Trump ha lanciato ieri al vertice Nato di Bruxelles: «Queste fughe continuano da troppo tempo e la mia Amministrazione andrà fino in fondo. Chi diffonde notizie riservate crea una minaccia alla sicurezza nazionale ».
il new york times pubblica foto delle indagini
Non importa se in certi casi sia stato proprio lui all' origine della fuga di notizie (col russo Lavrov, più di recente quando avrebbe indicato al dittatore filippino Duterte l' ubicazione di due sottomarini nucleari Usa, che è top secret). L' obiettivo è lanciare un' epurazione finale di tutti i presunti "obamiani" che si anniderebbero nella comunità dell' intelligence.
ATTACCO AI GARANTISMI UE
Questa spiegazione può anche integrare una delle prime due. È un classico da anni: gli americani dopo il varo del Patriot Act (post-11 settembre, Amministrazione Bush) hanno ampliato a dismisura la discrezionalità dei servizi di spionaggio, dell' anti-terrorismo e della polizia. Da Guantanamo alle rivelazioni di WikiLeaks sul Grande Fratello della Nsa ("Datagate") il potere dell' apparato poliziesco-militar-spionistico negli Stati Uniti si è rafforzato enormemente, a scapito dei diritti legali di difesa, della privacy.
il new york times pubblica foto delle indagini
Nulla di veramente simile è avvenuto in Europa, anche se la legge marziale francese ha fatto qualche passo verso il modello americano. I vertici dell' intelligence Usa non si lasciano mai sfuggire un' occasione per denunciare casi in cui l' eccesso di garantismo ha impedito ai loro colleghi europei di neutralizzare in anticipo i sospetti jihadisti. Lo stragista di Manchester, Salman Abedi, rientra nella casistica dei tanti soggetti sui quali i segnali d' allarme abbondavano.
Manchester è una città nel mirino da tempo, Abedi era stato in Siria, altri familiari erano estremisti. La sua origine familiare libica è un motivo in più per avere dei rancori verso i colleghi dell' intelligence inglese: sulla Libia gli americani non hanno mai perdonato Londra per averli trascinati in una guerra disastrosa contro Gheddafi.
GAP CULTURALE
il new york times pubblica foto delle indagini
Anche questa quarta spiegazione può combinarsi con una delle precedenti. È l' ex capo della Metropolitan Police, Lord Blair, a ricordare che successe un incidente identico dopo gli attentati a Londra (in occasione del G7 di Edinburgo, 7 luglio 2005). Il Primo Emendamento, con la tutela estrema alla libertà d' informazione, ha creato una tradizione di complicità e intimità fra l' intelligence Usa e i propri media nazionali. «Operano in un altro mondo - dice Lord Blair - rispetto al nostro. Quel che hanno fatto dopo Manchester è grave, ma non è la prima volta ».